Mare Monstrum (Fantasia ionica)

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  1. DOM_the_BLACK
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    Sto alle indicazioni datemi e posto questo racconto (del 2003) a puntate. Questa è la prima parte :)

    Mare Monstrum (Fantasia Ionica)

    Ho appena rotto l’auto. Credo si sia spaccata una sospensione. Apro la portiera ed esco. La differenza fra l'interno climatizzato e la temperatura esterna è spaventosa. Fuori devono esserci più di quaranta gradi. Incasso il tremendo impatto iniziale e mi guardo intorno. E’ stupefacente come quella che neanche un’ ora prima percepivo come la dolce macchia mediterranea, che cullava il mio tranquillo viaggio verso Sud con i suoi magnifici colori, si sia trasformata in un ambiente ostile e selvaggio. Già prima che l’auto si rompesse mi ero perso. Quella che mi sembrava una stradina di montagna era svanita cinque minuti prima, e come un idiota sono andato oltre. L’ultima traccia del mondo civile che ho visto era l’indicazione per Reggio Calabria e quella vistosa insegna gialla con la scritta DEVIAZIONE. L’ho seguita e ho fatto la più grossa cazzata della mia vita. Col cellulare chiamo il 113, alla voce severa che mi risponde spiego la mia situazione. Mi fa domande idiote, se sapessi rispondere non mi troverei a questo punto. Dopo un po’ il militare capisce che sono in una situazione disperata: non ho la minima idea di dove mi trovo, l’auto è fuori uso, mi resta una sola bottiglia d’ acqua da mezzo litro e il cellulare quasi scarico. E sto perdendo il controllo.
    Allora dice che cercheranno di rintracciarmi col satellite attraverso la mia chiamata, ma ci vorrà tempo. Mi dice anche di non muovermi, che manderanno un elicottero. Improvvisamente, la voce al telefono si fa metallica, poi tre bip e anche il cellulare mi abbandona. Ora sono veramente solo. So che è irrazionale, ma la cosa comincia a farmi paura…


    ******

    Ore 15,30. Sono seduto su un masso a sgranocchiare biscotti. Finisco di scolarmi l’ultima lattina di birra, calda che sa di piscio. Poi mi alzo e giro in tondo. Guardo con rammarico la mia auto inutilizzabile. E guardo il cielo azzurro, nella speranza di vedere l’elicottero dei Carabinieri. Niente. Il sole è a picco, sudo come un cavallo. La bandana che mi sono legato in testa è così bagnata che la devo strizzare. Mi accendo una sigaretta (anche quelle le devo razionare, mi resta meno di mezzo pacchetto!) Anche le mosche, attratte dal mio sudore, si accaniscono contro di me. Una seccatura in più!
    All’improvviso, un rombo lontano. Mi fermo e raddrizzo le orecchie. Sorrido. Il rumore si avvicina…si! E’ l’elicottero! Mi arrampico sul tetto dell’auto. Eccolo! Gesticolo come un matto! Salto! Sono qui…ehi! Sono qui…sono quiiii!
    Maledetti. Bastardi…maledetti! Perché andate via?!? Non mi avete visto…percheeè?
    Resto in piedi sul tetto dell’auto. Ritorneranno, mi dico, ritorneranno e stavolta mi vedranno. A costo di farmi saltare le corde vocali. Mi vedranno…

    ******

    Ore 16,30. Sono rimasto immobile per circa un’ ora, nell’ attesa di quell’elicottero merdoso che non è più tornato. Assurdo, ma è così. Non è più tornato! Che devo fare? Aspettare ancora tanto, non me la sento. Di qui non passa nessuno. Ho notato che non c’è neanche una cartaccia, neanche un mozzicone di sigaretta (a parte i miei). Niente rifiuti. Sono l’unico essere umano capitato da queste parti da chissà quanto tempo. Pare impossibile, ma non ho alcuna prova del contrario. Cosa devo fare? Aspetterò ancora mezz’ora, poi lascerò fare al mio istinto di sopravvivenza…


