DOMANDE PER MAURO BOSELLI (BORDEN)

Buongiorno Borden. Sì, certamente comprendo che la mole di lavoro non ti lasci molto tempo a disposizione e, anzi, ti ringrazio nuovamente per la disponibilità. Ti ho scritto in privato per chiederti l'indirizzo email.

Buonasera e buon anno. Avevo una semplice domanda legata all'albo di dicembre. Nell'editoriale ho letto il succinto profilo del Lovecraft newyorchese, apprezzandone il fatto di non aver celato o amplificato la sua componente razzista di fondo, come purtroppo spesso va di moda quando uno scrittore non è apprezzato per la sua opera ma utilizzato in maniera strumentale per altri fini, ma la mia domanda non era questa. Volevo sapere da quale fonte era tratta la notizia dell'incontro tra Sonia Greene e Aleister Crowley. Ho parlato in privato con un paio di esperti lovecraftiani italici e asseriscono che si tratti di una fake news nata negli USA. Siccome intraprendere una discussione come questa su social implica quasi sicuramente una degenerazione della discussione, mi interessava invece saperne di più risalendo alle fonti. Se posso permettermi un'osservazione, la sottotrama del Re in Giallo, Crowley e dei Grandi Antichi è al momento quella che preferisco e che migliora sempre più, e ricordo che le spore erano già presenti in un paio di lunghe e bellissime storie zagoriane. Non sarebbe male poter recuperare prima o poi nei volumi da libreria tutte le storie afferenti, anche con protagonisti differenti, da lei scritte: con quelle castelliane di Martin Mystére si tratta dei migliori omaggi lovecraftiani usciti nel nostro paese, nettamente superiori a molti pedissequi e insulsi omaggi letterari. Cordialità.

Ciao Borden e buon anno nuovo.
Ho una curiosità, diciamo così, antropologica e filologica.
Il mito dei vampiri non è solo mitteleuropeo e est-europeo ma,come anche voi avete documentato nelle rubriche dei primi Dampyr, comune un po' a tutte le culture e parti del mondo: Asia, Africa,America latina etc.
Sembra essere una specie di archetipo, di topos culturale comune a buona parte dell'umanità. Ma, se sai rispondermi, esattamente cosa esprime questa onnipresenza di creature che pur con alcune differenze a seconda del contesto culturale, presenta caratteri comuni: sono cfreature morte e in qualche modo risorte e si nutrono di sangue (in una certa misura possiamo considerarli dei parassiti).C'è qualche antropologo che ha mai trattato la questione?