ALBO 155 IL SIGILLO DI LAZZARO

Febbraio 2013

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  1. eintirol
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    Bel numero, come sempre il Dampyr di Cajelli è diverso da quello più canonico: è più asciutto nei dialoghi, più action.
    Personalmente ho gradito la "menata politica" che si tirano i due nostri eroi: non sono due mercenari, trovo normale che vivano l'atmosfera del luogo in cui si trovano.
    Appropriati i disegni di Russo per una storia movimentata.
     
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  2. kuang shi
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    Bello bello!!

    Un numero che merita davvwero con un grande omaggio ai terremotati dell'Aquila, bella davvero la rappresentazione delle chiavi di casa, la storia è avvincente, dalla carta napoletana dell'asso di denari al ritorno dei Lupi Azzurri, ai ritorni di St.Germain (sempre più misterioso,a sto punto lo chiamo il maestro collezionista'' a Vassago, piccola nota di demerito un finale un po veloce dove addirittura sembra che manchi qualche scena, dal lancio della granata, al crollo del palazzo, che i nostri sembrano percorrere velocissimi, ma il Lupo è tutt'altro che morto



    Testi 7 Disegni 7 Copertina 6
     
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  3. Sbù!
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    albo sufficiente nulla più.
    la qualità dei disegni di russo sempre più bassa e da alcuni numeri anche lui appiccica delle belle foto per gli sfondi malamente celate. le scene del terremoto non hanno il minimo pathos.
     
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    Il Dampyr più "politico" di sempre. Cajelli prova di sapersi muovere dentro l'attualità aquilana bene quanto nel mythos dampyriano. Non mi convincono granché i disegni di Russo e la scena in cui
    Lang massacra in maniera improbabile i trafficanti di armi.
     
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  5. borden53
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    Intendevo realizzare o "produrre"una storia aquilana di Dampyr da ben prima del terremoto. La tragedia mi aveva stoppato proprio all'inizio. Poi, ricordo che uno di voi - sì, proprio uno di voi- aveva polemizzato con me tre anni fa in questi spazi, difendendo la politica di Berlusconi e Bertolaso, e dicendo che un suo amico ingegnere o architetto era stato all'Aquila e aveva visto che si erano realizzate grandi cose! Quali? Le casette prefabbricate in periferia? Mi erano girate le scatole allora e ancor più quando sono stato all'Aquila la primavera scorsa e ho visto la vera situazione! Ho telefonato subito, dal centro dell'Aquila, a Cajelli e gli ho chiesto se voleva scrivere questa storia...
     
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  6. -goodkat-
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    Grande Borden! Al di la della qualità dell'albo (che comunque è molto alta!) voglio farti i complimenti per il coraggio di aver dato il via ad una storia potenzialmente "pericolosa" come questa, in cui si parla senza peli sulla lingua di argomenti ancora attuali e scottanti! Il Dylan Dog di un tempo osava, e vinceva! Ora Dampyr ne ha preso il testimone! Queste cose fanno bene al mondo del fumetto!
     
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  7. hi mate!
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    Una storia perfettamente riuscita,la descrizione della realtà dell'Aquila azzeccata e integrata perfettamente nella storia.
    Anche a me è parso che i nostri eroi siano riusciti ad uscire dal palazzo un pò "misteriosamente"
     
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  8. jedimaster
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    volevo uscire a prenderlo ma sto da cani da due giorni, rabbia. RABBIA!
     
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    Spesso si accusa il fumetto italiano di essere poco ancorato alla realtà che ci circonda, ai problemi del quotidiano.
    Premetto che un fumetto secondo me non deve divulgare ma deve intrattenere. In alcuni casi poi non è male che questo “intrattenimento” possa stimolare una curiosità verso altri mezzi di documentazione come libri o mass media.
    Il numero di Dampyr in edicola in questo mese di febbraio 2013 fa una piccola eccezione. Pur rimanendo nell'ambito delle proprie caratteristiche di serie horror avventurosa, fedele alla linea di ambientare le proprie storie in contesti realistici, l’ammazzavampiri bonelliano fa trasferta a L’Aquila, ancora ferita e deturpata dal terremoto del 2009, dal quale la città e i suoi abitanti (come da italica tradizione) stanno ancora cercando di venirne fuori.

    Un numero piacevole da leggere ma che non mi ha colpito pienamente.

    Il tema dell’attualità dell’ambientazione scelta è sicuramente centrato con Cajelli che, attraverso il riuscito dialogo tra Harlan e Kurjak, da più di una stilettata agli ultimi due governi.

