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Nebbia di sangue
Fuori è silenzio di nebbia, dentro è il nulla
dalla finestra guardo, vuota di me, la via deserta
le luci paiono globi sfocati di fuoco
nel freddo del primo mattino, nel gelo dell'anima.
Andato via prima che fosse alba
per vendicare con la morte la violenza,
io aspetto il consanguineo assassino,
lo aspetto, sorellina stuprata.
Sola, nella grande casa dei ricordi
osservo apatica l'opaca scena dal vetro
ed odo finalmente un motore:
un'auto si ferma lì fuori. Batte il cuore nelle tempie...
Sento ma non vedo la portiera muoversi
e s'apre e sbatte con rigida energia;
è lui che già torna? Non cigola il cancello
non calpestano le sue scarpe il petrisco...
Continuo a scrutare nella nebbia per capire
finché le luci della notte violata si spengono...
e posso solo urlare ancora, chiunque ci sia
perché l'orrore ormai abita in me.
Altri miei racconti disponibili in "Casa Usher".. -
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ti avevo detto ke l'avrei letto...
beh, temevo peggio (scherzo ) è scorrevole, intrigante all'inizio e un po'angosciante alla fine.
Belle in particolare (IMHO) la prima e l'ultima 'quartina', mi piace la struttura:
fino a "...batte il cuore nelle tempie..." è preparativa, introduttiva
dopo degenerativa fino allo straniamento finale.
Un consiglio: aggiungerei altri 4 versi/righe tra "non calpestano le sue scarpe il pietrisco" e il verso dopo...potresti preparare meglio la quartina finale che forse arriva un po' troppo 'di sorpresa'.
P.s: hai provato a metterla in rima?...potrebbe venire bene!. -
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In realtà "Nebbia di sangue" nacque con un horror x... sms! Era diviso in 4 parti ke avrei dovuto spedire a puntate agli amici in occasione di una delle solite promozioni Omnitel; poi rimase sulla 3^ di copertina di una computisteria e, quando ritrovai il brano cambiai solo un po' il finale, ke era + splatter ed "allargai" un po' le frasi, non essendo + vincolato ai 160 caratteri...
Non credo di passarla in rima poiké non è una poesia ma un "qualcosa" di sperimentale, a metà strada tra il racconto ermetico e la pura descrizione dell'animo.
Se cerki qualcosa di + classico e tradizionale (tieni conto ke i miei maestri ispiratori sono Poe, Hodgson e il contemporaneo Grant), trovi il resto della mia produzione pubblicata sul link a "Casa Usher". Ti avviso ke fino ad ora non hanno lasciato indifferenti nessuno.... -
Anchise_Wolf.
User deleted
dunque, con ritardo importante leggo alfine il racconto. offro il mio personale commento, permettendomi di darti un piccolo suggerimento:
al verso 8 (tra l'altro, perchè è diviso in versi?) tu scrivi:
lo aspetto, sorellina stuprata.
ora, il termine "stuprata" è decisamente pesante... utilizzando un'opportuna perifrasi, una qualche più o meno velata allusione, potresti restituire allo scritto l'eleganza che suddetto vocabolo minaccia di incrinare...
voglio dire, il bravo scrittore di racconti del terrore è proprio quello che è in grado di suscitare paura, repulsione, e soprattutto inquietudine nel lettore con il non detto, con il celato e il non-visto, alludendo piuttosto che mostrando apertamente, con grande parsimonia di particolari apertamente violenti/orrorifici/disgustosi...
insomma, una cosa è "alien" e un'altra "deep rising", tanto per capirci... uno stile ha lovecraft e tutto un altro ne ha king... no?
la regola generale penso sia concedere un po' di fiducia all'immaginazione e alle capacità intuitive del lettore, se si vuole che questi ci ricambi con la medesima fiducia nel nostro operato.
Edited by Anchise_Wolf - 16/9/2003, 19:20. -
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Grazie dell'attenzione.
E' vero ciò ke lessi da qualke parte, ke + una storia è breve e + resta impressa e se ne colgono facilmente i dettagli . Quando ho scritto il brano (è in versi xké non è un racconto, come non è in rima xké non è una poesia...) ho buttato giù i pensieri come mi passavano per la testa, come se scattassi foto dal finestrino di un treno in corsa: x questo qualke termine può "stonare"... Cmq usando un termine meno crudo c'era anke il rischio ke non si capisse la vicenda a monte. Vedrò eventualmente come correggermi .
Bye, Gas..