Il Sentiero del Male

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    Buonasera a tutti, dopo un po' di giorni non ho resistito e dopo essermi letto qualcosina sulla scrittura creativa ho fatto un tentativo per vedere se avevo compreso qualcosa. (In particolare ho seguito alcuni consigli dati da CarDestroyer e Eintirol)

    spero che possiate apprezzarlo, so che ci sarà da lavorare ancora molto ma spero di essermi finalmente messo sulla strada giusta.

    Buona lettura (come sempre criticate più violentemente che potete)

    Il sentiero del male
    Fu la pioggia a svegliarlo, con il suo tamburellare senza tregua
    sull'armatura. Rance aprì gli occhi, ritrovandosi disteso nella melma ad
    osservare le tristi nuvole portatrici di lacrime.
    Non capiva come fosse giunto in quel luogo, ricordava di trovarsi
    insieme a suo fratello, nel cortile del castello durante una sessione di
    allenamento.
    Quando cercò di alzarsi in piedi, una fitta al petto lo inchiodò a terra. Un
    fuoco ardeva dentro di lui, un dolore di cui non conosceva l'origine.
    Alle sue spalle un' ombra emerse in suo soccorso, mentre gli porgeva una
    mano per aiutarlo a sollevarsi iniziò a parlare: <<ti sei svegliato
    finalmente, temevo di doverti rovesciare un secchio d'acqua addosso >>.
    Era un vecchio incappucciato che, curvo sulla schiena sotto il peso degli
    anni, lo guardava con trepidazione. Gli occhi lucidi dall'emozione
    facevano trasparire la lunga attesa per quell'incontro. La voce invece,
    innaturale per una persona di quell'età, era forte e decisa come quella di
    un uomo nel fiore degli anni.
    Appena vide il giovane rimettersi in piedi riprese il discorso:
    << Prima che tu me lo chieda, non è importante chi io sia o come tu sia
    giunto quì. La cosa fondamentale è che tu capisca il perchè ti trovi in
    questo luogo e qual è il compito che devi svolgere>>. D'improvviso un
    lampo squarciò il cielo, illuminando con il suo bagliore una magione in
    lontananza. L'incappucciato, sovrastando la grave voce del tuono,
    proseguì: << Dovrai andare in quella casa e sconfiggere il male che vi si
    è insediato. Solo così potrai guarire dal dolore che attanaglia il tuo petto.
    Conosco quello che stai provando, io stesso porto il peso della tua
    maledizione, ma al contrario di te ne sono già condannato. Tu invece
    grazie alla purezza del tuo animo puoi ancora salvarti dall'eterna
    dannazione >>.
    Il vecchio, senza proferire altro, si incamminò verso la casa
    dissolvendosi in un alone di mistero.
    Il giovane cavaliere, stupito da ciò che stava accadendo, fece per seguire
    l'anziano ritrovandosi tuttavia a sprofondare nel fango. D'istinto Rance
    si issò con le braccia su una roccia vicina e, dopo essersi rimesso in
    salvo, si mise a studiare la zona alla ricerca di un passaggio sicuro.
    Su un promontorio, in lontananza, si stagliava la magione; i lampi le
    infuriavano attorno spezzando l'immensità della notte con ombre sinistre.
    L'aria era satura di morte. L'umidità sorvolava l'acquitrino formando
    nubi cariche di vapori pestilenziali. Le uniche luci visibili erano quelle di
    alcune torce, il loro bagliore illuminava un sentiero che conduceva alla
    magione. Il ragazzo era scosso, la pioggia martellava incessantemente e
    ogni suo passo diventava sempre più pesante; il vento penetrava fin nelle
    ossa sferzandolo con lame ghiacciate. Ma il dolore più grande era nel suo
    corpo, un fuoco continuava a bruciare consumandolo nella carne e nello
    spirito, sembrava ardere continuamente da tutta una vita.
    Una nuova fitta di dolore lo colse quando stava per giungere al cancello;
    cadde sulle ginocchia, il peso dell'armatura gli gravava sulla schiena
    come un macigno tanto che a stento riuscì a rialzarsi.
    Sul punto di riprendere il cammino, comparvero nella nebbia due figure
    infernali: davanti, dal pelo nero come la pece, vi era un mastino che con
    la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue ringhiava sinistramente
    verso il cavaliere; dietro invece si stagliava un' imponenente armatura,
    ma non si vedeva alcuna testa a sorreggere l'elmo. Era un involucro
    abitato dall'oscurità. Lì dove dovevano esserci gli occhi si apriva un
    abisso, talmente profondo che per la paura di perdercisi Rance si costrise
    a distogliere lo sguardo.
    L'armatura lanciò una risata, che rimbombò roca lungo le lamine
    d'acciaio dell'involucro; poi rivolgendosi al mastino disse: <<guarda chi
    hanno scelto per affrontare il nostro padrone, a malapena riesce a stare in
    piedi, figuriamoci a vincere in uno scontro. Perfino un poppante
    riuscirebbe ad avere la meglio su di lui. La sua famiglia si dovrebbe
    vergognare ad aver generato una tale nullità >>. Il giovane a quelle
    parole sentì montare la rabbia dentro di se, la furia prese il sopravvento
    annichilendo qualunque dolore. La fatica aveva ceduto il posto alla
    rabbia, nessuno avrebbe mai potuto prendersi gioco così del suo onore.
    Sguainò la spada e si lanciò in un affondo, il mastino scattò in avanti
    pronto ad intercettare il colpo diretto verso l'armatura, ma quando la
