volendo scrivere un horror?

HEEEEELP

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  1. Ray of Darkness
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    come ben sapete le mie uniche escursioni del genere orrorifico sono i racconti sui vampiri che pubblicai sul forum un annetto fa.
    ora nel tentativo ispirato di scrivere un horror tout court volevo chiedere a qualcuno di più esperto (Gas?) se le idee seguenti sono giuste
    1) l'ambientazione è più efficace se inventata seppur verosimile, oppure prendere un luogo veramente esistente accentua la sensazione "potrebbe essere vero sul serio"? (in termini pratici: voglio ambientare il racconto in liguria, ma non so se usare un luogo realmente esistente o semplicemente immaginario anche se verosimile)
    2) è consueto nascondere il "male" (lo dico in questi termini in mancanza di un termine più preciso) dietro spoglie magnifiche e il "bene" dietro mentite spoglie "brutte" (per intenderci il mio concetto prevede per esempio che una casa fatiscente e dal sentore di maligno è in realtà sede del "bene" e viceversa")
    beh iniziamo così che vi ho già fatto venire sicuramente malditesta
     
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  2. Tesla
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    CITAZIONE (Ray of Darkness @ 10/1/2005, 21:59)
    chiedere a qualcuno di più esperto (Gas?) se le idee seguenti sono giuste
    1) l'ambientazione è più efficace se inventata seppur verosimile, oppure prendere un luogo veramente esistente accentua la sensazione "potrebbe essere vero sul serio"?
    2) è consueto nascondere il "male" (lo dico in questi termini in mancanza di un termine più preciso) dietro spoglie magnifiche e il "bene" dietro mentite spoglie "brutte"

    0) sei partito male: non esistono "idee giuste", soprattutto in un ambito multiforme come la letteratura (sia di serie A sia di serie B). devi solo essere convinto di quello che scrivi. un'idea è giusta se è difesa bene.

    1) dipende dalla libertà di movimento che ti vuoi concedere: un'ambientazione "vera" (sempre che il mondo scritto ammetta l'aggettivo "vero": e poi, in termini metafisico-filosofici, cosa è "vero"?) impone all'autore limiti più stretti di una immaginaria. e cmq anche il verosimile è credibile, quindi non pensare che una vicenda ambientata a milano sia più intrigante per il lettore rispetto a una ambientata a paperopoli (beh, è un caso limite...).

    2) beh, non mi sembra poi così strano: non si dice sempre che l'apparenza inganna? ad esempio, l'avreste detto, voi, che Tes voleva fare il critico letterario?

    3) se volessi leggere i tuoi racconti, in che locus amoenus del forum posso trovarli?

    in bocca al lupo per il tuo romanzone!
    Tes
     
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  3. figlio di musuraka
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    CITAZIONE (Tesla @ 10/1/2005, 22:26)
    1) dipende dalla libertà di movimento che ti vuoi concedere: un'ambientazione "vera" (sempre che il mondo scritto ammetta l'aggettivo "vero": e poi, in termini metafisico-filosofici, cosa è "vero"?)

    devo dedurre che la nuova vampira è esperta o almeno è a conoscenza di teorie di modernità letteraria e postmodernismo artistico, con collegamenti all'estrema realizzazione del concetto di verità/finzione espressa dal cinema? se è così Lecco diviene la mia città adottiva...
     
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  4. Ray of Darkness
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    @ Tes: in questa stessa sezione quasi tutti i topic da me aperti fanno capo a racconti, basta che scorri le pagine vecchie

    @Funes:
     
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  5. Tesla
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    CITAZIONE (figlio di musuraka @ 10/1/2005, 22:30)
    devo dedurre che la nuova vampira è esperta o almeno è a conoscenza di teorie di modernità letteraria e postmodernismo artistico, con collegamenti all'estrema realizzazione del concetto di verità/finzione espressa dal cinema? se è così Lecco diviene la mia città adottiva...

    ok, considerati adottato!


    no, non sono un'esperta di tutti gli "-ismi" e le "-logie" che hai citato, mi definirei un'appassionata di letteratura-teatro-arte-cinema, ma autodidatta. beh, ovviamente ho studiato (liceo classico), ma penso che la scuola non possa insegnare certe cose, la passione per certe cose. cmq è una questione lunga e noiosa, fra un po' crollo a dormire...
     
