Soggetto per DyD

Pareri e critiche

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  1. Ispirato dalle tenebre
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    L'altra notte ho fatto un incubo e dopo essermi svegliato nel cuore della notte ho buttato giù delle righe per non dimenticarlo (è la prima parte di quanto vi allego). Durante il giorno, all'università, continuava a girarmi per la testa un'idea di racconto ispirato al sogno, ma poi ho deciso che la situazione, pur non essendo soprannaturale, sarebbe perfetta per Dylan Dog, per sue intrinseche caratteristiche e paure. Premetto che il mio sogno è la parte centrale da cui è narta la storia, ma tutto il resto è farina del mio sacco. Posto la prima metà circa del soggetto, preceduta dal resoconto del sogno (e, se leggete tra le righe, vi renderete conto che seppur inconsciamente avevo già deciso, quella notte, di scrivere una storia per DyD). Mi piacerebbe ricevere i vostri pareri e soprattutto le vostre critiche, on attesa della seconda parte.



    Qualcuno si trova in un cunicolo strettissimo (una struttura cilindrica del diametro di circa 60 cm), le spalle non ci entrano in larghezza e gli omeri risultano piegati in avanti, causa della innaturale e forzata posizione delle braccia. La superficie del rivestimento interno di questa galleria (che non sembra sotterranea, data la buona illuminazione della scena) è cemento a granuli, e a giudicare dalle strisciate di pelle miste ad un po’ di sangue visibili da una parte del cunicolo si direbbe, ad un primo sguardo della scena, che il personaggio è stato infilato lì dentro di forza, per almeno due motivi: il primo e più immediato è che nessun essere pensante potrebbe decidere di propria volontà di infilarsi in un cunicolo talmente stretto da non riuscire a trascinarsi, se non per pochissimi centimetri e con un evidente danno fisico; oltre a ciò, viste le macchie di sangue visibili per 70-80 cm ai piedi del personaggio, si potrebbe concludere che è stato spinto con notevole forza all’interno, per non si sa bene quale motivo.
    La logica porta dunque ad una naturale conclusione: l’uomo è stato spinto all’interno del cunicolo contro la sua volontà, come per punizione o per perpetrargli un’atroce violenza, che potrebbe portare alla sua morte o semplicemente ad un annientamento della sua psiche (vogliono forse ricavare qualcosa? Quest’uomo sa forse qualcosa che interessa agli sconosciuti che lo tengono in quella crudele prigionia? Contano di riuscire a scoprire ciò che vogliono snervandolo e portandolo allo stremo delle forze?).
    Ma l’attenzione deve ricadere su quel personaggio: capelli neri, dorso nudo, fisico relativamente esile (non si direbbe una guardia del corpo, e non lo è, infatti), alto il giusto e con un paio di jeans classici e mocassini consunti, marrone chiaro. Il volto è indefinibile, è una maschera di terrore, ma forse neanche, è in uno stato prossimo alla follia più totale, dovuto probabilmente alla sua attuale situazione: si direbbe che non riesca a pensare a qualcosa di sensato, non parla, non ha la forza (mentale) per urlare e chiedere pietà, aiuto, perdono, per maledire, per mandare a quel paese, per scaricare rabbia, tensione, paura, per urlare, cantare, ululare. Non può morire, lo sa bene, e questo forse contribuisce a renderlo ancora più nervoso. Non ha possibilità di movimento. Pensateci bene, a questa cosa, non sorvolatela: questo personaggio non può muovere praticamente nulla, se non le mani (può piegarle verso l’interno e verso l’esterno), gli avambracci (può muoverli, nei limiti del consentito dallo spazio, verso la parete superiore e verso quella inferiore) e le gambe (può solo sfregarle l’una contro l’altra, per non più di 5 centimetri). Ma il senso di impazienza e di impotenza gli deriva dalle braccia e dalle spalle, e basta poco per immedesimarsi in lui: è sufficiente immaginare di trovarsi sotto un peso talmente grande da non permetterci di muoverci. L’ansia e la paura decuplicano allorquando ci rendiamo conto che nonostante proviamo a compiere forza contro ciò che ci opprime, ebbene, quella cosa, quell’oggetto, rimane ben saldo sopra di noi, non spostandosi neanche di un millimetro, non fornendo alcuna speranza. Quel cunicolo.
    Come si diceva, il cunicolo non si trova sottoterra: innanzitutto la posizione dell’uomo è orizzontale e non verticale, e inoltre è chiaro che la galleria presenta due aperture, alle due estremità, distanti l’una dall’altra circa 6 metri…da ciò si deduce che l’uomo, trovandosi al centro del cunicolo, si trova ad appena due metri dalla luce, dalla libertà, dall’aria. Già, l’aria. L’aria è presente e non c’è pericolo che si esaurisca, non essendo lo spazio chiuso, ma in quella situazione ed in quella posizione i polmoni soffrono, vuoi per l’innaturale costrizione a cui sono sottoposti, vuoi per l’impazienza e la smania di movimento che attanaglia l’uomo e che lo porta a continue convulsioni (ferme) ed al fiatone. E, a pochi centimetri da un muro, non si ha l’impressione di averne poi molta, di aria a disposizione. Continuando la disamina della scena ci rendiamo conto che sono presenti due grate, una per ciascuna apertura: le faglie sono molto larghe (la grata consiste praticamente in due astine di ferro verticale e due orizzontali) ma contribuiscono anch’esse ad aumentare il senso di claustrofobia.
    C’è voluto un po’, ma alla fine ci siamo arrivati: la parola magica in questa storia è proprio quella appena citata…claustrofobia..