    lama stava per tagliare la carne, il cane si dissolse nel nulla così com'era
    comparso. L'armatura rise nuovamente, estrasse una spada a due mani e
    si preparò ad attaccare, ma il ragazzo era pronto. Le due lame si
    scontrarono in uno sfavillare di scintille, mentre il loro clangore
    risuonava al di sopra dei tuoni. La furia con cui si scontravano i due
    combattenti sembrava derivare dalla natura stessa: il giovane guizzava
    come una fiamma da una parte all'altra, facendo danzare la propria lama
    come una lingua di fuoco; l'armatura invece si abbatteva imponente
    come un fiume in piena, che con il suo impeto travolge qualunque cosa
    sul proprio cammino. Il combattimento sembrò durare ore, ognuno dei
    due anticipava perfettamente la mossa dell'altro, sembravano una sola
    mente divisa in due corpi. Fu l'armatura a fermarsi per prima, non
    sembrava stanca, ma appariva soddisfatta del duello. Conficcò con
    violenza la spada nel terreno, e rivolgendosi poi al giovane guerriero
    disse: << Ho fatto ciò che mi è stato richiesto, avevo il compito di testare
    le tue capacità per conto del mio signore e devo ammettere che ti sei
    dimostrato all'altezza delle sue aspettative, va' ora, prosegui per la tua
    strada, il padrone ti attende >>.
    A queste parole l'oscurità fuoriuscì dalla propria custodia sottoforma di
    uno sciame d'insetti, lasciando sul posto una statuaria armatura vuota.
    Fu solo allora che il cancello si aprì, accompagnando il lento movimento
    con un insistente cigolio. Mentre Rance stava per avanzare oltre il
    passaggio, una nuova scossa di dolore gli attraversò il corpo. La tensione
    della lotta stava svanendo e il fuoco aveva ripreso a bruciare dentro di
    lui. In quel momento percepì una strana sensazione, si sentiva osservare
    da una moltitudine di occhi invisibili. L'ansia e il timore di un nuovo
    scontro lo fecero voltare: ad un primo sguardo pensò si trattasse di un
    illusione generata dalle torce che, giocando con il vapore, proiettavano
    ombre nella nebbia, ma ad un'osservazione più approfondita si rese conto
    che dal fumo avanzavano pallide figure evanescenti, spiriti che vagavano
    silenziosi dalla palude verso la casa. Una moltitudine di ombre, uomini e
    donne di tutte le età, si apprestava a varcare la soglia presso la quale il
    ragazzo si trovava.
    Rance, impietrito di fronte a quella visione, non riusciva a muoversi,
    guardava quelle emanazioni mentre sfilavano al suo fianco senza curarsi
    di lui, come se non esistesse.
    Vinto dalla curiosità il giovane decise di seguirle, sentiva che il loro
    percorso lo avrebbe guidato verso la propria meta. Il pallido fiume di
    anime, abbandonata la palude, proseguì lungo il sentiero inoltrandosi in
    una verde distesa. Ad un certo punto gli spiriti iniziarono a disperdersi.
    Rance osservò stupefatto il luogo in cui era giunto. Lì davanti ai suoi
    occhi sorgeva un cimitero completamente disseminato di lapidi, presso le
    quali le anime andavano a ricongiungersi con la terra. Su ogni lapide vi
    era incisa una frase, che si ripeteva di pietra in pietra: <<il Male si è
    impadronito di me, a lui devo la fine della mia vita>>. Rance rivolse
    nuovamente lo sguardo verso il cimitero, gli spiriti erano quasi tutti
    ritornati alla terra, i pochi che tardavano lo facevano per poter salutare i
    propri cari un'ultima volta. Alla vista di quella scena il ragazzo si
    commosse, calde lacrime gli rigarono il volto e la rabbia accese il suo
    animo, promise a se stesso che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo
    potere per portare giustizia a quelle famiglie.
    La casa ormai era a poche centinaia di metri, la tempesta infuriava senza
    tregua abbattendosi con impeto sempre maggiore sull'abitazione. Le
    pareti della magione tremavano. Sulle facciate esterne andavano a
    formarsi delle crepe sempre più ampie ad ogni tremito. La casa si stava
    lentamente distruggendo, sembrava che anche le forza della natura
    fossero giunte per punire colui che aveva causato tanto dolore.
    Un portone di legno costituiva l'entrata dell'abitazione, oltrepassandolo
    Rance si ritrovò in lungo corridoio, in fondo al quale si intravedeva un
    bagliore filtrare da sotto una porta. Mentre lo attraversava si rese conto
    di quanto facesse freddo all'interno della casa, nuvole di vapore si
    formavano ad ogni suo respiro. Qualcosa di oscuro stava accadendo in
    quel luogo. Quando tuttavia giunse nella stanza successiva rimase
    sconcertato: al centro vi era una tavola imbandita di cibi e vini di tutti i
    tipi, un grande camino acceso riscaldava la stanza mentre lungo le pareti
    diverse torce rilasciavano una piacevole luce soffusa. Solo dopo essersi
    guardato attorno Rance si accorse della presenza di un'altra persona, una
    splendida donna era seduta davanti al camino, con le gambe accavallate.
    Lo guardava con occhi languidi e carichi di desiderio. Delle rosse labbra
    carnose e dei lunghi capelli corvini, che le ricadevano lungo la schiena,
    ne accentuavano la pallida carnagione. Indossava un lungo abito scuro e