    Alla luce anche della recente rubrica inaugurata nel suo blog “Valido per l’espatrio” in cui il buon Diego intervista amici suoi emigrati all’estero, per comparare la disarmante realtà del nostro paese, con quella del resto del mondo, ritengo azzeccata la scelta di Boselli nell’affidare a lui questa storia.

    Riuscita secondo me è anche la componente action , in cui la personalità dello stile di Cajelli fatto di dialoghi asciutti e sequenze dinamiche rende la lettura una corsa sulle montagne russe.
    Ma la storia spiazza quando Cajelli tenta di fare Boselli. Qui ritengo la cosa non riuscita ma non perché Mauro sia superiore a Diego, ne lo penso, ne mi permetterei mai di dirlo. Ma perché il tutto risulta troppo “superficiale” se mi si passa il termine.
    Siamo sicuramente di fronte ad un altro tassello del puzzle della sottotrama riguardante il conte di St. Germain (ormai chiaro terzo incomodo nell’eterna lotta Draka/Marsden), come sicuramente sentiremo ancora parlare del sigillo di Lazzaro. Ma l’impressione è che il ruolo della città de L’Aquila, il suo essere la gemella (diciamo così) di Gerusalemme e gli altri elementi mistici della storia avrebbero avuto bisogno di più spazio e quindi di una storia doppia.


    Russo ai disegni opta per uno stile più “sporco” e sintetico, a mio parere perfettamente in linea con l’ambientazione.
    Ottima anche la scelta di rappresentare l’incontro onirico tra Harlan e il conte di St. Germain con la tecnica della mezzatinta.

    Mentre storco il naso per l’uso marcato di sfondi fotografici. Per me in questo modo si tradisce lo spirito realistico della serie.

    Buona la copertina di Riboldi, anche se ho trovato un po’ eccessivo l’uso del colore verde.


    ;)

    Edited by harlan1982 - 8/2/2013, 11:26
     
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  10. jedimaster
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    presoooo. che cavolo, era ora.
     
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  11. painter
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    Ciao a tutti,mi permetto di intervenire in questa discussione contravvenendo ad una regola personale,quella di evitare di commentare le mie storie,lasciano ai lettori questa possibilità,ovviamente sono dispiaciuto di avere uno stile che a molti di voi non piace,c'è sempre in noi disegnatori il desiderio di fornire un prodotto che sia di gradimento a tutti,la mia esperienza ormai ventennale però mi ha insegnato che purtroppo non è cosi.
    Posso assicurare però che c'è sempre il massimo impegno da parte mia di fornire un lavoro al massimo della professionalità e sopratutto in costante miglioramente(cosa che a mio modesto parere sta avvenendo)ma questo è gusto personale.
    Questo mio intervento in realtà ha lo scopo di puntualizzare sopratutto che l'uso di sfondi fotografici(cioè la rielaborazione digitale di foto) è stato usato solo in PAG46 VIGNETTA 1/2 E 3,PAG48 VIG 1/2 tutto il resto è stato fatto a mano.ù
    Questo solo per amor di verità, è tutto ora ritorno nell'ombra :D e lascio a voi lo spazio..grazie di accompagnarci sempre con la vostra passione in questo viaggio chiamato DAMPYR.
     
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    CITAZIONE (painter @ 9/2/2013, 00:09) 
    Ciao a tutti,mi permetto di intervenire in questa discussione contravvenendo ad una regola personale,quella di evitare di commentare le mie storie,lasciano ai lettori questa possibilità,ovviamente sono dispiaciuto di avere uno stile che a molti di voi non piace,c'è sempre in noi disegnatori il desiderio di fornire un prodotto che sia di gradimento a tutti,la mia esperienza ormai ventennale però mi ha insegnato che purtroppo non è cosi.
    Posso assicurare però che c'è sempre il massimo impegno da parte mia di fornire un lavoro al massimo della professionalità e sopratutto in costante miglioramente(cosa che a mio modesto parere sta avvenendo)ma questo è gusto personale.
    Questo mio intervento in realtà ha lo scopo di puntualizzare sopratutto che l'uso di sfondi fotografici(cioè la rielaborazione digitale di foto) è stato usato solo in PAG46 VIGNETTA 1/2 E 3,PAG48 VIG 1/2 tutto il resto è stato fatto a mano.ù
    Questo solo per amor di verità, è tutto ora ritorno nell'ombra :D e lascio a voi lo spazio..grazie di accompagnarci sempre con la vostra passione in questo viaggio chiamato DAMPYR.

