Bean Shidh

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  1. Faccio The Halfling
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    - Wow... - disse William - ...baci veramente come una dea...-
    Fiona sorrise, e si lisciò i lunghi capelli biondi con una mano.
    - Grazie...-
    La sua pelle candida e i suoi denti bianchissimi scintillavano alla luce fioca della luna.
    William era decisamente imbarazzato. Si sentiva come un ragazzino al primo appuntamento... era stato con decine di ragazze, ma non gli era mai successo nulla del genere. Cristo... aveva fatto bene ad entrare in quel locale. Non era il genere di posto che frequentava di solito, e dal principio la musica black metal sparata a tutto volume lo aveva infastidito parecchio. Ma era deciso a cambiare terreno di caccia, per quella sera... si era seduto al bancone del bar, cercando di ignorare il frastuono dissonante proveniente dalle casse, aveva ordinato da bere e si era dato un'occhiata in giro. La pista era invasa quasi esclusivamente da metallari uomini, vestiti di cuoio e borchie, che scuotevano la testa a ritmo folle. Le poche donne presenti avevano il viso truccato all'inverosimile, volti bianchi e occhi cerchiati di nero che rispondevano ai suoi sguardi con un'espressione ostile. Niente da fare, aveva pensato... finendo in fretta la sua birra, si era avviato verso l'uscita,convinto di aver sprecato una serata. Fu a quel punto che vide Fiona. Alta, capelli chiarissimi, occhi viola scuro. Era seduta da sola in un angolo, indossava un lungo abito nero, e sembrava che nessuno si fosse accorto della sua presenza. Come aveva fatto a non notarla subito? Facendosi largo fra i metallari corpulenti, aveva raggiunto il suo tavolo. Si era presentato, e aveva cercato di intavolare una conversazione. La musica era altissima, ma Fiona sembrava capire tutto quanto le veniva detto... non si era sorpreso più di tanto quando aveva accettato di accompagnarlo in una passeggiata per il parco. Aveva fatto colpo, come al solito... anche se Fiona era di gran lunga più affascinante di qualunque altra donna che avesse mai rimorchiato.
    -Sai... credo di non aver mai conosciuto una ragazza come te...-
    Le parole gli erano uscite spontanee, dalla bocca, senza che quasi lui se ne accorgesse.
    -Ah, su questo non ho dubbi...- rispose lei, ridendo.
    Era veramente bella, pensò William... là, illuminata dal chiarore delle stelle lontane, pareva una fata. Soffiava un vento freddo quella sera, ma lei, nonostante il vestito leggero, non sembrava patirlo.
    -E pensare che so a malapena come ti chiami...-
    Fiona si girò verso di lui, continuando a sorridergli.
    -Non importa...- disse lei, carezzandogli il volto -...piuttosto...parlami di te...-
    E William gli raccontò... del suo lavoro da giornalista, e di come fosse difficile fare carriera o anche solo pagarsi l'affitto... dei suoi amici, pochi, e delle sue donne, tante, troppe, e tutte abbandonate... di come beveva, nei momenti in cui si sentiva solo... gli raccontò tutto, fino a scoprire le ombre nascoste tra le pieghe del suo animo. Si trovava davvero bene, con lei...le preoccupazioni che qualche ora prima lo assillavano sembravano così lontane, e quasi non riusciva più a distinguerne i contorni.
    -Fra le tue braccia, Fiona, sembra che i miei problemi scompaiano...-
    Mentre lui parlava la ragazza non aveva smesso un istante di dargli piccoli baci seducenti sul collo, sulle guance, sulla fronte.
    -Vai avanti, William, vai avanti con la tua storia...- chiese,quasi implorante.
    William riprese a parlare, e dalla sua memoria riemersero cose che credeva sepolte e dimenticate... un bambino che correva,inseguito da un cane, per le campagne dello Yorkshire, un vecchio,forse il nonno, che lo salutava da lontano... rivivette ogni emozione, ogni battito cardiaco accelerato, ogni impulso nervoso, ogni goccia di sudore o lacrima versata... vecchie cicatrici ripresero a pulsare e sanguinare, esplodendo in ferite aperte di denso dolore, rancido e purulento. Si vide feto, rannicchiato fra quattro pareti pulsanti, immerso nel tepore del liquido amniotico. E poi...più nulla. Solo oblio, grigio come la foschia che li circondava.
    -Chi...chi sono? Chi sei tu?-
    -Che t'importa, mio piccolo sluagh?- rispose lei, attirandolo a sè e dandogli un ultimo, lunghissimo, bacio, pieno di passione e infinita follia.
    William cadde dalla panchina, gelido e privo di vita come le mani che fino a un istante prima lo avevano carezzato. Al suo fianco non vi era seduto più nessuno.
    Fra gli antichi frassini spogli del parco, la banshee, la cacciatrice d'anime, ululava, dissolta nella nebbia.
     
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  2. CarDestroyer
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    Spero di riuscire a leggerlo questo fine settimana! ;)
     
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1 replies since 21/1/2010, 01:48   81 views
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