    in una mano stringeva un calice dal quale aveva appena finito di bere.
    Per un lungo istante i due continuarono a fissarsi, lei si mosse per prima,
    si avvicinò al tavolo e prese un calice che porse al ragazzo. Fu lui
    tuttavia a rompere il silenzio: << Che posto è questo? Chi sei? Sei tu ad
    esserti macchiata le mani di tutto quel sangue? >> le chiese il giovane in
    tono inquisitorio. Lei lo guardò a lungo prima di rispondere, poi con
    voce annoiata replicò: <<io non mi sporco mai le mani di sangue, mi ci
    bagno le labbra e lo assaporo lentamente, mi nutro di sangue e ricchezze,
    la mia sete per questi due elementi è insaziabile>> a queste parole portò
    nuovamente il calice alla bocca, sorseggiandone avidamente il contenuto.
    Solo allora il giovane si rese conto dei lunghi canini che ornavano la
    bocca della donna e si mise sulla difensiva.
    La vampira tuttavia, non curandosi dell'atteggiamento aggressivo del
    ragazzo, riprese a parlare:<< Non è detto che debba andare così, vieni
    con me, potrai avere tutto ciò che più desideri, non avrai mai più bisogno
    di altro se decidi di stare al mio fianco. Devi solo giacere con me, è
    l'unico sacrificio richiesto per avere tutto ciò che ti ho promesso >>.
    Ma il ragazzo aveva ormai preso la sua decisione, sguainò la spada e si
    avventò sulla vampira. Questa con una velocità straordinaria lo colpì al
    petto, i suoi artigli stridettero sull'armatura lasciando delle profonde
    lacerazioni nel metallo ma senza intaccarne l'acciaio in profondità.
    Stupita per l'attacco fallito, la donna si ritrasse, dando così a Rance il
    tempo di reagire. Il ragazzo falciò l'aria con un fendente, allontanando da
    se il nuovo assalto della creatura. La vampira e il giovane si trovavano
    di fronte al camino, bagliori arancioni splendevano sulla lama del
    ragazzo e ogni suo attacco sembrava una scia luminosa nell'aria. I loro
    movimenti seguivano i passi di una danza mortale il cui ritmo veniva
    scandito dal crepitio delle fiamme. La creatura, vinta dall'impazienza,
    iniziò una serie di attacchi con i quali aveva intenzione di sfiancare il
    giovane, saettava come un lampo da una parte all'altra ad una velocità
    incredibile. Rance in poco tempo si ritrovò ansimante e disarmato per la
    difficoltà di resistere a quella furia.
    Una fitta di dolore sopraggiunse in quel momento, lasciandolo impotente
    e in ginocchio davanti al camino. La vampira iniziò ad avanzare verso di
    lui sogghignando per la propria vittoria.
    Alla luce delle fiamme risplendeva di una maestosa bellezza.
    A quella vista un fremito di eccitazione scosse il ragazzo, facendogli
    dimenticare con chi aveva a che fare. Alzò la celata dell'elmo per
    respirare meglio, a fatica si mise in piedi e quando la creatura si avvicinò
    maggiormente la strinse dolcemente a se. La vampira, vedendo gli occhi
    del ragazzo carichi di desiderio, si convinse di averlo sedotto, gli
    appoggiò le braccia sulle spalle, pronta a trascinarlo in un fiume di
    passione. Quando Rance la strinse maggiormente lei gli tolse l'elmo,
    dopo essersi sfilato un guanto le accarezzò il volto, mai aveva sentito un
    viso così morbido e delicato, ma quando lei gli sorrise lui si ricordò di
    che creatura fosse. Istintivamente la colpì con un pugno allo sterno e con
    violenza le spinse la testa tra le fiamme. Il volto della vampira divenne
    una maschera d'orrore, quando le vampate la raggiunsero un grido di
    dolore attraversò la casa. Rance mantenne la presa fino a quando la
    creatura non cessò di muoversi e iniziò a ridursi in cenere.
    Stremato andò ad accasciarsi su una sedia poco distante, lo scontro lo
    aveva completamente privato di ogni forza. Si rialzò dopo qualche
    istante, dopo essersi rivestito e aver raccolto la spada si avvicinò al
    tavolo carico di cibo, il dolore al petto sembrava scomparso e sentiva di
    meritarsi un lauto pasto per aver compiuto quella grande impresa. Era sul
    punto di iniziare a mangiare quando una folata di vento spense tutte le
    torce, l'unica rimasta accesa illuminava una massiccia porta in legno.
    Rance, capì che il suo cammino non era ancora giunto al termine, varcò
    l'entrata ritrovandosi a salire lungo una scala a chiocciola.
    Il freddo aveva ripreso possesso della casa, una leggera brezza
    continuava a precederlo quasi ad indicargli la direzione da seguire.
    Quando le scale finirono oltrepassò un arco giungendo in un largo
    corridoio.
    In fondo vi era un'altra porta. Appoggiata al muro, a custodire l'entrata, si
    ergeva una figura incappucciata avvolta in un lungo mantello nero, tra le
    mani reggeva una lunga e minacciosa falce. Si era già accorta di Rance,
    ma solo quando lo vide avvicinarsi si volse verso di lui; al posto del
    volto vi era un teschio. La Morte lo fissò a lungo, quando il ragazzo
    sostenne il suo sguardo, dalle orbite cave, un forte senso di vuoto lo
    colpì. La Mietitrice alzò quindi una mano scheletrica da sotto il mantello
    e gli fece cenno di seguirla. Il ragazzo non potè resistere in alcun modo
    all'ordine, la Morte aveva annichilito la sua volontà.