    ******


    Ore 17.20. Signore Iddio, sono davvero nella merda! Possibile che abbiano già sospeso le ricerche? Qui non c'è davvero nessuno. Anche gli animali, a parte le mosche e qualche cicala, rifuggono questo posto? Non si sente un uccello cantare.
    Ho ceduto alla sete e ora mi resta mezza bottiglia d'acqua. Calda, cazzo!
    Apro il bagagliaio dell'auto e tiro fuori uno zainetto. Lo svuoto e metto dentro il minimo indispensabile. Lancio un' ultima occhiata di commiato alla mia povera Focus e inizio a scendere per il dirupo costellato da fichi d'India selvatici. Ogni tanto inciampo, cado rovinosamente, mi rialzo pieno di graffi. Stringo i denti e continuo a scendere.
    Il cielo assume una tonalità turchese scuro, attraversato da cirri resi rosso porpora dal sole che tramonta. Alberi di sughero e lecci occhieggiano e sembrano irridermi. Le braccia e le gambe bruciano in più punti per i graffi. Bestemmio. D'un tratto, avverto una leggera brezza che porta con sè un remoto odore di salmastro. Il mare! Devo raggiungere il mare! Forse sono sulla strada giusta...

    ******

    Ore 19.30. Scivolo sulla brecciolina. La testa batte su un sasso. Mi tocco la nuca, è bagnata di sangue. Resto sdraiato. Mi strofino gli occhi, li riapro. Mi guardo intorno e mi ritrovo su una spiaggia. Dolorante, mi rialzo e raccolgo lo zaino. Guardo la selva di pini marittimi che circonda la spiaggia. Deserta. Istintivamente, mi butto in acqua. I graffi e la ferita alla testa bruciano. Torno sulla battigia e mi sdraio, sfinito, lasciandomi lambire dalle onde.
    Quando riapro gli occhi è quasi buio. Credo di aver dormito. Sono intrizzito dal freddo...freddo?!? Mi rialzo di scatto, avvertendo una fitta di dolore nell' anca destra. C'è un vecchio, in tenuta da pescatore, che mi fissa. Indossa una logora canotta di cotone bianco, un paio di vecchi jeans tagliati all'altezza delle ginocchia, calzari infradito e un cappello di paglia. Ha la barba lunga di qualche giorno, occhi arrossati, la pelle dura e rugosa, brunita dal sole e dalla salsedine.
    Io tremo dal freddo. Gli chiedo dove siamo. Non mi risponde, ma con le dita dure come l'acciaio mi tasta il polso, poi mi tocca la fronte. Mi dice, in un dialetto che comprendo a malapena, che ho la febbre alta. Chiedo ancora dove siamo, e lui mi indica di seguirlo. Raccolgo lo zaino e con fatica gli vado dietro. Aggiramo una duna sabbiosa. Dopo un pò appare un piccolo capanno. Nel pezzo di spiaggia antistante noto una barchetta a remi capovolta. Il mare appare lievemente increspato dalle onde, dal cielo ora nuvoloso fa capolino la luna piena. Il vecchio pescatore apre la porta del capanno, posa il secchio di plastica colmo di pesci azzurri e la canna e mi invita ad entrare. Mi fa sedere su una brandina e dopo avermi fatto spogliare dei vestiti fradici, mi medica alla meglio la ferita alla testa. Poi mi offre un'asciugamani consunta e mi dà dell'acqua. Credo di averne bevuta almeno un litro e mezzo in una volta sola. Dopo essermi asciugato, mi sdraio. Sento tutte le ossa rotte. Il vecchio mi offre un paio di plaids, con i quali mi copro fino a sotto il mento. Brucio dalla febbre. Mi costringe a mangiare una fetta di pane e filetti di alici affumicate, poi mi somministra un paio di aspirine. Tra i brividi, gli racconto quanto mi è successo. Lui mi ascolta senza dire mezza parola. Quando finisco, mi dice che, se l'indomani sarò sfebbrato e il tempo sarà bello, mi accompagnerà in barca al paese più vicino, che comunque dista non meno di dieci chilometri da lì. Gli chiedo per la terza volta di dirmi dove sono, ma lui, dopo aver raccolto una sacca di tela e il secchio coi pesci, esce dal capanno. Quell'atteggiamento mi irrita, vorrei alzarmi e rincorrerlo e farmi dire con la forza quello che voglio sapere, ma sono spossato. Mi abbandono sul lettino e mi copro ancora di più. Le aspirine cominciano a fare effetto e precipito in un sonno profondo.

