Preda e richiamo

Un po' d'horror, va'

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  1. CarDestroyer
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    PREDA E RICHIAMO

    «Nessuno si fa più problemi per loro» Arland alzó il boccale e lo fece oscillare come per spostare la foschia del locale. «Perché dovrei farmene io?»
    Polanski stava appoggiato allo schienale con lo sguardo fisso sul tavolo umido di birra rossa. «Volevo essere sicuro che premerai il grilletto quando sarà il momento. Cristo, noi saremo richiamo e cacciatori, non voglio certo ritrovarmi un paio di incisivi sul culo.» Ruttò come un motore che prende giri. «E tu Falkland?»
    «A me non interessano le vostre cazzate da supereroi. Vengo con voi soltanto per stare lontano da mia moglie, perciò dammi un fucile ma non chiedermi di pararti il deretano.» Tirò una lunga boccata dalla sigaretta e trattenne il respiro. «Ma se vedo una femmina le scarico il fucile addosso, quant'è vero iddio» esalò.
    Vespucci si aggiustò lo spolverino e bevve l'ultimo dito del bourbon. «Io vado fuori a purificarmi i polmoni.» Si alzò preoccupandosi di non toccare la gente seduta nel tavolo di dietro, poi raggiunse la porta a passo lento.
    «Non ammazzare nessuno Vespucci, aspetta d'entrare in riserva!» urlò Polanski.
    «Spera ancora di ritrovarla?»
    «Spero di no Falkland, o dopo quello che hai detto ti ritroverai cadavere subito dopo il cancello della riserva.»
    Il gruppo dal vivo suonava una ballata country dopo l'altra infarcendole di yippi ya e hi ha, preoccupandosi che il sintetizzatore facesse il suo lavoro con i colpi di Remington.
    Fuori, Vespucci si aggirava più lento di un serpente, tra la neve e le auto in sosta, lasciando che il fumo della Marlboro si soffermasse sotto il cappello. Non pensava. Lasciava questo lavoro alla rabbia. Gli bastava concentrarsi sul suo volto per tenersi occupato, un volto che non appariva nell'archivio delle prede già sepolte. Lei era ancora lì.
    «Ehi cowboy, ho visto gente vestita più appariscente di te giusto l'anno scorso.»
    Vespucci si voltò a guardare la donna. «E...?»
    Lei si mise le mani sui fianchi lasciati scoperti dalla camicetta svolazzante. «Quest'anno non sono qui.» Sottolineò con un sorriso.
    «Buon per loro. Non dovranno giustificazioni.» La fissò senza battere ciglio, combattendo per non sovrapporre i riccioli biondi della bambolina country ai capelli castani di lei.
    La donna si strinse nella braccia. «Non sono mai tornati.»
    «C'è sempre un'ultima volta per tutti» disse e si allontanò verso la zona buia, e le centinaia di chilometri di muro che cingeva la zona proibita.

    Al mattino, il sole picchiava con tanta luce quanta riusciva a rifletterne il manto bianco.
    «Cosa darei per un po' di nubi» balbettò Arland. «Fa un freddo cane.»
    «E' l'unica cosa che li rallenta. D'estate non li ferma neanche le pallottole.» Polanski sputò il tabacco sul selciato. «Avanti gringos.»
    Attraversarono il cancello per primi assieme a Falkland e Vespucci che aveva sostituito gli stivali di cuoio con un paio di doposci e vari strati di vestiti sotto lo spolverino. Polanski, Falkland e Vespucci portavano due fucili, due pistole semiautomatiche e un macete a testa più uno zainetto con razioni per cinque giorni; Arland aveva una pistola in tasca, la tenda e il resto della santabarbara sulla schiena. Per prudenza, lo tenevano in mezzo.
    Camminarono tutta la mattina, prima di fermarsi e piantare il campo base in uno spiazzo tra gli abeti. Polanski si occupò di distendere la rete di difesa per un raggio di cinquanta metri, mentre Vespucci accendeva il fuoco e apriva le scatolette. Arland e Falkland perlustrarono le vicinanze per assicurarsi che non ci fossero branchi dormienti, usando tutti gli accorgimenti tramandati di padre in figlio fin dagli Assiro-Babilonesi.
    «Bene, io propongo di brindare alla caccia» propose Polanski quando furono tutti attorno al falò. «Sento che quest'anno faremo un gran favore alla sezione "presunti fottuti" dell'FBI.» Alzarono la latta di fagioli e whiskey.
    «Lo sapete,» cominciò Arland, «che dicono che la maggior parte sia fatta di ebrei?»
    «Probabile,» disse Vespucci, «Hitler li ha quasi sterminati.» Bevve un sorso di bourbon dalla fiaschetta. «Ma non in America. Qui è più facile trovare un antico, magari maya o pellerossa. Coronado e soci non sono stati tanto scrupolosi come Hitler.»
    «Giusto,» ruttò Polanski, «se fai una cosa falla bene, cazzo. Il crucco era un esaltato ma c'aveva testa.»
    «Vero,» concordò Arland, «se non fosse per questa gente noi non saremmo qui a divertirci oggi. Avete idea di quanto sia benefico per la psiche umana, sparare ad un altro uomo ed avere l'unico obbligo di presentare la testa come giustificativo alla polizia?»
    «Forse,» concordò Vespucci, «almeno per qualcuno.» Poi decisero i turni di guardia per la notte. Il breve pomeriggio passò velocemente nella ricerca di luoghi adatti ad una imboscata.

