Il sentiero attraverso i boschi...

Un raccontino Kingiano...neanche tanto!

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  1. HellChild
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    Ecco qua...
    Visto che Tsam lamentava del periodo di stasi della sezione dark tales..
    ho trovato questo obbrobrio nel mio HD...
    Non l'ho nè riletto, nè tantomeno revisionato...
    L'ho scritto di getto...

    A voi:



    Era una giornata del cazzo, una di quelle giornate in cui qualsiasi cosa tu tenti di fare non ti riesce nemmeno a pagarla oro. In più cominciava a piovere, la macchina era in panne, ed ero bloccato ai bordi di una strada in cui passava una macchina all’ora, se eri fortunato.
    Peccato che la macchina di quell’ora era già passata, e non si era fermata.
    Evidentemente la dea bendata era più cieca del solito quel giorno.
    Una bella giornata, non c’è che dire. Cominciata male e proseguita peggio, se possibile. Mi sentivo male solo al pensiero che non era ancora finita. Chissà quante altre cose potevano andare storte prima di notte.
    La mattina passata in redazione a litigare con quasi tutti i colleghi. La stupidità di certa gente è qualcosa di inconcepibile, credetemi! Per questo cerco di passare in redazione il meno possibile. Solo che se stavo a casa un altro po’ rischiavo il divorzio. Probabilmente mia moglie non ne poteva più di avermi tutti i santi giorni tra le palle.
    Beh, adesso comunque ero li, ad una decina di kilometri da casa, su una stradina di montagna che nessuno conosce con l’automobile che magicamente non partiva più.
    Le ipotesi erano due, a quel punto: o continuare per la strada asfaltata e cercare di raggiungere il paesetto più vicino o tagliare a piedi per i boschi e in un paio di orette essere a casa per chiamare il carro-attrezzi.
    Se fossi andato fino al paese ci sarebbero volute lo stesso un paio di ore, con il rischio di essere investito e di dover poi fare un altro paio di kilometri per arrivare a casa mia. Decisi allora di prendere la strada per i boschi. Conoscevo i sentieri di quelle montagne come le mie tasche, d’altronde io in questo posto ci sono nato, e non avrei avuto problemi ad arrivare a casa.
    Almeno così credevo, ma non avevo calcolato che Madama Fortuna non era girata dalla mia parte quel giorno.
    Il pomeriggio era ancora chiaro, nonostante la pioggia che scendeva leggera. Sarei arrivato a casa molto prima che facesse scuro, pensai. E poi mi chiesi: che differenza fa se ritardo un po’ e fa scuro? Io da queste parti ci sono cresciuto. Ci ho passato nottate intere con gli amici a passeggiare per questi boschi, reduce da qualche festa troppo alcolica o da qualche serata amorosa. Non ho mai avuto paura e non vedevo perché avrei dovuto averne proprio in quel momento.
    Così, senza pensarci chiusi la mia macchina e mi incamminai verso il bosco. Volevo prendermela comoda. Una passeggiata attraverso i boschi era esattamente quello che mi ci voleva per distendere un po’ i nervi dopo una giornata girata storta.
    Presi una sigaretta e la accesi; finalmente aveva anche smesso di piovere. Non che contasse veramente qualcosa, il sottobosco sarebbe stato fradicio in ogni modo, e sarei arrivato a casa bagnato fino al midollo lo stesso.
    La macchina era parcheggiata sulla piazzola di sosta al lato destro della strada. L’unica piazzola nel giro di una trentina di Kilometri. Almeno in questo ero stato fortunato. Proprio ai margini dello spiazzo cominciava il bosco. E il sentiero che avrei dovuto percorrere era ad una decina di minuti da li, attraversando il bosco in linea retta. Mi fermai un attimo vicino al telefono. Rotto anche quello, chissà perché ma ci avrei scommesso.
    Passando vicino ad una banchina di legno, dove le ragazze scrivevano i nomi dei propri amanti, mi infilai nel bosco.
    All’interno del bosco l’aria sapeva di aghi di pino bagnati, ed io ho sempre amato quell’odore. Mi fermai a respirare a pieni polmoni. Era esattamente quello che mi ci voleva per ricaricarmi le batterie. Una passeggiata attraverso il bosco, magari sarei riuscito anche a non fumare, per non rovinare quell’atmosfera idilliaca che si creava ogni volta che camminavo da solo per un qualche sentiero di montagna. Ripresi a camminare, non sapevo che ora fosse. Saranno state le quattro e mezza, o le cinque, poco importava, tanto non avevo fretta. Il sottobosco era, come avevo previsto, fradicio per colpa del temporale appena passato, e ad ogni passo dovevo stare attento a non scivolare.