    ******

    Ore 02.00. Mi sveglio di soprassalto. Deve essere notte fonda. Sono solo nel capanno. Sento un forte ticchettio sulla finestra. Sta piovendo a dirotto. Sono in un bagno di sudore, la febbre deve essere calata. Sento il rombo del mare in tempesta. Odo anche delle urla. Corro alla finestra. All'inizio non vedo nulla, se non le onde, alte, che si schiantano sulla battigia con enormi spruzzi schiumosi. Poi un forte lampo illumina la scena e vedo il vecchio, con le gambe per metà immerse nell'acqua, alle prese con qualcosa di bianco e lucido, orribile. Il pescatore sembra avere la peggio, viene travolto da un' onda, si rialza, urla e impreca. La cosa bianca sparisce, poi torna, si avvinghia al vecchio, poi questi urla più forte e pronuncia una frase, terribile, scandita parola per parola, con calma ma con grande fermezza. La cosa bianca e scivolosa si tuffa in acqua. Il vecchio resta da solo, immobile, in piedi in mezzo alle onde, ogni tanto urla qualcosa. Poi, come se intuisse la mia presenza, si gira verso di me. Mi ritiro dalla finestra, torno a sdraiarmi sul letto. Nonostante tutto, non ho paura. Tutto ciò non può essere vero. Sto delirando, devo avere ancora la febbre alta. Chiudo gli occhi e cerco di riaddormentarmi. Fuori, il mare continua a ruggire, la pioggia continua il suo rapido ticchettio sulla finestra...

     
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    Letto...ho solo una cosa da dire: Voglio la continuazione! E la voglio subito!!!!!
    Altrimenti per prima cosa ucciderò Car che ha avuto la bella idea di suggerirti di postare il racconto a puntate! La sua agonia sarà lunga quanto la mia attesa per leggere la fine di questo racconto! Poi ucciderò te perchè hai avuto la bella idea di seguire il consiglio di quello sciagurato (e ormai morto) masochista! :vampiro:
    :bye:
     
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  3. CarDestroyer
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    Ti sbagli, sono sadico con tendenze bondage. Lato dominatore, chiaramente :P
     
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    Se non arriva in fretta la seconda parte, presto, molto presto, non sarai più niente! Tranne, forse, un ricordo... :vampiro:
    :bye:
     
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    E va bene, DOM_the_BLACK, ci sei riuscito! Sei soddisfatto?! C'è l'hai fatta, VA BENEEEEEE??!MI HAI INCURIOSITOOOOO!! ADESSO PERò DISCURIOSISCIMIIIIIIIII!!! :angry:
    Car! Maledetto, questa me la paghi! :leather:
    Tutti e due! Tutti e due!!!!! Me la pagherete!!! :vampiro: :leather:
    Basta! Non resisto più! La continuazione! Voglio la continuazioneeeee!!!! :disp: :disp:
    Guarda che se non posti subito la continuazione io...io...image
    ...e in quanto a te, Car, che gli hai dato sta bella idea, ti...ti...image
    Aaaaaaargh!image
    No, va bene! Scusa! Scusami DOM_the_BLACK! Non volevo alzare la voce! Non volevo offenderti! Ti sei arrabbiato? :unsure: :(
    Non lo faccio più, promesso! Adesso prendo le mie pillole e faccio il bravo! :) Ma tu posti il seguito?? Daiiiii, per favoreeeeeeeeee... :cry: image
    :P
    :bye:
     
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  6. DOM_the_BLACK
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    Visto che me lo chiedi così... :D