    Lo condusse oltre la porta, in una grande stanza da letto. Lì un pallido
    fuoco stava esalando gli ultimi respiri nel camino, dopo aver cercato
    invano di contrastare il gelo che ormai dominava la stanza.
    Poco distante in un letto giaceva un anziano, nonostante i capelli bianchi
    e le rughe più accentuate sembrava lo stesso vecchio che lo aveva
    indirizzato verso la casa, all'inizio di quell'avventura.
    La Morte sogghgnò e rivolgendosi al vecchio, con una voce fredda e
    priva di emozione, gli disse: << Il ragazzo è arrivato fin qui, sembra che
    tu abbia scelto bene il tuo campione >>.
    A sentire quelle parole il vecchio aprì gli occhi, guardò il ragazzo e gli
    sorrise. Mentre cercava di mettersi seduto un forte attacco di tosse lo
    colpì. Contemporaneamente Rance sentì un profondo dolore salire dal
    suo petto fino a raggiungere la gola.
    L'anziano fece cenno al giovane di avvicinarsi al letto per poter ascoltare
    meglio ciò che aveva da dirgli, appena questi si fece più vicino il vecchio
    iniziò a parlare: << Immagino tu abbia tantissime domande in cerca di
    risposta, ti rivelerò tutto ciò che cerchi, ma prima che tu mi interrompa
    voglio che tu conosca tutta la storia. Io sono colui che hai sentito
    nominare come il padrone, sono l'uomo che nel corso degli anni si è
    macchiato di innumerevoli crimini, ho seguito una strada di sangue e mi
    sono sempre fatto guidare dalla Morte, mia maestra e amante. Tutto è
    iniziato quando mio fratello mi tradì facendomi catturare da dei banditi,
    desiderava potere e ricchezza e nulla lo avrebbe fermato, neppure i
    legami di sangue. Da quando entrai in quella banda tutto ciò in cui
    credevo venne stravolto, la mia rabbia e la mia furia crebbero a dismisura
    e la mia avidità divenne insaziabile. Nell'arco di diversi anni riuscii a
    diventare il capo di quella banda e sotto il mio comando ordimmo
    massacri e commettemmo i delitti più efferati. Non avevo mai avuto
    alcun tipo di rimorso fino alla vecchiaia. Ma quando ciò è accaduto quel
    rimorso si è impadronito di me, è penetrato nel mio corpo e ha iniziato a
    bruciare ardentemente senza darmi tregua. Solo ora mi son reso conto di
    quanto fosse irreparabile il male che ho compiuto. Con i miei crimini ho
    avvelenato me stesso e ora sono dannato per l'eternità >>. A quel punto
    Rance lo interruppe: <<e io che ruolo avrei in tutto questo? Come ha
    fatto il tuo rimorso ad avvelenare anche me? Dove ci troviamo? >>. Il
    vecchio trasse un profondo sospiro e riprese a parlare: <<beh Rance, il
    motivo per cui io ti ho dannato è perche io sono Rance Gallard, io sono
    te. Questo non è un luogo reale, siamo nella mente di un vecchio che
    giunto alla fine della propria vita ha cercato invano di salvare ciò che
    rimaneva di un giovane cavaliere dedito ad aiutare i deboli e gli indifesi.
    Tu sei solo un ricordo recuperato da antiche memorie passate, il
    campione che ho scelto nel tentativo di restituire parte dell'antica nobiltà
    a questa ormai vecchia e corrotta mente. Speravo di poter salvare almeno
    quelle mie giovanili imprese sconfiggendo attraverso di te quello che
    sono diventato. Mi hai reso un grande onore affrontando con valore la
    mia Rabbia e la mia Furia, hai attraversato le anime dei defunti senza
    sentirne alcun rimorso e infine il tuo onore ti ha difeso come un'armatura
    contro la mia Avidità e la mia Sete di sangue. Ma alla fine anche tu sei
    stato guidato quì dalla Morte. Quando ti ho visto entrare con lei ho capito
    di aver fallito il mio compito, non potevo in alcun modo redimermi dai
    miei crimini attraverso di te. Non c'è redenzione per quelli come me. Con
    le mie empietà ho distrutto tutto ciò che avevo compiuto di buono nella
    mia precedente vita di cavaliere. Forse se ti avessi richiamato prima sarei
    riuscito a redimere parte delle mie colpe, ahimè, il tempo è tiranno e non
    mi ha dato un'altra possibilità >>.
    Un nuovo violento attacco di tosse scosse il vecchio, il fuoco con
    un'ultima vampata si dissolse. La terra si agitò e le pareti della casa si
    squarciarono. Attraverso queste voragini nel muro si poteva vedere la
    furia della natura, il terreno scosso nelle profondità si apriva in più punti
    creando abissi senza fine.
    La Morte si avvicinò al giovane Rance, lo prese per mano e lo condusse
    di fonte ad uno specchio, nel proprio riflesso il ragazzo non vide altro
    che un teschio in armatura divorato dalle fiamme. Il fuoco lo consumò
    velocemente bruciando la carne fino a ridurla in cenere.
    Il rumore dell'acciaio sul pavimento fu l'ultimo ricordo di ciò che era
    stato quel giovane guerriero.
    Nel letto intanto il vecchio aveva cessato di respirare e la Morte, ritornata
    come sempre al suo fianco, si apprestava ad accompagnarlo nel suo
    ultimo viaggio.
    Il tempo aveva deciso per la sorte di Rance Gallard, colui che da giovane
    aveva abbandonato la via del cavaliere per seguire una strada di sangue.
    Colui che solo in fondo alla propria vita era riuscito a far sfavillare
    nuovamente la fiamma dell'onore, un'ultima volta, prima della fine.
     