    Da quel momento in poi, persi la nozione del tempo. Assopito com’ero nei rumori e negli odori della foresta, non mi ero accorto che, già da un pezzo, avrei dovuto essere sul sentiero verso casa. Me ne accorsi troppo tardi, e la luce che filtrava dalle fronde degli alberi era ormai troppo flebile. Doveva essere sera, senza essermene reso conto avevo camminato per un paio d’ore.
    Non mi presi troppo dal panico, ma l’unica cosa che mi passò per la testa di fare era salire su un albero e sperare che il sole dovesse ancora tramontare. Una volta individuato l’ovest avrei potuto affidarmi a quella direzione per arrivare a casa, che si trovava proprio da quella parte.
    Così, mi apprestai a salire un albero che sembrava, a mio avviso, avere abbastanza appigli. Meno male che sono sempre stato un arrampicatore provetto, fin da bambino, quando andavo a rubare la frutta dall’orto del mio vicino di casa.
    La scalata non si rivelò così ardua. Arrivai in cima in una decina di minuti, e mi misi a scrutare intorno a me. Per fortuna il sole doveva ancora oscurarsi completamente e vidi con facilità da che parte dovevo proseguire. Scesi con altrettanta facilità con cui salii e mi incamminai verso la direzione del sole scendente. Ad occhio e croce dovevo aver continuato per un bel pezzo attraverso il bosco, perché non riconoscevo il sentiero che stavo seguendo. “Strano”, mi dissi, “pensavo di conoscere questi luoghi come le mie tasche”.
    Evidentemente mi sbagliavo anche su questo.
    Cominciava anche a fare più freddo, il fiato mi si condensava davanti agli occhi ad ogni passo. Mi alzai il colletto del cappotto sul viso in modo da ripararmi di più, sperando di non dover passare la notte fuori, all’addiaccio. Le notti in montagna non sono piacevoli, soprattutto se non si ha di che coprirsi o scaldarsi.
    Camminai per diverso tempo, e il freddo aumentava sempre più. Solo dopo un po’ di tempo mi accorsi che qualcosa non andava. I suoni della foresta non si sentivano più, non un rumore, non un suono, niente che facesse credere che il bosco era abitato. Mi fermai in ascolto, aguzzando le orecchie per ascoltare meglio.
    Niente.
    Ricominciai a camminare, nel silenzio più assoluto rotto solo dalle mie scarpe che scivolavano sulle foglie bagnate, contrariato da questa mia ultima scoperta.
    Anche adesso, dopo tanto tempo, non so dire con esattezza cosa successe dopo. I ricordi si susseguono nella mia testa in un vortice, e sebbene io voglia dimenticare quell’orribile notte, le immagini mi perseguitano ogni volta che chiudo gli occhi.
    Continuai a camminare, ora con più di una punta di spavento addosso. In tanti anni che abitavo da quelle parti non mi era mai accaduto niente di simile, neanche nella mia infanzia, quando, incauto e incosciente, scappavo da casa per esplorare l’infinità del mondo che mi circondava.
    Dopo un po’ mi fermai nuovamente cercando di localizzare il tratto di bosco che stavo percorrendo. Un’ondata di nausea mi travolse, neanche adesso riuscivo a capire dov’ero. Imprecando contro la mala sorte mi accesi l’ennesima sigaretta, tanto la parte romantica della camminata scaccia-pensieri era già stata compromessa abbondantemente.
    Solo allora mi accorsi, inspirando il fumo della mia Lucky Strike, che non ero solo nella foresta attorno a me.
    TUM-TUM-TUM!
    Il rumore di passi, arrivava dalla mia sinistra, lenti ma cadenzati come un orologio inesorabile. Per un momento rimasi come pietrificato.
    TUM-TUM_TUM!
    I passi si stavano avvicinando sempre di più, e sembravano sempre più veloci.
    Le mie difese mentali, anche quelle già abbondantemente compromesse, non ressero più, gettai via il mozzicone che ancora stringevo tra le dita e mi misi a correre, senza dare importanza alla direzione, con l’unico scopo di allontanarmi da li.
    TUM-TUM-TUM-TUM!
    Ormai i passi venivano proprio da dietro di me, ma mentre cresceva la paura per quell’orrore dietro di me, cresceva anche l’istinto di sopravvivenza e mi imposi di correre, correre e correre, finché le energie non terminarono e crollai a terra senza respiro e senza conoscenza.
    TUM-TUM-TUM-TUM-TUM-TUM-TUM-TUM!
    Avevo solo la vaga coscienza di sentire il rumore allontanarsi…