    MARE MONSTRUM (Fantasia ionica) - 2a parte

    Ore 06.30. Sono sveglio. Apro gli occhi. Il vecchio pescatore è seduto accanto a me, sulla branda. Mi porge una ciotola di latte di mandorle. Ringrazio e la bevo, apprezzandola. Gli dico che mi sento molto meglio, e gli chiedo di accompagnarmi subito al centro abitato più vicino, precisando che gli pagherò il passaggio. Il vecchio mi fissa in silenzio. Poi dice che, per il momento, non è possibile. Mi arrabbio, mi scaglio contro di lui. La sua mano ferma mi blocca, mi scaraventa sul letto. Mi dice che non sono ancora in forze, e il mare è ancora agitato. Mi accompagnerà quando sarà il momento. Poi esce dal capanno, dicendo che sarà di ritorno per mezzogiorno. Lo guardo andare via, senza avere la forza di ribattere nulla. Prendo i miei vestiti, che sono ancora bagnati, e li stendo sulla sabbia. Decido che appena saranno asciutti me ne vado. Quanto tempo ci vorrà per percorrere dieci chilometri a piedi sulla spiaggia? Un'ora e mezza, due al massimo? Mi siedo sul bagnasciuga, tirando sassi in acqua e sognando la fine di questa brutta disavventura...

    ******

    Ore 09.00. Sono seduto all'ombra del capanno. Il sole è già alto e fa caldo, tanto caldo. Finalmente ho potuto rivestirmi. Mi accendo una sigaretta. Il cielo è di un azzurro intenso, poche nuvole bianche ne interrompono la monotonia. La sabbia sembra una distesa d'oro, coronata dalla vegetazione verde smeraldo che circonda la spiaggia. Una parte di me vorrebbe andarsene subito, raggiungere il centro abitato di cui mi ha parlato il pescatore. Ma che direzione prendere?
    La barca a remi è sparita, il vecchio deve aver preso il mare nonostante le onde alte. Lentamente, aggiro la duna di sabbia dietro il capanno, portandomi dall'altra parte della spiaggia. Vedo movimento in lontananza...c'è gente! Sono bagnanti? Possibile che il vecchio mi abbia tenuto nascosto che la spiaggia è frequentata?
    Mi incammino verso quelle persone. Ben presto, mi avvicino a una ragazza. E' strana, ha dei vestiti strappati e bagnati, è bianchissima, ha lunghi capelli neri e la pelle gonfia e lucida. Ha gli occhi sbarrati e sembra vagare a vuoto. Mi passa di lato, senza accorgersi, apparentemente, della mia presenza. Gli altri sono uguali a lei, uomini e donne di tutte le età. Alcuni hanno abiti strappati come la ragazza di prima, altri sono completamente nudi. Vagano tutti senza una meta evidente. Si ignorano fra di loro e ignorano me. Incuriosito, ne seguo uno che aggira la collina di sabbia e si avvia in direzione del capanno. Lo osservo da vicino: è un uomo di età indefinibile, bianco e gonfio come gli altri. Ha i vestiti bagnati ma quasi intatti. Lo supero e mi paro davanti a lui, chiedendogli chi sia. Lui tira dritto, lo sguardo fisso e acquoso. Allora lo afferro per le spalle, e non lo avessi mai fatto! Lui, letteralmente, esplode, schizza abbondanti getti di acqua e materia purulenta, giallastra. Gli occhi, due bulbi viscosi e sanguinolenti, cadono nella sabbia. Un urlo atterrito parte spontaneo dalla mia gola, subito soffocato da un abbondante fiotto di vomito. In preda al panico, corro in cima alla duna di sabbia. Mi torna in mente come in un flashback l'allucinazione della notte prima (ma era un'allucinazione?), mista ad altre immagini che non sono mie. Non possono esserlo. Il mare in tempesta, il cielo nero come la pece, la sagoma sinistra di una nave. Quando ho visto queste cose? La nave è immersa nei buio, ma i lampi illuminano continuamente la scena. Sulle fiancate, decine di persone che urlano, gemono, sembrano terrorizzate. Profughi? Queste coste sono fra le mete preferite dagli scafisti che commerciano nel traffico dei clandestini. Ma la nave è troppo grande per essere una "carretta del mare". Intanto le immagini estranee si affollano nella mia mente, mentre la nausea si fa sempre più intensa. E' un mare ostile e alieno quello che vedo, onde altissime che mutano forma mentre ricadono con violenza, si trasformano in una specie di orribili serpenti marini. Altre forme, che non sono onde, guazzano tra quei flutti maledetti, creature di uno sconosciuto inferno marino che aspettano solo di poter afferrare, coi loro osceni artigli palmati, qualche disgraziato che, preso dal terrore, si getterà giù da quella nave. Sbatto con forza le palpebre e le immagini svaniscono. Ritorno alla realtà, se quella che ho davanti agli occhi può definirsi tale. Osservo quella folla oscena comporsi in una sorta di processione e allontanarsi verso la boscaglia. D'improvviso, mi affiorano alla mente le note e le parole di una canzone di Vinicio Capossela che avevo ascoltato alla radio mentre viaggiavo in auto. Come si intitolava? "Santissima dei naufragati"...un altro fiotto di vomito, mi piego in due, riversando il contenuto acido del mio stomaco sulla sabbia. Annegati! Sono cadaveri di annegati, che camminano!...Mi siedo a gambe incrociate, le braccia strette al petto, ondeggio avanti e indietro...che cosa succede? Cosa succedeee? Dove cazzo sono finito?!?
     