    CLAUSTROFOBIA

    Dylan Dog si trova invischiato in un caso che non dovrebbe interessargli, dato il suo campo di azione, e tutto a causa di Groucho, involontario protagonista e testimone di una storia brutale e violenta. Il capo è uscito, al cinema davano il nuovo film di John Carpenter, il seguito de “Il seme della follia”, uno degli horror preferiti di Dylan tra quelli usciti negli ultimi anni, ragion per cui non si sarebbe mai lasciato sfuggire la prima londinese. Il suo collaboratore, non apprezzando i gusti in fatto di cinema del capo, decide di andare in auto con lui fino al cinema per poi fare una passeggiata, in attesa della sua futura moglie, o , forse, dell’ispirazione per un libro che ha da un po’ in mente di scrivere. Perso tra i suoi pensieri (qui si possono mettere un po’ di battute, anche se preferirei un monologo semi-serio ed ironico) a malapena si accorge che un’auto, lanciata a velocità sostenuta, nera e con i vetri oscurati, sta per investirlo. Alza lo sguardo quando sente lo stridio della frenata ed ha i riflessi necessari per lanciarsi alla sua sinistra, verso il marciapiede che aveva inconsapevolmente abbandonato. L’auto, dal canto suo, sbanda ed investe una prostituta (che qualche istante prima aveva inutilmente provato ad attirare l’attenzione di Groucho), unica altra persona presente nel vicolo a quell’ora: la ragazza resta uccisa sul colpo, schiantata contro un lampione (voglio una scena splatter al punto giusto, non sopra le righe ma molto cruda e dettagliata). L’auto rimane gravemente danneggiata nella parte anteriore, ragion per cui è impossibile rimetterla in moto e ripartire: dall’interno di essa escono tre uomini, due dei quali dalla notevole prestanza fisica. L’altro è pelato, con un paio di occhiali da sole poco adatti all’ora, ed è molto teso e nervoso, mentre si reca a lunghe falcate verso uno sbigottito Groucho, che aveva assistito alla morte della prostituta con grande orrore. L’uomo lo apostrofa pesantemente e, dietro la minaccia di un’arma da fuoco, lo costringe a seguirli senza fare troppe storie, intimandogli di trovare una buona soluzione alla distruzione della loro auto. Groucho, dopo una battuta, capisce che è il caso di collaborare. I cinque uomini si avviano (si, sono 5, non ho sbagliato: in auto c’era un altro uomo che inizialmente non era sceso. Successivamente, mentre il capo (o presunto tale) parlava con Groucho, uno dei due gorilla era rientrato nell’auto distrutta e ne era uscito seguito da un altro uomo, un piccoletto dalla faccia preoccupata ed iperteso) e Groucho pensa che l’unica soluzione per uscirne vivi è prendere la macchina di Dylan, cercando magari di avvertirlo del pericolo e provando a non coinvolgerlo. Davanti al cinema, Groucho si ferma e dice di dover entrare: il pelato lo fa accompagnare all’interno da uno dei due gorilla. Groucho entra in sala (possono passare magari un paio di scene del film, la sequenza del primo “Seme della follia” in cui sulla strada, di notte, mentre i due protagonisti sono in macchina incrociano prima un bimbo in bici e poi un vecchio decrepito vestito alla stessa maniera), seguito dal gorilla a qualche passo di distanza. Il tempo di individuarlo e Groucho si avvicina a Dylan, sorpreso e infastidito dalla presenza dell’assistente proprio nella fase cruciale del film. Groucho gli chiede le chiavi dell’auto e riesce a fargli intendere che è in pericolo, ma insistendo affinché non cercasse di far nulla in quel momento per evitare una eventuale sparatoria dentro il cinema. Dylan è turbato, ma continua a vedere il film per qualche minuto, dopodiché esce. Il Maggiolino non c’è più e lui non ha neanche un penny per chiamare ed avvertire Bloch del pericolo che sta correndo il suo amico. Nello stesso istante, Groucho è bendato, seduto sul sedile posteriore della macchina del suo capo, e la macchina è guidata da uno degli uomini del pelato o dal pelato stesso, che sta parlando al telefono con qualcuno; evidentemente non vogliono fargli capire dove si stanno recando, e a questo punto la situazione è preoccupante…cosa avranno intenzione di fare con Groucho dopo essere arrivati a destinazione? E, soprattutto, chi sono e cosa vogliono da quell’uomo che ha tutta l’aria di essere loro prigioniero?
    Dylan è inquieto ed impotente, non avendo né auto né soldi né tantomeno le chiavi di casa, dannazione, dato che l’unica copia l’aveva dietro Groucho (in virtù del fatto che aveva intenzione di tornare a casa a piedi prima della fine del film). Cosa fare? Seguire quale strada? Andare dove? Non si vede neanche un bobby in giro. Bisogna far trasparire l’impotenza di entrambi i personaggi, sia Dylan che Groucho, in questo momento della storia. (Tavola 25-30)
    Dylan, preoccupato per l’amico, cammina senza una meta e dopo un po’ di tempo sente ad un paio di isolati di distanza le sirene della polizia, o dell’ambulanza (o forse di entrambe) e si reca da quella parte. Per fortuna trova Bloch, sottosopra dopo aver visto il cadavere della prostituta ed alle prese con la sparizione del proprietario dell’auto, che dopo aver sbandato uccidendo la donna è sparito, senza denunciare l’accaduto. Risalgono dalla targa al proprietario e Bloch chiede a Dylan di accompagnarlo all’indirizzo di un tale, il presunto proprietario dell’auto. Trovano un uomo piuttosto sconvolto che ammette di aver sbandato a causa del passaggio improvviso di un cane in mezzo alla strada (ipotesi credibile, dato che c’erano evidenti segni di frenata) e di esser fuggito perché terrorizzato da quanto era successo e dalla morte della donna. Bloch ritiene la sua versione credibile ma gli chiede di accompagnarlo in centrale per la deposizione. L’uomo chiede qualche minuto per ricomporsi, e non appena è libero chiama il pelato per avvertirlo della visita dell’ispettore Bloch e di un certo Dylan Dog. Quando il pelato ripete questo nome, Groucho ha un sussulto e confessa che è il suo capo, il proprietario del Maggiolino. A quel punto il pelato si mette a confabulare con uno dei suoi gorilla, come se dovessero prendere una decisione importante.
     