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  6. figlio di musuraka
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    CITAZIONE (Tesla @ 10/1/2005, 22:41)
    CITAZIONE (figlio di musuraka @ 10/1/2005, 22:30)
    devo dedurre che la nuova vampira è esperta o almeno è a conoscenza di teorie di modernità letteraria e postmodernismo artistico, con collegamenti all'estrema realizzazione del concetto di verità/finzione espressa dal cinema? se è così Lecco diviene la mia città adottiva...

    ok, considerati adottato!


    no, non sono un'esperta di tutti gli "-ismi" e le "-logie" che hai citato, mi definirei un'appassionata di letteratura-teatro-arte-cinema, ma autodidatta. beh, ovviamente ho studiato (liceo classico), ma penso che la scuola non possa insegnare certe cose, la passione per certe cose. cmq è una questione lunga e noiosa, fra un po' crollo a dormire...

    allora buona notte... insisti però con le citate passioni, alla lunga diventano linfa per l'anima... le fantasie sono l'unica realtà a noi intellegibile...
     
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    A suo tempo, pubblicai il mio modo di vedere la narrativa d'horror, su "Orrori di carta"; cmq in sostanza ritengo che, se vuoi sfruttare le "risorse" del racconto horror, devi renderlo credibile e non rifugiarti in narrazioni introspettive, superpsicologiche, senza esaltare troppo i luoghi a beneficio delle sensazioni dei personaggi. Le motivazioni le trovi, convincenti o meno, nel link che ti ho segnalato...
    Dovresti cercare di proporre qualcosa di interessante sin dal titolo (i così detti "titoli ad effetto", non esagerati ma che colgono l'attenzione o almeno la curiosità di iniziare a leggere), che io quasi sempre scelgo dopo aver finito di scrivere la storia...
    Ritengo importante anche la lunghezza della storia: è difficile condurre le fila di una storia horror troppo lunga, se non infarcendola di episodi di transizione, flashback... tutte risorse del buo scrittore, che può esibire il suo talento, ma IMO questo non fa altro che diluire la paura... Io almeno, quando scrivo una storia d'orrore, devo essere il primo ad impressionarmi, e se vado ad infarcire la storia con esibizioni d'erudizione, sfumature lessicali e altre consentite "interruzioni", il brodo della storia si annacqua parecchio, ed ho scritto una storiella che si rivela poi la classica idea sprecata... Per questo io propendo per l'orrore breve, che posso far leggere in massimo una mezz'ora, perché in quei minuti il lettore deve tuffarsi nell'incubo e non farsi distrarre, se intendo impressionarlo...

    Per altre consulenze, a disposizione. ;) Se utile, alcuni miei racconti sono leggibili tranquillamente tramite i topics aperti in "Dark tales"...

    Edited by Gas75 - 24/4/2006, 00:49
     
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  8. Ray of Darkness
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    CITAZIONE
    Nulla ci spaventa di più di un brivido costruito attorno alla nostra vita di tutti i giorni

    Questo si avvicina molto al concetto che non riuscivo ad esprimere. Grazie Gas per i consigli, mi sto facendo decisamente un'idea della struttura su cui basare lo stile del racconto
     