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  2. eintirol
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    Non riesco a leggerlo. È troppo lontano dalla scrittura che mi piace. Hai una scrittura densa, barocca, un uso generoso di aggettivi pomposi. Non posso esserti d'aiuto.
     
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    Ah... e io credevo di essere riuscito a migliorare rispetto al precedente sulla base dei vostri consigli... evidentemente avevo male interpretato
     
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  4. eintirol
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    CITAZIONE (Ryakar @ 26/11/2014, 07:46) 
    Ah... e io credevo di essere riuscito a migliorare rispetto al precedente sulla base dei vostri consigli... evidentemente avevo male interpretato

    In cosa ti sembra di aver seguito i consigli? A te piace una letteratura così pomposa e carica?
     
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    Come ho detto devo aver male interpretato i vostri consigli... in ogni caso non mi sembrava un risultato pessimo... poi come ho spesso detto sto ancora imparando e la critica migliore la sto trovando sul forum... sentire che la trovi pesante e pomposa mi fa pensare a come potrei snellirla... in che senso sarebbe carica?
     
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  6. eintirol
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    CITAZIONE (Ryakar @ 26/11/2014, 09:19) 
    Come ho detto devo aver male interpretato i vostri consigli... in ogni caso non mi sembrava un risultato pessimo... poi come ho spesso detto sto ancora imparando e la critica migliore la sto trovando sul forum... sentire che la trovi pesante e pomposa mi fa pensare a come potrei snellirla... in che senso sarebbe carica?

    Tu rileggi più i racconti dopo averli scritti? Quando lo fai sono più le volte che aggiungi o quelle che tagli?
    Personalmente, ma ribadisco che è una mia visione, non sono la Bibbia, il risultato è pessimo, peggio del racconto precedente.
    Il racconto è minuzioso su ogni cosa che avviene, rallentando la scorrevolezza del racconto, alcune frasi virano verso la poesia, con metafore fuori luogo se non ridicole. Tutto è descritto con un uso generoso di aggettivi,si utilizzano parole che, immagino, tu reputi evocative.
    Se io scrivo "l'eroe fece un passo", tu scriveresti "l'eroe, con inusitata fatica, sollevò il piede avvolto dal polveroso stivale donatogli dal possente Baldur, posando alcuni centimetri dopo, nella gelida terra".
    Il racconto è "carico" quasi da sembrare una parodia: magione sulla scogliera che sta crollando, con fulmini e tuoni nel cielo, vecchi incappucciati che appaiono e scompaiono, un eroe ferito ma mosso da chissà cosa, un armatura indossata dall'Oscurità accompagnata da un cane infernale, stridore dell'acciaio delle spade, anime perdute e lapidi con strani messaggi tutto questo in pochissime righe.
     