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    :o: :woot: :sbav: ...ancora...
    :D :bravo: :D
    :bye:
     
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  8. DOM_the_BLACK
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    No, voglio aspettare anche qualche altro commento :P ...
     
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    :disp: ...emm...image va bene, aspetterò! image ;) :respect:
    :bye:
     
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  10. CarDestroyer
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    Sono in colpevole ritardo, lo so :( , però è bello vedere Eindh soffrire :vampiro:
     
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    Ehi, DOM, una domanda:
    Nel tuo racconto non ci sono dialoghi, è una semplice scelta stilistica (ti piaceva così e basta) o c'è un perchè più "profondo"?

    @Car: non riesco ad immaginare cosa accadrà se e quando un giorno ci incontreremo, ma sicuramente resterà il segno del nostro incontro, su qualcosa o qualcuno, piacevole ricordo o pesante monito... ;) :D

    ...dimenticavo, @Car: :bleaaa:

    Scusa DOM se ogni volta ci becchiamo io e Car, ma è :colpasua: (di Car)... :unsure: image
    :bye:
     
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  12. CarDestroyer
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    Raccontare in prima persona al presente è quano di più difficile ci sia, tuttavia, incipit a parte, te la cavi bene :) .
    Ti devo fare degli appunti sulla storia:
    1. il tipo si è fatto 5 minuti di mulattiera e appena 1 ora di strada montana e già ha perso l'orientamento?! Va bene la sospensione dell'incredulità, però capitasse a me, farei quelle 4 ore di camminata, in senso opposto, in cerca di una fermata dell'autobus, quantomeno ;) ;
    2. perdere il controllo non è la stessa cosa di perdere la pazienza: avrei capito se avesse perso il controllo perché agrofobico oppure allergico alle punture d'api;
    3. Bisogna essere veramente disperati per saltare sul tettuccio della macchina, pensando a quanto costerà ripararlo. Credo che neanche un "cittadino" lo farebbe se si perdesse in campagna :P ;
    4. dopo una botta alla testa e una emorragia in corso, il piacere di un bagno non è istintivo.

    CITAZIONE
    Ore 19.30. Scivolo sulla brecciolina.

    "Brecciolino", è maschile.
    CITAZIONE
    Sono intrizzito dal freddo

    "Intirizzito".
    CITAZIONE
    Dopo un pò

    Propendo per l'errore di distrazione :P
    CITAZIONE
    un'asciugamani consunta

    Asciugamano, maschile singolare, quindi "un asciugamano consunto".

    La storia si fa via via più interessante, e mi pare che siano sparite le incongruenze che crepano la prima parte. Sei comunque riuscito nell'intento di catalizzare l'attenzione del lettore, e questo è ottimo! Attendo le prossime puntate ^_^

    P.S.
    Da quel che hai postato deduco che tu fumi, vero? Se non è vero di' sì lo stesso :lol: .
     