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  9. Tesla
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    CITAZIONE (Gas75 @ 11/1/2005, 00:08)
    1)devi renderlo credibile e non rifugiarti in narrazioni introspettive, superpsicologiche, senza esaltare troppo i luoghi a beneficio delle sensazioni dei personaggi.
    2)Dovresti cercare di proporre qualcosa di interessante sin dal titolo (i così detti "titoli ad effetto", non esagerati ma che colgono l'attenzione o almeno la curiosità di iniziare a leggere), che io quasi sempre scelgo dopo aver finito di scrivere la storia...
    3)Per questo io propendo per l'orrore breve, che posso far leggere in massimo una mezz'ora, perché in quei minuti il lettore deve tuffarsi nell'incubo e non farsi distrarre, se intendo impressionarlo...

    sui punti 2 e 3 sono d'accordo con te: il titolo si trova sempre dopo aver scritto (magari estrapolandolo da un'espressione curiosa usata nel corso della narrazione); la brevità è essenziale per l'horror, perchè si porta dietro il concetto di condensazione delle emozioni. qst non significa che i Grandi Narratori (quelli capaci di reggere sulle proprie spalle strutture complesse, personaggi analizzati nelle più piccole pieghe mentali) non siano in grado di far paura...
    ma sul punto 1, caro Gas, non condivido: pensa a un horror introspettivo come "il gioco di gerald", di Stephen King. è basato su: luogo claustrofobico (si svolge tutto all'interno di una stanza), punto di vista irrimediabilmente fisso e, di conseguenza, analisa psicologica del personaggio. e secondo me è il romanzo più bello e orrorifico del Re! x lo meno è quello che mi ha inchiodata di più al libro.
    cmq sono gusti...
    tornando a te, Ray, per convincerti dell'importanza della "brevitas" (usiamo un po' il latino, tanto per fare i fighi, se no a che serve?), ti consiglio di leggerti i racconti di bram stoker. non il "solito" dracula, ma i racconti (o romanzi brevi che dir si voglia).
    un morso a tutti,
    Tes
     
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    la brevità è essenziale per l'horror, perchè si porta dietro il concetto di condensazione delle emozioni. qst non significa che i Grandi Narratori (quelli capaci di reggere sulle proprie spalle strutture complesse, personaggi analizzati nelle più piccole pieghe mentali) non siano in grado di far paura...

    Sulle capacità dei grandi scrittori nulla questio Mi riferivo soprattutto a me stesso ed a chi ogni tanto scrive qualcosa per hobby.
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    ma sul punto 1, caro Gas, non condivido: pensa a un horror introspettivo come "il gioco di gerald", di Stephen King. è basato su: luogo claustrofobico (si svolge tutto all'interno di una stanza), punto di vista irrimediabilmente fisso e, di conseguenza, analisa psicologica del personaggio. e secondo me è il romanzo più bello e orrorifico del Re! x lo meno è quello che mi ha inchiodata di più al libro.

    Non l'ho letto, cmq se l'introspezione psicologica è indispensabile per portare avanti una storia claustrofobica, benvenga... Io mi riferivo a storie dove se ne abusa, iniziando quasi a scrivere per se stessi più che per il lettore...
    Cmq in fatto di storie claustrofobiche, ti suggerisco il mio "Agonie"
     
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  11. CarDestroyer
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    Stephen King è malato di scrittura, lo ammette lui stesso, e questo si trasferisce nelle sue opere enormemente diluite. Ha delle idee geniali, sa tratteggiare superbamente i personaggi, salvo poi non sapere più rendersi conto del concetto di "necessità" e scrivere la vita minuto per minuto di ogni singolo personaggio. Il vero Stephen King si trova nei racconti brevi come nella raccolta "A volte ritornano" dove ci sono situazioni e atmosfere disturbanti e idee agghiaccianti.
    Detto questo (un giorno verrà S. K. a farmi visita in forma spettrale ), devi decidere che tipo di horror vuoi scrivere Ray: un bel gotico classico; un neogotico dalla psicologia disturbata e apparentemente normale; un sano racconto di mostriciattoli e/o avventura; un fanta-horror (che non è solo Alien o Predator )...
    Un'altra cosa secondo me importante: ci deve essere il morto? Se non c'è, la cosa si fa maledettamente interessante.
    Devi decidere anche il registro: ottocentesco o moderno?
    Il punto di vista, a mio parere, deve essere in prima persona al passato.
    Good Luck!
    P.S.
    Mettici una bella scena di sesso esplicito che fa sempre audience .
     