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  2. CarDestroyer
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    Scusa il ritardo .
    Dunque... Traspare professionalità da questo soggetto, ed è pure interessante (attendo la seconda parte ). Tuttavia mi sembra debole il pretesto di Groucho che va a prendere le chiavi da Dylan con il gorilla alle calcagna. Per il resto, ho l'impressione che un disegnatore possa già lavorarci sopra.
     
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  3. ShakeUp
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    Moooolto molto carino!
     
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  4. Ispirato dalle tenebre
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    CITAZIONE (CarDestroyer @ 21/10/2004, 21:39)
    Tuttavia mi sembra debole il pretesto di Groucho che va a prendere le chiavi da Dylan con il gorilla alle calcagna.

    Purtroppo anche a me sembra debole e sto attuando qualche piccola modifica. A presto per la conclusione e grazie per l'appoggio a tutti e due.
     
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  5. Ispirato dalle tenebre
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    A causa di un fastidioso problema personale (che ancora devo decidermi a risolvere) la stesura definitiva del soggetto è ancora in alto mare, nonostante abbia tutta la storia in mnte da un bel po'. Posso dirvi che anche l'inizio (la parte precedentemente postata) ha subito delle modifiche. Spero di riuscire a buttarlo giù entro una settimana in modo da postarlo ed avere il vostro parere definitivo. Grazie per l'attenzione.
     
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  6. Ispirato dalle tenebre
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    E finalmente ho terminato la stesura del soggetto.
    Prima di tutto vi posto le linee guida che avevo appuntato prima che iniziassi a scriverlo, per farvi capire che poi la storia ha preso una direzione sostanzialmente diversa.