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  13. DOM_the_BLACK
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    Per Eindh: nel racconto non sono presenti dialoghi perchè volevo estremizzare il senso di solitudine del protagonista ritrovatosi all'improvviso in una realtà totalmente aliena.
    Per CarDestroyer: si, narrare in 1a persona è stata un pò una sfida con me stesso. In un'altro racconto, molto sperimentale, ho scelto addirittura la 2a persona, un modo di raccontare rischiosissimo :unsure:

    Le incongruenze e gli errori che mi segnali li conoscevo già, purtroppo non ho mai avuto modo di revisionarlo, ma ti do pienamente ragione :wacko:

    Si, fumo, e tanto, purtroppo...ma ora rispondi tu a una mia domanda, CarDestroyer. Da come "dissezioni" un racconto, e dall'attenzione che poni nella lettura, per non dire dei termini che usi, penso che: a) sei uno dei rarissimi lettori che ancora esistono in Italia, di quelli che ancora si comprano e leggono almeno una decina di libri all'anno; b)dietro il tuo nick si nasconde un "addetto ai lavori" del campo editoriale. Una delle due risposte è quella esatta, giusto? :B):
    E ora...

    Mare monstrum (Fantasia ionica): terza e ultima parte

    Ore 10.00. Sono in cammino da circa dieci minuti, il mio zaino in spalla. Non so se la direzione è quella giusta, ma devo provarci. Non potevo più rimanere su quella spiaggia. Mi sento in pericolo. Avanzo per forza d'inerzia, ma sto male. Credo di avere di nuovo la febbre, ho i brividi. Mi sento come se mi avessero preso a bastonate. Ho sete. Bevo da una bottiglia d'acqua che ho trovato nel capanno. Ha un sapore strano, ma non mi faccio troppi problemi.
    Mi fermo. Tutto all' improvviso sta diventando buio. Mi gira la testa, barcollo, cado sul bagnasciuga. Onde alte si infrangono sulla battigia, mi investono con la loro schiuma bianca. Guardo il sole. E' orribile, è nero. Lampi di un intenso colore fucsia elettrico percorrono il cielo disegnando inquietanti crepe. Cerco di rialzarmi ma non ci riesco. Dal mare emergono teste. Cadaveri annegati tornano in vita. Approdano sulla costa. Poi vedo affiorare un essere orribile, bianco, putrido. Distolgo lo sguardo, la mia psiche si rifiuta di prendere coscienza di quell' abominio. I cadaveri si dirigono verso di me, aprono e chiudono le bocche con uno schiocco secco che gli fa esplodere le guance. A gattoni, cerco di dirigermi verso la macchia di pini marittimi, ma la vista della fantasmagorica processione di prima che ne sbuca mi inchioda dove sono. Urlo. Un grido intenso, che mi sgorga dalle viscere. La paura mi da la forza di rialzarmi e mettermi a correre come un disperato nella direzione del capanno. L'orologio mi si slaccia dal polso e cade nella sabbia, ma non ho il coraggio di fermarmi a raccoglierlo. Corro ancora per un centinaio di metri, mentre tutto intorno a me si distorce e assume colori mai percepiti, credo, dall'occhio umano. Crollo nella sabbia come un sasso. Davanti a me, un frammento di specchio. Mi osservo e quello che vedo mi atterrisce ancor più dell'incubo che sto vivendo. Quello non posso essere io. Ho gli occhi infossati, la mia faccia è un teschio rivestito da un sottile strato di pelle, i capelli e la barba lunghi di mesi. No, non può essere! Mi sforzo di ricordare, ma la mia memoria è come un puzzle a cui mancano diversi tasselli. Una crisi di panico, tremenda, mi investe parallelamente all'onda mostruosa che sento ruggire e che, per un istante, vedo ricadere sopra di me come la mano di un gigantesco demone acquatico che sta per ghermirmi. Poi un dio pietoso mi concede un provvidenziale svenimento, e un nulla ovattato e avvolgente mi accoglie fra le sue braccia.
    Mi ritrovo nella brandina del capanno. E' di nuovo notte. Il vecchio pescatore è lì. Mi tiene la mano. Dice che ho la febbre alta. Si alza, prende delle pezzoline bagnate, me le appoggia sulla testa e agli inguini. Dice che ho delirato tutto il tempo. Sento il mare ruggire, fuori. D'un tratto, la porta del capanno si spalanca. Il vecchio grugnisce, si porta in mezzo alla stanza. Sull' uscio, tre di quelle immonde creature bianche , immobili. Sono enormi, ma hanno qualcosa di diverso da quelle viste finora. Sembrano una via di mezzo fra i cadaveri della processione e la cosa empia che avevo visto lottare col vecchio fra le onde. Le membra, le teste, sembrano tendersi all'interno di un disgustoso sacco amniotico, lattiginoso e pieno di pus.Lui gli si lancia addosso, li tempesta di pugni. Loro lo circondano, lo ricoprono coi loro corpi viscidi. Il vecchio urla. Io urlo. D'istinto, schizzo fuori dalla brandina e mi butto fuori dalla finestra aperta. In quel momento realizzo che la ragione mi ha totalmente abbandonato, perchè fuori è pieno giorno, il cielo è azzurro e il sole riveste tutto della sua luce dorata. Ho il cardiopalmo e sono pieno di graffi infetti e circoscritti da aloni di colore verde putrescente. La spiaggia ora è deserta. Mi sembra di vivere su due piani esistenziali diversi, che si intersecano continuamente, e ho totalmente smarrito il senso del tempo e dello spazio. Comincio a pensare al modo di suicidarmi, perchè sento che non c'è modo di tornare indietro, quando all'improvviso un ronzio lontano, che inconsciamente attribuivo alla mia follia serpeggiante, si trasforma piano piano nel rombo di un motore in avvicinamento. Guardo il mare davanti a me e vedo un grosso natante che accosta. I soccorsi, Dio mio...i soccorsi, penso mentre le membra mi diventano pesanti come piombo e i sensi mi abbandonano di nuovo.