    I soccorsi mi trovarono un paio di giorni dopo mentre girovagavo nei boschi dietro casa. Dopotutto mia moglie non doveva averne avuto ancora abbastanza di me se aveva avvertito la polizia della mia scomparsa.
    Quando mi ritrovarono ero in stato confusionale, secondo loro. Raccontai la mia storia. Raccontai cosa avevo provato quella notte nel bosco. Dissero a mia moglie che ero ancora sotto shock per l’esperienza vissuta. Per esperienza intendo l’essermi perso, la vera esperienza: il contatto con l’orrore, nessuno ci credeva.
    A dire il vero nei pochi momenti di lucidità che mi sono rimasti sorge il dubbio anche a me. L’ho provato sul serio? Ho veramente provato quella sensazione di terrore, così forte da costringerti ad urlare? Da costringerti a scappare?
    Non lo so, per adesso mi basta rimanere qui, internato in questa cella. Sulla porta c’è scritto “Sanitarium”, credono che io sia diventato pazzo.
    Probabilmente è vero. Passo tutti i giorni ad aspettare che l’orrore che mi ha mancato quella sera ritorni a finire ciò che ha lasciato incompiuto. E mentre guardo fuori dalla finestra la luna illuminare i boschi intorno alla mia cella, mi chiedo cosa siano le beghe quotidiane o la bieca ottusità degli uomini in confronto all’orrore vero.



    Se siete arrivati alla fine complimenti!!
     
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    Dampyr

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    Beh, niente male affatto! LA narrazione in prima persona è fondamentale per questo genere di storie; inoltre hai esplorato un genere di horror che mi garba parecchio, quello "psicologico", dove il lettore è coinvolto dalle sole sensazioni del protagonista, senza che di tangibile e concreto gli accada nulla.
    Un po' inutili certi termini volgari (in un dialogo potrei capirli...), per il resto è un raccontino che potrebbe entrare nella mia Casa Usher .
     
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  3. Nergal
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    Azz......veramente avvincente Hell ...l'ho letto tutto d'un fiato! Veramente un bel raccontino....e per di + con un finale molto ma molto bello .
    Complimenti davvero!
    ps: non ci credo che non l'hai riletto......altrimenti saresti uno scrittore
     
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  4. HellChild
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    CITAZIONE
    Beh, niente male affatto!

    CITAZIONE
    Azz......veramente avvincente Hell ...l'ho letto tutto d'un fiato!


    Grazie mille ragazzi.... Sono veramente contento di questi riscontri positivi...

    CITAZIONE
    non ci credo che non l'hai riletto

    Te lo posso giurare Nergal...non l'ho mai riletto, giace nel mio Hard Disc da un paio di mesi...però non ho mai voluto rileggerlo...