    LINEE GUIDA “CLAUSTROFOBIA”

    1) Usurai portano un uomo nel loro covo, per torturarlo. Per puro caso anche Groucho si trova coinvolto in questa situazione.
    2) Dylan sulle tracce del suo assistente finisce nella rete e si trova in una posizione terrificante, soprattutto per un claustrofobico
    3) La banda degli usurai ha un complice, al quale la polizia risale allorquando viene ritrovato il cadavere della prostituta investita. L’auto, infatti, è intestata a questo tale, che confessa di essere stato lui e di aver sbandato a causa di un cane che improvvisamente gli aveva tagliato la strada
    4) La polizia indaga sulla sparizione di Groucho ma non viene a capo di nulla, e oltretutto non c’è traccia del Maggiolino (il problema di fondo è che il caso della prostituta investita viene archiviato e non è presente, all’apparenza, alcuna relazione tra il fatto e la misteriosa sparizione di Groucho)
    5) La banda viene avvertita della visita di Bloch e di un certo Dylan Dog a casa del complice, e per timore di essere presi di mira da Scotland Yard per quell’episodio (temono soprattutto il fatto che Groucho è l’assistente di Dylan Dog e che Dylan Dog conosce un ispettore di SY) prendono la decisione di rilasciare il più presto possibile Groucho, dietro ovvie minacce e raccomandazioni al silenzio
    6) Durante la visita a casa del complice, Dylan prende un’agendina per gli appuntamenti e scopre cose piuttosto interessanti. Chiama Bloch e gli chiede i risultati degli esami delle impronte digitali all’interno dell’auto: l’ispettore non aveva neanche dato l’ordine di eseguirli data l’apparente scontata soluzione del caso
    7) Nel frattempo Dylan si reca ad un indirizzo presente sull’agendina e cerchiato di rosso: lo accoglie un uomo di mezza età dai buoni modi e al di sopra di ogni sospetto, che smentisce seccamente di essere a conoscenza dei traffici del complice. Dylan viene “trattenuto” perché era troppo rischioso lasciarlo libero dato che aveva individuato il loro covo e il complice è informato e si trasferisce a casa del capo
    8) Bloch chiama Dylan per informarlo che le impronte digitali ritrovate nell’auto non appartengono al complice e che al momento dell’impatto erano presenti nell’auto più persone. Ma Dylan non è in casa, a nessuna ora del giorno. Bloch si reca anche a casa del complice ma non lo trova: è preoccupato perché teme che Dylan si sia tirato in un brutto pasticcio
    9) Groucho è sempre bendato e chiuso in uno sgabuzzino ma non gli viene fatto del male perché ha collaborato. A Dylan viene riservato un trattamento un tantino diverso, dato che viene inserito in un cunicolo (motivazione: non gli viene trovata addosso l’agendina, per cui viene pestato ma si rifiuta di confessare dove si trova in quel momento…alla fine cmq dirà di averla lasciata a casa)
    10) I due gorilla vengono inviati a casa di Dylan (hanno le chiavi) proprio quando stava andando anche Bloch con una gente per cercare l’old boy. Aspetta che siano entrati, contatta una pattuglia in zona e fa irruzione in casa: trova i due gorilla alla ricerca di qualcosa, li blocca e fa loro confessare cosa stavano cercando e chi è che li mandava. Bloch trova l’agendina e si reca all’indirizzo cerchiato di rosso
    11) Dylan sta impazzendo dalla disperazione e dal terrore quando finalmente arriva la polizia a salvarlo. Prima però c’è un’ultima sequenza drammatica: il pelato, quando si vede ormai in trappola, spara a Dylan nel cunicolo ma lo prende appena perché fortunatamente Groucho si getta contro l’uomo
    12) Finale drammatico, Dylan è scosso e alle soglie di un esaurimento nervoso
     
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  7. Ispirato dalle tenebre
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    Ed ecco il soggetto integrale: attendo i vostri pareri in gran numero.