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    Si ho riletto e corretto gli errori, non ho limato molto ad essere sincero, ma non ho nemmeno aggiunto... ho usato immagini evocative deliberatamente... come si può intuire sono ancora alle prime armi, visto che a parte tramite il forum non riesco ad avere una buona critica spero di cavare fuori qualcosa dai vostri commenti, anche quando il tutto vi fa cagare... rispetto all'altra volta ho cercato di eliminare i troppi che è i verbi essere, ho messo il tutto al passato remoto e ho cercato di strutturare la storia in modo meno banale lasciando una maggiore suspense, al resto non ho pensato. Sto cercando di imparare da quanto dite, ogni volta cerco di ricavarne qualcosa di nuovo da usare per migliorare. Purtroppo come vi ho già detto non ho molto tempo per andare a seguire corsi di scrittura , ho letto qualcosa online e ho cercato di riportarlo... mi dispiace di non essere all'altezza delle vostre aspettative, ma in ogni caso vi ringrazio molto per il tempo che dedicate a questi miei racconti, tramite le vostre critiche posso provare a migliorare
     
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  8. eintirol
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    CITAZIONE (Ryakar @ 26/11/2014, 10:15) 
    Si ho riletto e corretto gli errori, non ho limato molto ad essere sincero, ma non ho nemmeno aggiunto... ho usato immagini evocative deliberatamente... come si può intuire sono ancora alle prime armi, visto che a parte tramite il forum non riesco ad avere una buona critica spero di cavare fuori qualcosa dai vostri commenti, anche quando il tutto vi fa cagare... rispetto all'altra volta ho cercato di eliminare i troppi che è i verbi essere, ho messo il tutto al passato remoto e ho cercato di strutturare la storia in modo meno banale lasciando una maggiore suspense, al resto non ho pensato. Sto cercando di imparare da quanto dite, ogni volta cerco di ricavarne qualcosa di nuovo da usare per migliorare. Purtroppo come vi ho già detto non ho molto tempo per andare a seguire corsi di scrittura , ho letto qualcosa online e ho cercato di riportarlo... mi dispiace di non essere all'altezza delle vostre aspettative, ma in ogni caso vi ringrazio molto per il tempo che dedicate a questi miei racconti, tramite le vostre critiche posso provare a migliorare

    Non si tratta delle nostre aspettative, ma devi anche comprendere perchè scrivi. Lo fai per te? Oppure, in fondo al cuore, sogni di venir pubblicato, un giorno?
    Per il momento ci hai sottoposto due racconti fantasy, genere che amo poco. Potrebbe essere in linea con la produzione fantasy contemporanea. Ho letto qualche pagina di R.R. Martin colpito dalla trama e dai personaggi della serie TV "il Trono di Spade", sono rimasto sorpreso dall'incredibile semplicità di scrittura.
    Non so se si tratta della traduzione italiana, di certo sono libri di agile lettura, probabilmente proprio per questo ammirati a più livelli.

    Il tuo modo di scrivere "deliberatamente evocativo" mi sembra distante dal sentire comune, leggo anche romanzi dell'800 o primi del '900, e neppure allora trovo qualcuno pari alla tua densità verbale.

    Certo è, che se a te piace scrivere così, o leggere libri scritti in tal modo (però vorrei sapere se ne esistono), le mie parole hanno scarso valore. Però pensavo che fosse chiaro che spesso, per creare suspance e mistero, sia meglio dire poco e descrivere di meno.

    Sicuramente tu crei una trama nel tuo cervello, e, mi sembra, la riproponi in forma scritta. Interrogati invece su come renderla seducente per un lettore.

    Invece di lanciarti in un nuovo racconto, riprendi quanto hai scritto, mantieni trama e situazioni, ma inizia a lavorare di lima.
     
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    Sì senza dubbio non mi metterò più a scrivere per un po', se lo farò sarà proprio per risistemare questi racconti. Comunque, per chiarire, scrivo per me, la scrittura mi ha sempre affascinato ma non l'avevo mai affrontata prima di adesso. Non ho grandi aspirazioni al riguardo. Certo se riuscissi a scrivere qualcosa di molto bello mi piacerebbe pubblicarlo ma rimane comunque una passione marginale rispetto al resto. Devo riuscire a snellirla meglio, e dovrò farlo in un modo o nell'altro xD comunque, grazie mille come sempre
     
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  10. CarDestroyer
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    Non ho molto tempo per fare precisazioni puntuali, e comunque a un certo punto non vorrei sembrare il classico "so tutto io anche senza averci la laurea" :D
    Come eintirol anche io non amo il fantasy, anzi, ne ho abbandonati un paio ben prima della metà ed evito pure i film, perciò può pure darsi che la tua scrittura vada nella direzione giusta in tal senso.
    CITAZIONE (Ryakar @ 23/11/2014, 18:06) 
    Fu la pioggia a svegliarlo, con il suo tamburellare senza tregua
    sull'armatura. Rance aprì gli occhi, ritrovandosi disteso nella melma ad
    osservare le tristi nuvole portatrici di lacrime.
    Non capiva come fosse giunto in quel luogo, ricordava di trovarsi
    insieme a suo fratello, nel cortile del castello durante una sessione di
    allenamento.
    Quando cercò di alzarsi in piedi, una fitta al petto lo inchiodò a terra. Un
    fuoco ardeva dentro di lui, un dolore di cui non conosceva l'origine.