    Polanski fu il primo. Anche se non era il suo scopo, riuscì a svegliare il resto del gruppo urlando. Un branco di cinque morti era sceso dalla vetta intercettandolo mentre percorreva il perimetro bevendo dalla fiaschetta.
    Gli altri tre cacciatori uscirono dalla tenda precipitandosi verso i fucili. Arland ebbe il sangue freddo di distribuire caricatori e cartucce per i fucili a pompa. Vespucci fermò Falkland che era scattato verso le urla. «È già morto! Se sei così altruista pensa a noi e non a lui!»
    La luna piena illuminava quanto basta la minuscola radura del campo, ma sotto gli alberi era tutt'altro discorso. Improvvisamente, l'allarme di prossimità lacerò l'aria. Falkland caricò il fucile e sparò all'altoparlante, dietro le spalle degli altri.
    «Falkland, merda, calmati! Stavi per impallinarci!» Urlò Arland.
    «Falkland,» Vespucci gli posò la mano sulla spalla. «Aspettaci qui. Se vedi qualcosa, domanda prima di sparare.»
    «Mi lasciate solo? Qui?»
    «Loro sono lassù. E per Dio non sono così furbi da escogitare una manovra a tenaglia.»
    «Solo Polanski è abbastanza fresco da farlo.» Concluse Arland e corse dentro il bosco.
    Le torce elettriche legate ai fucili, illuminarono il corpo del loro compagno ancora cadavere. Vespucci prese il macete e tagliò la testa all'altezza della mascella, spezzando denti e vertebre, poi passò alle mani e ai piedi.
    «Non mi piace non mi piace.»
    «Hai ragione,» concordò Vespucci pulendosi la faccia sullo spolverino, «avrebbero dovuto essere qui.»
    Uno sparo, poi un altro e un altro. I due si gettarono verso il campo e la santabarbara mentre Falkland imprecava il nome di Vespucci. Quando arrivarono, l'uomo stava lottando col macete contro due morti. Non poterono far altro che assistere al suo sgozzamento. Altri cinque morti, vestiti in mimetica, arrancarono verso di loro. Arland iniziò subito a spappolare arti con il fucile a pompa e correre verso lo zaino delle munizioni. Vespucci sparò un paio di colpi nella stessa direzione, poi si voltò fulminato da una intuizione e iniziò a indietreggiare. Dal bosco uscirono altri due morti. Due donne. Una era decisamente più agile e si gettò all'inseguimento. Sotto la luna, vide i riccioli biondi e una camicetta svolazzante macchiata all'altezza del cuore. Sparò un colpo ad altezza femore mandandola distesa, poi si girò giusto in tempo per polverizzare la testa ad uno che era sfuggito allo sbarramento di Arland. Con l'occasione, si assicurò che il compagno fosse stato altrettanto concreto. Sul suo fronte, la bambolina country stava perdendo tempo per cercare di rialzarsi, mentre l'altra l'aveva superata di un paio di metri. Con sangue freddo, mirò alla testa della bionda e spostò l'attenzione sull'altra, congelandosi nella posizione.
    Era lei. Quegli occhi azzurri, da cerbiatto glielo dicevano. Dei pantaloni, o della gonna, non c'era traccia, e questo confermò le ultime parole del maiale. Non aveva neanche gli slip. Tremava vistosamente. La pelle livida, e strappata in più punti, la carne del colore del ketchup mischiato alla maionese. Avanzava con le braccia protese ricoperte da una peluria chiara che riluceva nella luce della luna. Lui osservò le unghie ricurve e i capelli stopposi uniti a ciocche. Sì ne era sicuro. Puntò il fucile per un attimo. Abbassò l'arma e si passò una mano sulla faccia. Quando riaprì gli occhi le sferrò un calcio all'addome lasciandola uggiolare sulla neve.
    Mentre recideva le mani di un morto decapitato, Arland lo osservò .
    Il cowboy tagliò un grosso pezzo di coscia da Falkland e lo avvolse attorno ad una bomba presa dallo zaino. Colpì la morta al volto e infilò il fagotto nel maglione di lei in modo che le arrivasse alla bocca, poi tirò l'anello e si allontanò a passo veloce.
    Arland lasciò perdere quello che stava facendo e corse lontano dai corpi straziati. L'esplosione vaporizzò la donna e mandò a terra i due uomini. Una scheggia colpì lo zaino delle munizioni incendiandolo. Arland corse e lo coprì di neve.
    Poi si occupo di Falkland.[/SIZE]
     