    eQualcuno si trova in un cunicolo strettissimo (una struttura cilindrica del diametro di circa 60 cm), le spalle non ci entrano in larghezza e gli omeri risultano piegati in avanti, causa della innaturale e forzata posizione delle braccia. La superficie del rivestimento interno di questa galleria (che non sembra sotterranea, data la buona illuminazione della scena) è cemento a granuli, e a giudicare dalle strisciate di pelle miste ad un po’ di sangue visibili da una parte del cunicolo si direbbe, ad un primo sguardo della scena, che il personaggio è stato infilato lì dentro di forza, per almeno due motivi: il primo e più immediato è che nessun essere pensante potrebbe decidere di propria volontà di infilarsi in un cunicolo talmente stretto da non riuscire a trascinarsi, se non per pochissimi centimetri e con un evidente danno fisico; oltre a ciò, viste le macchie di sangue visibili per 70-80 cm ai piedi del personaggio, si potrebbe concludere che è stato spinto con notevole forza all’interno, per non si sa bene quale motivo.
    La logica porta dunque ad una naturale conclusione: l’uomo è stato spinto all’interno del cunicolo contro la sua volontà, come per punizione o per perpetrargli un’atroce violenza, che potrebbe portare alla sua morte o semplicemente ad un annientamento della sua psiche (vogliono forse ricavare qualcosa? Quest’uomo sa forse qualcosa che interessa agli sconosciuti che lo tengono in quella crudele prigionia? Contano di riuscire a scoprire ciò che vogliono snervandolo e portandolo allo stremo delle forze?).
    Ma l’attenzione deve ricadere su quel personaggio: capelli neri, dorso nudo, fisico relativamente esile (non si direbbe una guardia del corpo, e non lo è, infatti), alto il giusto e con un paio di jeans classici e mocassini consunti, marrone chiaro. Il volto è indefinibile, è una maschera di terrore, ma forse neanche, è in uno stato prossimo alla follia più totale, dovuto probabilmente alla sua attuale situazione: si direbbe che non riesca a pensare a qualcosa di sensato, non parla, non ha la forza (mentale) per urlare e chiedere pietà, aiuto, perdono, per maledire, per mandare a quel paese, per scaricare rabbia, tensione, paura, per urlare, cantare, ululare. Non può morire, lo sa bene, e questo forse contribuisce a renderlo ancora più nervoso. Non ha possibilità di movimento. Pensateci bene, a questa cosa, non sorvolatela: questo personaggio non può muovere praticamente nulla, se non le mani (può piegarle verso l’interno e verso l’esterno), gli avambracci (può muoverli, nei limiti del consentito dallo spazio, verso la parete superiore e verso quella inferiore) e le gambe (può solo sfregarle l’una contro l’altra, per non più di 5 centimetri). Ma il senso di impazienza e di impotenza gli deriva dalle braccia e dalle spalle, e basta poco per immedesimarsi in lui: è sufficiente immaginare di trovarsi sotto un peso talmente grande da non permetterci di muoverci. L’ansia e la paura decuplicano allorquando ci rendiamo conto che nonostante proviamo a compiere forza contro ciò che ci opprime, ebbene, quella cosa, quell’oggetto, rimane ben saldo sopra di noi, non spostandosi neanche di un millimetro, non fornendo alcuna speranza. Quel cunicolo.
    Come si diceva, il cunicolo non si trova sottoterra: innanzitutto la posizione dell’uomo è orizzontale e non verticale, e inoltre è chiaro che la galleria presenta due aperture, alle due estremità, distanti l’una dall’altra circa 6 metri…da ciò si deduce che l’uomo, trovandosi al centro del cunicolo, si trova ad appena due metri dalla luce, dalla libertà, dall’aria. Già, l’aria. L’aria è presente e non c’è pericolo che si esaurisca, non essendo lo spazio chiuso, ma in quella situazione ed in quella posizione i polmoni soffrono, vuoi per l’innaturale costrizione a cui sono sottoposti, vuoi per l’impazienza e la smania di movimento che attanaglia l’uomo e che lo porta a continue convulsioni (ferme) ed al fiatone. E, a pochi centimetri da un muro, non si ha l’impressione di averne poi molta, di aria a disposizione. Continuando la disamina della scena ci rendiamo conto che sono presenti due grate, una per ciascuna apertura: le faglie sono molto larghe (la grata consiste praticamente in due astine di ferro verticali e due orizzontali) ma contribuiscono anch’esse ad aumentare il senso di claustrofobia.
    C’è voluto un po’, ma alla fine ci siamo arrivati: la parola magica in questa storia è proprio quella appena citata…claustrofobia..