    ******

    Apro gli occhi e mi ritrovo su una barella. Qualcuno in tuta bianca e maschera antigas mi infila un ago in un braccio, lo collega a una flebo. Mi accorgo che ci sono altre persone, abbigliate allo stesso modo. In acqua, una motolancia della Guardia Costiera. Rido. Rido e piango, contemporaneamente. Finalmente mi hanno trovato. Un uomo, in uniforme mimetica e armato fino ai denti, mi dice che ho preso un colpo di sole. Mi comunica che mi trasporteranno in ospedale, che andrà tutto bene. Ma io non sto bene per niente. Da quando mi hanno attaccato quella flebo, non riesco a formulare una frase per intero. Rispondo a monosillabi. Qualcuno abbaia ordini da un megafono.
    "Stanno arrivando...sono dappertutto!"
    "Sono attratti da lui, capitano...lasciamolo qui! E' spacciato comunque..."
    "Portatelo a bordo, idioti! E' fondamentale tenerlo in vita fino a quando ci avrà detto tutto. E' l'unico sopravvissuto, l'unico ad aver visto cosa è accaduto fin dall'inizio..."
    "Capitano, il guardiamarina Ferri sta male. Sta bollendo dalla febbre..."
    "Abbattilo, per l'amor di Dio, abbattilo..."
    Sono terrorizzato. Non so a cosa si riferiscono. Non ricordo nulla. Faccio fatica anche a ricordare il mio nome.
    Qualcuno urla. Sento sparare raffiche di mitra. Mi caricano in fretta e furia sul motoscafo. C'è una gran confusione. Vedo gli uomini in tuta bianca sparare verso qualcosa che è al di là del mio campo visivo, li vedo cadere in acqua, li vedo sollevarsi in aria. Sento urla di panico...la motolancia parte, prendiamo il largo. A bordo ci sono tre uomini, a parte me. Sono agitati, parlottano continuamente fra loro attraverso le maschere antigas, continuano a girarsi verso la spiaggia. Poi il pilota si alza, gesticola, indica qualcosa là davanti, poi un forte botto e mi ritrovo ad ingoiare acqua salata...