    L'incipit non parte male: c'è la messa in situazione (niente memoria, luogo sconosciuto e in situazione di disagio), una primo abbozzo di presentazione del personaggio e della sua epoca (si sa che ha un'armatura e perciò il lettore lo etichetta subito come guerriero mediavale o giù di lì). Quel "nuvole portatrici di lacrime" invece è prematuro: se vuoi usare la terza persona immersa, Rance non ha ancora idea del suo destino quindi sarà di animo infastidito, non triste; se usi la terza persona onniscente può andare bene, ma dovrai trattare tutti i personaggi con molta cura, scrivendo non solo ciò che fanno, ma anche ciò che pensano senza fregare il lettore tacendo quando ti fa comodo (es. uno stallo alla messicana: il lettore deve sapere le intenzioni di entrambi).
    CITAZIONE (eintirol @ 26/11/2014, 09:32) 
    Il racconto è minuzioso su ogni cosa che avviene, rallentando la scorrevolezza del racconto, alcune frasi virano verso la poesia, con metafore fuori luogo se non ridicole. Tutto è descritto con un uso generoso di aggettivi,si utilizzano parole che, immagino, tu reputi evocative.
    Se io scrivo "l'eroe fece un passo", tu scriveresti "l'eroe, con inusitata fatica, sollevò il piede avvolto dal polveroso stivale donatogli dal possente Baldur, posando alcuni centimetri dopo, nella gelida terra".

    Quoto: è il tipico errore di chi si mette a scrivere narrativa. La paura di scrivere poco, di non essere chiari, di dimenticare qualcosa, di non poter più far niente una volta consegnato il compito. Altra cosa tipica, è la pomposità e l'oniricità del registro: dipende dal fatto che si vorrebbe scrivere subito IL Capolavoro dei capolavori. Per il comparto onirico ci sono come esempi il buon vecchio H. P. L. per l'old style leggibile, altrimenti si va di Philip K. Dick. Normalmente, quasi tutti gli autori moderni relegano tutto ciò a brevi brani giustamente posizionati.

    Argomento aggettivi e descrizioni banali: c'è solo un modo per migliorare ed è scrivere leggere scrivere leggere scrivere leggere! Aiuta anche fare un elenco di parole da NON usare mai.

    Dici di scrivere per te stesso, e anche questo è tipico di chi inizia a scrivere: abbandona subito quest'idea o finirai a scrivere poesie. Così aumenta il carico di lavoro, ma come con le auto, se non esci dal parcheggio e ti immetti nel traffico, a casa ci arriverai solo col pensiero.

    Valuta l'idea di scrivere brani anziché interi racconti per farti le ossa al livello tecnico.

    Tranquillo: stai percorrendo gli stessi passi di chi si avvicina alla scrittura creativa ;)
     
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    Wow, grazie mille CarDestroyer, sei riuscito a descrivere quello che sentivo mentre scrivevo. Non ho la presunzione di scrivere il capolavoro de capolavori, però ammetto che speravo in qualche modo di riuscire prendere il lettore, cosa che non sembra essere avvenuta purtroppo. Eviterò i racconti in futuro, anche per motivi di tempo, e seguirò il consiglio sul fare dei brevi brani, così da potermi muovere tra molte più situazioni e variare meglio. Cercherò in tutti i modi di evitare aggettivi pomposi, così da non caricare troppo... il problema è che non sapevo come altro rendere l'atmosfera del racconto... la strada è ancora lunga per migliorare (tranquilli non vi tartasserò con tutto ciò che scriverò). Tuttavia non riuscirò a dire di scrivere per altri fino a quando non avrò uno stile migliore, mi sentirei fin troppo presuntuoso ...
    In conclusione, grazie mille per le critiche, come sempre sono ben accette, ammetto di rimanerci male all'inizio ma alla fine capisco quanto sia importante avere una critica forte che indirizzi sulla giusta strada.
     
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  12. CarDestroyer
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    CITAZIONE (Ryakar @ 26/11/2014, 18:52) 
    Tuttavia non riuscirò a dire di scrivere per altri fino a quando non avrò uno stile migliore, mi sentirei fin troppo presuntuoso ...