    CLAUSTROFOBIA

    Dylan Dog si trova invischiato in un caso che non dovrebbe interessargli, dato il suo campo di azione, e tutto a causa di Groucho, involontario protagonista e testimone di una storia brutale e violenta. Il capo è uscito, al cinema davano il nuovo film di John Carpenter, il seguito de “Il seme della follia”, uno degli horror preferiti di Dylan tra quelli usciti negli ultimi anni, ragion per cui non si sarebbe mai lasciato sfuggire la prima londinese. Il suo collaboratore, non apprezzando i gusti in fatto di cinema del capo, decide di andare in auto con lui fino al cinema per poi fare una passeggiata, in attesa della sua futura moglie, o , forse, dell’ispirazione per un libro che ha da un po’ in mente di scrivere. Perso tra i suoi pensieri (qui si possono mettere un po’ di battute, anche se preferirei un monologo semi-serio ed ironico) a malapena si accorge che un’auto, lanciata a velocità sostenuta, nera e con i vetri oscurati, sta per investirlo. Alza lo sguardo quando sente lo stridio della frenata ed ha i riflessi necessari per lanciarsi alla sua destra, verso il marciapiede che aveva inconsapevolmente abbandonato. L’auto, dal canto suo, sbanda ed investe una prostituta (che qualche istante prima aveva inutilmente provato ad attirare l’attenzione di Groucho), unica altra persona presente nel vicolo a quell’ora: la ragazza resta uccisa sul colpo, schiantata contro un lampione (voglio una scena splatter al punto giusto, non sopra le righe ma molto cruda e dettagliata). L’auto rimane gravemente danneggiata nella parte anteriore, ragion per cui è impossibile rimetterla in moto e ripartire: dall’interno di essa escono tre uomini, due dei quali dalla notevole prestanza fisica. L’altro è pelato, con un paio di occhiali da sole poco adatti all’ora, ed è molto teso e nervoso, mentre si reca a lunghe falcate verso uno sbigottito Groucho, che aveva assistito alla morte della prostituta con grande orrore. L’uomo lo apostrofa pesantemente e, dietro la minaccia di un’arma da fuoco, lo costringe a seguirli senza fare troppe storie, intimandogli di trovare una buona soluzione alla distruzione della loro auto. Groucho, dopo una battuta, capisce che è il caso di collaborare. I cinque uomini si avviano (si, sono 5, non ho sbagliato: in auto c’era un altro uomo che inizialmente non era sceso. Successivamente, mentre il capo (o presunto tale) parlava con Groucho, uno dei due gorilla era rientrato nell’auto distrutta e ne era uscito seguito da un altro uomo, un piccoletto dalla faccia preoccupata ed iperteso) e Groucho pensa che l’unica soluzione per uscirne vivi è prendere la macchina di Dylan, cercando magari di avvertirlo del pericolo e provando a non coinvolgerlo. Davanti al cinema, Groucho si ferma e dice di dover entrare: il pelato lo fa accompagnare all’interno da uno dei due gorilla. Groucho entra in sala (possono passare magari un paio di scene del film, la sequenza del primo “Seme della follia” in cui sulla strada, di notte, mentre i due protagonisti sono in macchina incrociano prima un bimbo in bici e poi un vecchio decrepito,anch’egli in bici e vestito alla stessa maniera), seguito dal gorilla, che si ferma all’ingresso della sala. Il tempo di individuarlo e Groucho si avvicina a Dylan, sorpreso e infastidito dalla presenza dell’assistente proprio nella fase cruciale del film. Groucho riesce a fargli intendere che è in pericolo, ma insiste affinché il capo non tenti nessun colpo di mano in quel momento per evitare una eventuale sparatoria dentro il cinema. Dylan è turbato, ma continua a vedere il film per qualche minuto, dopodiché esce. Il Maggiolino non c’è più e lui non ha neanche un penny per chiamare ed avvertire Bloch del pericolo che sta correndo il suo amico. Nello stesso istante, Groucho è bendato, seduto sul sedile posteriore della macchina del suo capo, e la macchina è guidata da uno degli uomini del pelato o dal pelato stesso, che sta parlando al telefono con qualcuno; evidentemente non vogliono fargli capire dove si stanno recando, e a questo punto la situazione è preoccupante…cosa avranno intenzione di fare con Groucho dopo essere arrivati a destinazione? E, soprattutto, chi sono e cosa vogliono da quell’uomo che ha tutta l’aria di essere loro prigioniero?
    Dylan è inquieto ed impotente, non avendo né auto né soldi né tantomeno le chiavi di casa, dannazione, dato che l’unica copia l’aveva dietro Groucho (in virtù del fatto che aveva intenzione di tornare a casa a piedi prima della fine del film). Cosa fare? Seguire quale strada? Andare dove? Non si vede neanche un bobby in giro. Bisogna far trasparire l’impotenza di entrambi i personaggi, sia Dylan che Groucho, in questo momento della storia. (Tavola 25-30)
    Dylan, preoccupato per l’amico, cammina senza una meta e dopo un po’ di tempo sente ad un paio di isolati di distanza le sirene della polizia, o dell’ambulanza (o forse di entrambe) e si reca da quella parte. Per fortuna trova Bloch, sottosopra dopo aver visto il cadavere della prostituta ed alle prese con la sparizione del proprietario dell’auto, che dopo aver sbandato uccidendo la donna è sparito, senza denunciare l’accaduto. Risalgono dalla targa al proprietario e Bloch chiede a Dylan di accompagnarlo all’indirizzo di un tale, il presunto proprietario dell’auto. Trovano un uomo piuttosto sconvolto che ammette di aver sbandato a causa del passaggio improvviso di un cane in mezzo alla strada (tesi credibile, dato che c’erano evidenti segni di frenata) e di esser fuggito perché terrorizzato da quanto era successo e dalla morte della donna. Bloch ritiene la sua versione credibile ma gli chiede di accompagnarlo in centrale per la deposizione. L’uomo chiede qualche minuto per ricomporsi, e non appena è libero chiama il pelato per avvertirlo della visita dell’ispettore Bloch e di un certo Dylan Dog. Quando il pelato ripete questo nome, Groucho ha un sussulto e confessa che è il suo capo, il proprietario del Maggiolino. A quel punto il pelato si mette a confabulare con uno dei suoi gorilla, come se dovessero prendere una decisione importante.