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  12. Ray of Darkness
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    Come forse sapete la Liguria è tradizionalmente terra di stregoneria. E io appunto volevo sfruttare delle fonti "reali" per quanto leggendarie e folkloristiche per ispirare la mia narrazione che intendevo in prima persona come falsa esperienza... Il registro? Lo stile? Questo è difficile. Si tende a cedere ad un modello di questo o l'altro autore e riconosco che questo per me sarebbe un momento particolarmente infelice se dovessi stendere il racconto di getto perchè mi sto impegnando in una lettura incrociata di Poe e Lovecraft. Vorrei comunque cimentarmi in quel genere di horror onirico dei culti innominabili, uniti ad una dose di suggestioni orrorifiche classiche attraverso l'uso di topoi spero non troppo consolidati. Per quanto riguarda la brevità del racconto: non volevo creare una cosa troppo lunga, ma sicuramente una storia articolata soggetta a climax ascendente, partendo dal locus amaenus per arrivare alla rivelazione finale. A questo punto sorge spontanea la domanda: dopo l'orrore è lecito una conclusione meno intensa, anche se non necessariamente a lieto fine o deve troncarsi in maniera netta al punto culminante del climax?
     
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    Dampyr

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    Direi che le idee ce le hai io per il mio primo horror ho preso un tema ultrablasonato, le case infestate, sebbene ci abbia messo del mio ovviamente, senza preoccuparmi di aver "rubato" idee già esistenti... la fantasia credo sia una delle ultime cose di "pubblico dominio" ancora...

    Per lo stile: io non me ne sono preoccupato molto, a parte scriverlo volutamente sempre in prima persona, salvo un paio di eccezioni, dove però parlare di terza persona è cmq sbagliato... Dicevo, lo stile... sono stati quelli che hanno letto a dire che i miei racconti erano accomunati tutti da un "loro stile", che funzionava come desideravo: la semplicità del registro letterario usato era utile per catturare l'attenzione del lettore, mentre la storia ovviamente evolveva col suo ritmo...

    La conclusione... beh, lì è tuo pieno diritto decidere: se uno dei personaggi somiglia a un prof di matematica che ti ha traumatizzato alle scuole medie, una bella agonia gliela puoi anche rifilare
    Scherzi a parte (ma mica tanto), il bello del racconto d'orrore è proprio che il bene non ha mai la vittoria scontata, anzi...
    Se poi ne avrai voglia e arguzia, potrai anche lasciare il finale in chiave enigmatica, lasciando al lettore di trarre le sue conclusioni... o lasciandoti una porta aperta per un successivo racconto qualora scarseggiassero idee future...
     
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  14. jedimaster
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    secondo me non è fondamentale l'ambientazione temporale, importante sì fondamentale no: è vero quello che dice gas, più il racconto è lungo più è difficile tenere alta la tensione, ma ricordati che scrivi prevalentemente per te stesso, crei un universo secondo le tue leggi e te lo modelli, quindi se ti senti di proseguire oltre il colpo di scena finale, perchè hai ancora qualcosa da dire fallo pure! riguardo al rovesciamento della casa che si crede fonte del male ma è fonte del bene può funzionare, basta che tu vada a leggerti quel capolavoro che è "la casa degli uomini perduti", DD speciale n5, per renderti conto di cosa può uscire da tale tema!
     
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  15. ink
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    suo tempo, pubblicai il mio modo di vedere la narrativa d'horror, su Orrori di carta;

    gas, questo link porta ad un sito porno. o è il mio computer che è porcelloso?...
     
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18 replies since 10/1/2005, 21:59   531 views
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