    CITAZIONE
    Un po' inutili certi termini volgari

    Concordo.
    Non so perchè l'ho messo (mi sembra che ce na sia uno solo...), probabilmente quel giorno che l'ho scritto ero arrabbiato con il mondo...

    CITAZIONE
    per il resto è un raccontino che potrebbe entrare nella mia Casa Usher

    Se questa è una proposta, guarda che mi stai allettando parecchio...
    Prima magari cercherò di togliere le suddette scurrilità, e vedrò se c'è qualcosa da mettere a posto...poi se ne può parlare...ovviamente se nn mi stavi prendendo in giro..

    Cmq grazie...
     
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  5. Nergal
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    CITAZIONE
    Te lo posso giurare Nergal...non l'ho mai riletto, giace nel mio Hard Disc da un paio di mesi...però non ho mai voluto rileggerlo...

    Se giuri ti credo ...
     
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    Dampyr

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    Se questa è una proposta, guarda che mi stai allettando parecchio...
    Prima magari cercherò di togliere le suddette scurrilità, e vedrò se c'è qualcosa da mettere a posto...poi se ne può parlare...ovviamente se nn mi stavi prendendo in giro.

    Con l'horror non scherzo mai . Le parti "scurrili" potresti anke lasciarle: ciò che censuro sono solo contenuti sessuali o violenti non adatti ai minori, visto ke il sito è aperto a tutti.

    @ Nergal: con quell'avatar stai un po' "rinnegando" il tuo personaggio...
     
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  7. CarDestroyer
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    Secondo me il linguaggio è corretto. Personalmente, se mi capitasse qualcosa del genere imprecherei l'intera cosmologia deica . Bel lavoro Hell, si sente che è stato scritto di botto. Non mi sembra che ci siano parti da modificare: è breve e "necessario". Solo il finale, a mio parere, è un po' forzato: va bene che il protagonista ha "sentito" qualcosa capace di traumatizzarlo, ma addirittura il manicomio ...
     
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  8. HellChild
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    CITAZIONE
    Con l'horror non scherzo mai


    Bene, allora ci teniamo in contatto per questa cosa... Thanx

    CITAZIONE
    Bel lavoro Hell


    Grazie, detto da te è un gran complimento...

    CITAZIONE
    Solo il finale, a mio parere, è un po' forzato: va bene che il protagonista ha "sentito" qualcosa capace di traumatizzarlo, ma addirittura il manicomio


    Mi pareva strano che non ci fosse qualcosa che nn ti andava bene.. Ovviamente sto scherzando, le critiche (se così si possono chiamare) sono sempre bene accette!!!
    Cmq, non so perchè ho scelto quel finale...al momento mi sembrava quello più opportuno..

    THX
     
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  9. Nergal
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    CITAZIONE
    @ Nergal: con quell'avatar stai un po' "rinnegando" il tuo personaggio...

    Già, ma questa tavola mi è sempre piaciuta ...fantastica!
     
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  10. HellChild
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    Molto non saprei..."epica"...
     
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  11. Tsam
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    Letto..e complimenti all'artista....sebbene il finale nn rientra nei canoni delle mie preferenze..(nn è ben definito....)..mi è piaciuto molto lo stile..e l'incazzatura perenne del tipo..tormentato dalla sfiga....bella anke la descrizione delle sensazioni..veramente i miei complimenti Hell;)..e grazie x la lettura..ciao
    tsam
     
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  12. HellChild
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    CITAZIONE
    veramente i miei complimenti Hell;)..

    Grazie Tsam!!!

    CITAZIONE
    sebbene il finale nn rientra nei canoni delle mie preferenze..(nn è ben definito


    Un finale debitore a H.P. Lovecraft...Nebbia densa su cià che succede.. .

    CITAZIONE
    Artista

    Parole troppo grosse.....

    Edited by HellChild - 14/5/2004, 23:27
     
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11 replies since 13/5/2004, 23:42   166 views
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