    Dylan, durante la visita a casa del proprietario dell’auto, trova un’agendina su una scrivania e sfogliandola distrattamente è colpito da un nome ed un indirizzo annotato in rosso. Memorizza l’indirizzo e ripone l’agenda da dove l’aveva presa. Durante la notte, mentre è a casa a leggere (qualcosa di Lansdale, o Bradbury, o Chuck Palahniuk), riceve una telefonata da Bloch che lo informa del fatto che gli esami della scientifica hanno evidenziato che le impronte digitali ritrovate all’interno dell’auto non appartengono al proprietario e che stavano facendo ulteriori accertamenti. Per quanto riguarda Groucho, invece, brancolavano nel buio. A questo punto Dylan, ha una folgorazione e la mattina seguente, molto presto, si reca all’indirizzo che aveva letto sull’agendina: viene accolto da un uomo di mezza età dai buoni modi e al di sopra di ogni sospetto, che tuttavia non riesce a dare una spiegazione convincente sul suo legame col proprietario dell’auto. Dylan si insospettisce e si apposta dinanzi alla casa dell’uomo, dalla quale poco più tardi esce un uomo pelato seguito da un altro individuo ben piazzato fisicamente. Li segue ma è una trappola: infatti lo attirano volontariamente in un luogo abbastanza defilato, una sorta di discarica, lo pestano e lo portano in auto con loro.
    A questo punto la situazione è la seguente: Dylan e Groucho sono “prigionieri” di questi individui perché entrambi (anche se, per quanto riguarda Dylan, indirettamente) testimoni di un rapimento, il cui scopo non è ancora però ben chiaro. L’altro filo narrativo (che alla fin fine coincide con questo) riguarda invece l’incidente dell’auto, la morte della prostituta e le indagini di Bloch sull’intestatario dell’auto, che non era alla guida al momento dell’incidente. (Tavola 60)
    Dylan è “torturato” affinché riveli il modo in cui era venuto a conoscenza del loro indirizzo: temendo che potessero vendicarsi del proprietario dell’auto (che è chiaramente un complice) e soprattutto sapendo che proprio quell’uomo era l’unico indizio che poteva portare Bloch fino a loro, Dylan tace. Ma ciò gli provoca una punizione pesantissima: viene lasciato in jeans e viene spinto di forza all’interno di uno strettissimo cunicolo e chiuso al suo interno con una sorta di finestrella metallica. Dylan soffre le pene dell’inferno (si veda la descrizione fatta nel prologo del soggetto) e alla situazione vanno dedicate almeno 6 tavole, per permettere al lettore di identificarsi il più possibile e fargli quasi sentire la nausea di quella situazione, un’oppressione che, se per Dylan è prettamente fisica, per il lettore deve diventare una sorta di “tortura psicologica”, tanto da fargli desiderare di saltare quelle tavole “tutte uguali” (o almeno di questo dovrebbe convincersi). Le inquadrature possono essere molto varie ma entro un limite, nel senso che dopo una prima tavola di “presentazione” della scena, con tagli e piani diversi (a distanza, dalla testa, dai piedi, dal muro verso il volto di Dylan e viceversa) le tavole successive devono concentrarsi sulle espressioni di Dylan, che devono subire una progressiva mutazione, per passare dalla rabbia e paura iniziale ad una sorta di espressione autenticamente delirante, alle soglie della follia, passando per un’espressione di impotenza e assoluta desolazione.
    Questo ambiente, per chiarezza, è situato nello scantinato dell’abitazione il cui indirizzo era segnato in rosso sull’agendina del proprietario dell’auto. Questa situazione non dura per fortuna moltissimo, in quanto proprio quest’ultimo confessa tutto alla polizia, ammettendo di essere un complice obbligato di una banda di usurai, obbligato in virtù del fatto che aveva accumulato dei debiti che non poteva estinguere e per i quali doveva prestare i suoi servigi. Bloch non può sbagliare, dato che in ballo c’è anche la vita di Dylan e Groucho, porta con sé l’uomo e si reca all’abitazione degli usurai con due volanti. Quando un uomo di mezza età va ad aprire ha un sussulto nel trovarsi dinanzi il suo “complice” e ciò convince Bloch della verità di quanto l’uomo ha confessato. Passano al setaccio la casa e quando entrano nello scantinato riescono ad avere la meglio sui due gorilla e sul pelato, ma non prima di una sorpresa finale: il pelato infatti, vistosi ormai perso, apre la finestrella che chiudeva il cunicolo all’interno del quale si trova Dylan, e punta la pistola: Bloch è impietrito ma per fortuna Groucho, nonostante sia legato ad una sedia, riesce a gettarsi contro il pelato, il cui sparo finisce per conficcarsi nel muro. Gli agenti immobilizzano anche il pelato e liberano Dylan dalla sua orrenda prigione (ovviamente liberano anche l’uomo che era stato catturato dagli usurai la sera precedente e recuperano il Maggiolino in un garage vicino all’abitazione). Le ultime due tavole sono dedicate a Dylan, visibilmente scosso dall’esperienza, alle soglie di un esaurimento nervoso, mentre scrive sulle pagine del suo diario che mai, in vita sua, gli era sembrato di essere così vicino al baratro, in una sorta di punto di convergenza di tutte le paure e le ansie che popolano la vita di tutti i giorni. (Tavola 94)
     