    Salve Fabrizio
    parlo per me ovviamente e rispondo in merito a ciò che ho scritto nel mio precedente commento
    a me il suo stile piace, tra l'altro lei è il disegnatore di una delle mie storie preferite del BVZM (Martin Mystère: uomo in nero) e proprio in base al suo talento e alla sua potenzialità, ho sempre avuto l'impressione (magari sbagliata) che ci è voluto un po' di tempo per prendere confidenza con il mondo di Harlan e soci.
    Ripeto che, a mio parere, questo numero è disegnato benissimo e proprio perché tutto è stato fatto a mano che quelle due elaborazioni fotografiche stonano.
    Credo che l'equivoco nasca perché nel mio commento ho scritto "uso marcato". Non intendevo un uso reiterato ma un uso vistoso da stonare, appunto con il resto delle tavole.
    Tra l'altro sono tra coloro che non amano affatto questa tecnica, infatti ho nettamente stroncato nei miei commenti l'albo "Rosalinda delle zagare".

    ;)
     
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  13. Diegozilla
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    CITAZIONE (joe smith @ 9/2/2013, 18:30) 
    Storia insufficiente.Si salvano la location e il ritorno di alcuni ottimi personaggi della doppia milanese.

    Non avevo alcun dubbio Joe!
    Ho poche certezze nella vita, una delle quali è che il mio lavoro a te non piace.
    Mai. Nemmeno per sbaglio.
    Sono andato a fare una rapida verifica nei topic aperti sulle mie storie passate.
    Non è mai accaduto che tu lasciassi un parere positivo. Ho scritto una ventina di Dampyr, molti dei quali molto apprezzati, alcuni così così, e altri no, come capita. Il comune denominatore è che per te sono sempre delle schifezze.
    I gusti sono gusti, per carità, ma è anche vero che ognuno ha le sue ragioni, vero Joe?
     
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  14. Sbù!
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    painter,
    ero un tuo fan da martin mystere ma l'evoluzione del tuo tratto non mi è piaciuta. con questo non voglio dire che hai sbagliato a scegliere la tua strada, do solo un giudizio da lettore. so benissimo che l'uso degli sfondi fotografici ritoccati è solo per una manciata di vignette (anche se lo hai usato anche in precedenza)...e questo mi fa ancora più arrabbiare. posso capire i tempi ristretti ma, da lettore, permettimi di dire, che queste cose non mi interessano, giudico il risultato finale.
    poi, se boselli lo permette anche in modo massiccio come nel caso di un altro disegnatore dello staff, la mia è una battaglia persa, mi limito a segnalare il mio malumore e finisce li.
     
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    Da abruzzese, anche se non aquilano, attendevo con trepidazione e curiosità questa storia.
    Mi aggiungo innanzitutto ai complimenti per aver voluto affrontare un argomento "scomodo", aver reso omaggio alla città aquilana ed ai suoi abitanti senza cadere nella retorica.
    Detto questo, mi auguro che quanto si è visto su questo albo, possa produrre frutti molto più succulenti con lo sviluppo della continuity dampyriana.
    La storia in se ha richiamato quella della Corona di Ferro come svolgimento.
    La ricomparsa dei Lupi Azzurri mi è parsa frettolosa, forse meritava qualche spiegazione in più, non saprei, ma sono stati rimessi in gioco come se niente fosse accaduto in passato e poi si trovano ad affrontare Harlan e Kurjak e non sanno nemmeno con chi hanno a che fare..........come minimo ogni Lupo Azzurro dovrebbe avere in tasca le loro foto segnaletiche (tipo quelle degli avversari da marcare che Herrera dava ai suoi giocatori) e l'ordine di farli fuori alla minima occasione, visti i trascorsi.
    Istintivamente, bella la trovata dell'asso di denari con un "mms" personalizzato per Harlan, ma riflettendoci, come e chi è riuscito a lasciarlo davanti alla porta del Teatro dei Perduti per conto addirittura di un Maestro della Notte?
    Probabilmente sarà tutto chiarito più avanti nella serie, anzi ne sono certo, resta il fatto che considero questo un discreto albo ma mi aspettavo di più.
    Per quanto riguarda i disegni, non sono certo un esperto, però ci sono alcune (rare) vignette in cui per esempio la prospettiva è sbagliata anche agli occhi di un profano, tipo quando i lupi azzurri iniziano a sollevare la mattonella col piede di porco in una delle primissime pagine.
    Probabilmente sono particolari che risaltano, proprio per la restante qualità del lavoro.
     
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44 replies since 5/1/2013, 01:08   1981 views
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