Dopo un inizio piuttosto lento (ma non per questo noioso), arriviamo ai fatti: la storia compie una virata horror, con questi cattivissimi Krong che massacrano la gente per puro divertimento, tra i quali impariamo presto a distinguere il più cattivo, il meno convinto ed il capo.
Dopo varie peripezie, finalmente si rivela l'elemento magico già preannunciato da Caleb e dalle parole dei due veggenti del paese: si tratta dei morti, che, in questo paesello dell'Abruzzo, hanno l'abitudine di tornare per festeggiare Ognissanti... E quest'anno la festeggiano con un bel banchetto di sangue!
Come si può capire, la sceneggiatura mi è piaciuta parecchio, unico punto debole le troppe botte di culo dei bambini, che trovano sempre una maniera per salvarsi la pelle (non sono tra quelli che vogliono che Boselli ammazzi più personaggi, ma personalmente mi sarei limitato ad un solo salvataggio in extremis - anche se in realtà l'inseguimento è il punto più alto dell'albo nonché uno dei più adrenalinici nei Dampyr degli ultimi anni).
Aggiungo che ci voleva proprio un Dampyr più slegato dalla continuity, in questo periodo (ma poi... Quanto slegato? Non sappiamo se esistano altri Krong, e abbiamo imparato che le zone oscure non sono necessariamente negative...).
Per quanto riguarda i disegni, non è un mistero che amo Santucci fin dal suo primo albo della serie: questo tratto che sa di Marvel, eppure con i suoi effetti di luce "civitelliani" è così italiano mi fa impazzire!
...Però devo tirargli le orecchie per il suo Kurjak, troppo "italiano" e poco serbo nei tratti, e per una vignetta (ora non ho l'albo sotto le mani) in cui non mi quadra tanto la prospettiva tra il personaggio in primo piano e il tavolo (a cui è seduto Kurjak) dietro di lui. Sul punto debole di Santucci, ovvero Harlan, devo dire che ci sono stati vistosi progressi, e il personaggio è molto più riconoscibile (ma un pochino ci lavorerei ancora).