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  8. Ispirato dalle tenebre
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    Che tristezza, neanche un commento...
     
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  9. Tsam
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    CITAZIONE
    Che tristezza, neanche un commento...  

    Letto lo sto leggendo..mas è lunghissimo e nn ho mai tempo..per le vacanze ti posto qualcosa.....promesso....ciao
    tsam

    ps nn ti scoraggiare..anzi....
     
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  10. Ispirato dalle tenebre
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    CITAZIONE (Tsam @ 17/12/2004, 23:00)
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    Che tristezza, neanche un commento...  

    Letto lo sto leggendo..mas è lunghissimo e nn ho mai tempo..per le vacanze ti posto qualcosa.....promesso....ciao
    tsam

    ps nn ti scoraggiare..anzi....

    Ti ringrazio. Leggi pure con calma e quando puoi. Mi pareva strano che a più di un mese dal post nessuno avesse risposto.
     
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  11. Ispirato dalle tenebre
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    Mi sa che il soggetto non lo ha letto nessuno di voi, o forse quelli che lo hanno letto hanno preferito evitarmi offese ed ingiurie calando un velo pietoso. In ogni caso a giorni (se potrò) posterò un mio racconto (nulla a che vedere con i fumetti) e spero che almeno su quello vi esporrete un po': ho sempre bisogno di confrontarmi con gli altri.
     
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  12. Tsam
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    Opps..scusa..letto lo vevo letto ne lfrattmepo ma mi sono dimenticato di postare il mio commento....esami cattivi....per me il soggetto è buono anmche se per essere un soggetto è forse un po troppo "esteso"; la trama mi sembra chiara..e ogni passaggio mi sembra abbastanza logico..dico abbastanza perchè l'ho letto tempo fa..... La storia è claustrofibica e secondo me si adatta bene a dyd....se poso darti un parere personale, se vorrai ripetere l'impresa..ti consiglierei din on fare il soggetto già diviso per arrivare alle 94 pag....ciao e scusa
    tsam
     
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  13. Ispirato dalle tenebre
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    CITAZIONE (Tsam @ 13/2/2005, 23:43)
    Opps..scusa..letto lo vevo letto ne lfrattmepo ma mi sono dimenticato di postare il mio commento....esami cattivi....per me il soggetto è buono anmche se per essere un soggetto è forse un po troppo "esteso"; la trama mi sembra chiara..e ogni passaggio mi sembra abbastanza logico..dico abbastanza perchè l'ho letto tempo fa..... La storia è claustrofibica e secondo me si adatta bene a dyd....se poso darti un parere personale, se vorrai ripetere l'impresa..ti consiglierei din on fare il soggetto già diviso per arrivare alle 94 pag....ciao e scusa
    tsam

    E di cosa ti scusi?
    Per quanto riguarda il tuo consiglio, posso dirti che è stata una mia scelta per dare il giusto respiro ad ogni passaggio della vicenda: questo perchè non vorrei che uno sceneggiatore alle prese con il mio soggetto stravolgesse del tutto i tempi narrativi che erano ben chiari nella mia mente ma che nella sua potrebbero essere diversi. Tutto qui.
    Grazie mille del commento.
     
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12 replies since 16/10/2004, 10:19   214 views
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