    ******

    Sono in acqua, solo. Cerco di tenermi a galla. La spiaggia non si vede più. C'è solo mare, ovunque mi giri.
    Non so più cosa è reale e cosa non lo è. L'unica cosa che so è che sono stanco, infinitamente stanco.
    E' una stanchezza mortale, che mi trascina giù. Smetto di lottare, sprofondo, il mio corpo è rigido come marmo.
    Apro la bocca, mi lascio riempire dall'acqua salata. Ma non c'è dolore, nè angoscia, nè senso di morte imminente.
    I polmoni, lo stomaco, tutto è invaso dal mare. Ma io sono consapevole, vigile, vivo. Vivo?
    Continuo a scendere, l'acqua è sempre più scura. Eppure vedo. Vedo il riflesso della luce del sole, in alto, lontano.
    Poi vedo qualcosa d'altro. Ombre che si avvicinano, mi circondano, mi osservano senza occhi. Cadaveri di annegati.
    C'è anche il vecchio marinaio, con la sua canotta logora. Sembra fissarmi, per un tempo interminabile. Poi mi sorride amaramente, si gira e segue le altre ombre bianche. Lentamente muovo le braccia e le gambe, ora mi sento leggerissimo.
    Li seguo. Faccio fatica a pensare, faccio fatica a ricordare. So solo che ora faccio parte del mare.
    Facciamo tutti parte del mare. Per sempre.
    Per sempre...


     
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  14. marpioncino
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    Carissimo DOM (posso chiamarti così),
    posto adesso le mie impressioni su Mare Nostrum visto che hai "rilasciato" la terza ed ultima parte.....non mi piace formulare nè esprimere un'opinione su un'opera incompleta per una sorta di riserva mentale mia.....comunque adesso il testo è completo per cui veniamo al punto.....
    Articolerei il mio giudizio in due tronconi distinti:

    1)La tecnica: riesci a catturare l'attenzione del lettore e questo è fondamentale; sei secco e finalizzato sia nelle descrizioni che nella prosa....cosa che apprezzo particolarmente....Sai essere conciso senza però cadere nella banalità....Voto Buono, anzi molto buono.

    2)Il tema: non voglio offederti con questo, ma il tutto mi da l'aria di già sentito....non mi fraintendere gente più degna di noi umili dilettanti è diventata celebre rielaborando idee passate (vedi King, ma li esempi sono innumerevoli...), ma sento che questo Mare Nostrum manca di quel "non sò che" che fa fare il salto di qualità di un "buon racconto" ad uno ottimo....

    Sperando di esserti stato utile con queste mie....
    Ti saluto...
    Ciao
    Il Marp
     
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  15. CarDestroyer
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    CITAZIONE (DOM_the_BLACK @ 11/6/2007, 03:42)
    Per CarDestroyer: si, narrare in 1a persona è stata un pò una sfida con me stesso. In un'altro racconto, molto sperimentale, ho scelto addirittura la 2a persona, un modo di raccontare rischiosissimo :unsure:

    I vecchi LibroGame sono narrati in seconda persona ("Lupo Solitario" ad esempio). La narrazione in seconda persona chiede il tempo presente per risultare efficace, altrimenti perde tensione e credibilità. Ma questo credo che tu lo sappia già ;) .
    CITAZIONE
    Si, fumo, e tanto, purtroppo...

    Te lo dico non per chissà quale arte divinatoria, ma perché su due racconti hai messo due protagonisti fumatori, e per esperienze personali e altrui, a un non fumatore risulta innaturale inserirne. Spesso li usiamo quando ci viene suggerito da amici che quel personaggio starebbe bene "nascosto da un anello di fumo" ;) .
    CITAZIONE
    ma ora rispondi tu a una mia domanda, CarDestroyer. Da come "dissezioni" un racconto, e dall'attenzione che poni nella lettura, per non dire dei termini che usi, penso che: a) sei uno dei rarissimi lettori che ancora esistono in Italia, di quelli che ancora si comprano e leggono almeno una decina di libri all'anno; b)dietro il tuo nick si nasconde un "addetto ai lavori" del campo editoriale. Una delle due risposte è quella esatta, giusto? :B):

    Sono stato il tipo che leggeva 2-3 romanzi contemporaneamente, adesso direi uno al mese più o meno, ma soprattutto ho fatto il primo "grande passo", cioè imparare i rudimenti di Scrittura Creativa. Assieme al gruppo con cui ho mosso questi passi, ho fondato una associazione culturale con cui mi ritrovo tutte le settimane. Io sono sicuramente il più puntiglioso del gruppo :D . Adesso, quando scelgo un libro, guardo prima di tutto la tecnica, saggiando qualche passaggio qua e là, poi la trama: come si sa, le storie sono state ormai raccontate tutte, ma la capacità di far sognare non tramonta mai :respect:
     
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18 replies since 3/6/2007, 13:55   530 views
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