    No, attento, scrivere per gli altri non significa farli godere della propria maestria, piuttosto mettersi in gioco, lasciare che altri interpretino, comprendano quanto basta per far volare la LORO creatività personale: in soldoni, devono vivere dentro il libro e sentire propri i personaggi. E' un furto autorizzato, un patto col lettore a cui doni un manichino e della stoffa, indicandogli come creare un abito che potrà benissimo differire da come lo pensavi tu di tanti piccoli particolari. Se non parti da questo presupposto, cioè che quel che scrivi diventerà patrimonio emozionale di altri, finirai per vergare poesie come il 99% di chi dice di scrivere nel tempo libero.
    Tieni conto poi che, nel caso di scrittura di genere, sarebbe meglio avere anche commenti da chi ne legge abitudinariamente.
    CITAZIONE
    In conclusione, grazie mille per le critiche, come sempre sono ben accette, ammetto di rimanerci male all'inizio ma alla fine capisco quanto sia importante avere una critica forte che indirizzi sulla giusta strada.

    Per le critiche ti assicuro che più fanno male all'inizio meglio è, perché invitano a capire meglio com'è che ci sono i grandi narratori, perché quello scrittore si legge tanto bene e l'altro no... e i miei lavori nessuno li finisce di leggere :lol:
    Come dicono alla prima lezione di scrittura creativa, tutte le storie del mondo sono già state scritte, quindi la trama, complicata quanto ti pare, deve essere un pretesto per altro: far vivere dei personaggi, divulgare un'idea, far ridere (estremamente complicato :disp: , come scoprirai) ecc.
     
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    CITAZIONE (CarDestroyer @ 26/11/2014, 22:04) 
    CITAZIONE (Ryakar @ 26/11/2014, 18:52) 
    Tuttavia non riuscirò a dire di scrivere per altri fino a quando non avrò uno stile migliore, mi sentirei fin troppo presuntuoso ...

    No, attento, scrivere per gli altri non significa farli godere della propria maestria, piuttosto mettersi in gioco, lasciare che altri interpretino, comprendano quanto basta per far volare la LORO creatività personale: in soldoni, devono vivere dentro il libro e sentire propri i personaggi. E' un furto autorizzato, un patto col lettore a cui doni un manichino e della stoffa, indicandogli come creare un abito che potrà benissimo differire da come lo pensavi tu di tanti piccoli particolari. Se non parti da questo presupposto, cioè che quel che scrivi diventerà patrimonio emozionale di altri, finirai per vergare poesie come il 99% di chi dice di scrivere nel tempo libero.
    Tieni conto poi che, nel caso di scrittura di genere, sarebbe meglio avere anche commenti da chi ne legge abitudinariamente.
    CITAZIONE
    In conclusione, grazie mille per le critiche, come sempre sono ben accette, ammetto di rimanerci male all'inizio ma alla fine capisco quanto sia importante avere una critica forte che indirizzi sulla giusta strada.

    Per le critiche ti assicuro che più fanno male all'inizio meglio è, perché invitano a capire meglio com'è che ci sono i grandi narratori, perché quello scrittore si legge tanto bene e l'altro no... e i miei lavori nessuno li finisce di leggere :lol:
    Come dicono alla prima lezione di scrittura creativa, tutte le storie del mondo sono già state scritte, quindi la trama, complicata quanto ti pare, deve essere un pretesto per altro: far vivere dei personaggi, divulgare un'idea, far ridere (estremamente complicato :disp: , come scoprirai) ecc.

    Ora ho compreso cosa intendessi per scrivere per gli altri, mi piace molto come idea. La lettura è soggettiva, ognuno la vede dal proprio punto di vista in base alle proprie esperienze. Spero di imparare a trasmettere qualcosa di questo tipo, è uno degli obbiettivi che vorrei raggiungere.
    Per le critiche infatti parlo con voi sul forum, i miei amici che li leggono non riescono ad essere oggettivi xD
    Io sarei curioso di leggere i tuoi racconti invece, avevo cercato di capire come avevi corretto i miei altri racconti attraverso quelle poche frasi che avevi riportato.
     
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  14. CarDestroyer
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    Mah, guarda è un pezzo che non scrivo, però QUI trovi un brano da un lavoro molto più ampio, mentre QUA trovi un racconto a puntate (manca il finale :D ). Il secondo difetta di alcune giunzioni tra le varie puntate e lo revisionerei pesantemente, però ormai è troppo vecchio e dovrei ripassare le nozioni di geologia e attrezzature per miniere :wacko:
     
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    CITAZIONE (CarDestroyer @ 27/11/2014, 20:19) 
    Mah, guarda è un pezzo che non scrivo, però QUI trovi un brano da un lavoro molto più ampio, mentre QUA trovi un racconto a puntate (manca il finale :D ). Il secondo difetta di alcune giunzioni tra le varie puntate e lo revisionerei pesantemente, però ormai è troppo vecchio e dovrei ripassare le nozioni di geologia e attrezzature per miniere :wacko:

    Grazie mille ;) stasera non riesco a leggerli purtroppo ( test di laboratorio domani :disp: :disp: :disp: ), sicuramente domani me li leggerò con calma ;)
     
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19 replies since 23/11/2014, 18:06   176 views
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