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  2. Ray of Darkness
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    zombi?
    narrazione efficacie, scritto benissimo, ma....
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    ....
    in realtà non c'è nulla che non vada nel tuo racconto...
    Semplicemente non mi piace il genere di impiato "poliziesco" che hai utilizzato.
     
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  3. CarDestroyer
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    Se non esistessero i gusti personali non esisterebbero i generi letterari . E' da qualche mese che scrivo trame di romanzi (oddio, 30 cartelle sono una trama "arricchita" ), e mi mancava un po' di scrittura seria. Se hai trovato altri problemi dimmelo!

    CITAZIONE
    Semplicemente non mi piace il genere di impiato "poliziesco" che hai utilizzato.

    Nelle mie storie succede sempre qualcosa, ed in rapida successione . Difficilmente i personaggi si fermano a pensare.

    Non ho avuto il tempo di inserire un primo commento a questa prima stesura: si tratta ovviamente di un mondo alernativo dove è tutto uguale al nostro, tranne il fatto che i morti non rimangono tali. Nel mezzo ho inserito la solita storia di tradimento passionale. La "bambolina country" si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato . All'inizio doveva trattare di un mondo con grandi città sigillate, dove i morti vengono buttati fuori delle mura perché "ritornano", e un gruppo di "vivi" si ritrovava improvvisamente dalla parte sbagliata della cinta. Poi ho deciso che mancava di un minimo di originalità.
     
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  4. AChangeOfSeasons
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    CITAZIONE
    All'inizio doveva trattare di un mondo con grandi città sigillate, dove i morti vengono buttati fuori delle mura perché "ritornano", e un gruppo di "vivi" si ritrovava improvvisamente dalla parte sbagliata della cinta. Poi ho deciso che mancava di un minimo di originalità.


    Più che altro avresti potuto fare causa a Romero che ha intenzione di usare questa idea per il seguito di "Zombi".
    Bellino come racconto, queste cose a me piacciono specie quando i cacciatori muoiono, e anche le distopie non mi dispiacciono.
    Spettacolosa la scena del gruppo country con il sintetizzatore con i finti colpi di pistola: sei un mito!
     
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  5. CarDestroyer
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    CITAZIONE (AChangeOfSeasons @ 20/1/2005, 11:19)
    Spettacolosa la scena del gruppo country con il sintetizzatore con i finti colpi di pistola: sei un mito!

    Sto gongolando .
    Se c'è qualche passaggio oscuro dimmelo che lo analizzo .
    Non lo sapevo del nuovo film di Romero: beh, speriamo nella regia almeno .
     
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4 replies since 16/1/2005, 17:01   119 views
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