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Quello che propongo alla vostra attenzione è l'inizio del mio primo (e finora unico) romanzo in tema horror ke, in quanto tale non può essere pubblicato integralmente sul forum (14 pagine di Word con Times 12 
).
Quando scende il buio
Da buon amico degli animali, mi ritrovai a vivere, quando rimasi senza più un affetto, con un cane, una gatta e due canarini. La mia professione di poeta mi consentiva, volendolo, di restare in casa magari tutto il giorno, e quindi i miei unici amici avevano tempo da perdere con me. Sono poeta, ho detto, e la mia musa ispiratrice d’allora era una vicina di casa, il cui nome, all’interno di questo racconto, è Monica.
Avevo acquistato diffidenza nella gente, e degli amici dell’adolescenza non era rimasto che qualche indirizzo per eventuali auguri di Natale. Eppure Monica m’instillava fiducia e, dopo quattro mesi di vicinato, durante i quali, a stento, salutavo i suoi genitori, ebbi l’occasione per parlarle e conoscerla. Era una creatura deliziosa, nell’aspetto, nella voce, nei pensieri, e quella sera fu già poesia; purtroppo i miei 27 anni contro i suoi 19 erano un certo ostacolo per qualcosa di più.
Mi fu facile avvicinarmi alla sua famiglia, chiedendo in prestito una volta il sale fino, un’altra due uova, e la mia personalità interessò la madre di Monica, che qui chiamerò Carmela. Ebbi conferma di questo un pomeriggio d’aprile quando, mentre rinnovavo il mangime ai canarini, ricevetti una citofonata di Monica che mi chiedeva se avessi avuto la serata libera per accettare un invito a cena. Esitai, ma quando lei mi rese notizia che si trattava di un’occasione per festeggiare il suo onomastico, finii per accettare, anche perché non sarei stato il solo invitato. M’aveva avvisato poche ore prima affinché non mi fosse possibile pensare ad un costoso regalo, ma non mancai certo di tempestività quando, uscendo, mi recai, prima che da lei, dal fioraio, ove comprai un abbondante bouquet di rose gialle, che mi servì da custodia per il mio biglietto d’auguri. Passando davanti al cancello di casa, vidi Vakim, il mio terranova mezzosangue, che mi scodinzolava accucciato. “Io vado” gli dissi ironico “coprimi le spalle!” Mi rispose con il suo “Woff!” a capo inclinato.
Al mio arrivo in casa di Monica fui accolto con un calore che non riprovavo da anni. Consegnai il mazzo di fiori alla festeggiata che subito trovò il biglietto in cartoncino rosso e lo lesse.
“Abbassa quei petali
che son le tue palpebre
sulle corolle di luce
che sono i tuoi occhi
ed ascolta le rose
che cantan del tuo profumo.”
Arrossì un pochino, ma mi baciò sulle guance senza imbarazzo, ringraziandomi. Oltre me, erano state invitate altre due persone, una delle quali era già presente, e lo chiamerò Renato. Aspettando l’ultimo invitato, Monica mi favorì la conoscenza di Renato, che già m’era noto di vista: 23 anni, diplomato tecnico industriale, ora divideva i suoi impegni tra l’insegnamento al catechismo e la collaborazione con un dee-jay della radio locale. “Anche lui ha un gatto!” mi disse Monica, e Renato: “Pure tu un gatto tieni? Che razza è?” Notando lo strano modo di impostare le domande di Renato, gli risposi, dicendogli che la mia gatta era una bella siamese ancor signorina; alché lui: “Io il maschio, ci ho, siamese pure! Li accoppiamo?” - “Sai che ti dico?” feci un po’ risentito “Tu accoppati il gatto tuo, che la mia Isabel me la tengo viva!” Iniziammo a ridere tutti su quell’improvvisa battuta del doppio senso di accoppiamo, dopodiché ripresi la risposta dicendo che la cosa era fattibile, mentre in cuor mio pensavo già di regalare a Monica uno dei futuri micini.
Di lì a poco giunse tra noi chi si stava attendendo: una ragazza, che chiamerò Alessia, amica di Monica dai tempi della scuola media; ora frequentavano assieme anche il liceo.
La serata trascorse bene tra chiacchiere e piatti abbondanti quanto saporiti, fino a poco oltre le 11, poiché la festeggiata ed Alessia dovevano andare a letto in vista del successivo giorno di lezione. Salutandomi, Monica mi disse di farle leggere qualche altra poesia, qualora l’avessi composta. Ne avevo già un quaderno pieno, di poesie solo per lei! In strada salutai Alessia e Renato; con quest’ultimo mi sarei risentito presto per l’accoppiamento dei nostri gatti, ma intanto lui mi consigliò d’ascoltarlo quella notte in radio.
Aprendo il cancello di casa, Vakim iniziò a farmi le sue solite feste, mentre io gli raccontavo della serata appena trascorsa. Parve un po’ contrariato del fatto che solo Isabel avrebbe convolato a nozze, allora gli dissi: “Per te ci sarebbe un mastino di nome Arturo, che…”, e Vakim si schiacciò a terra coprendosi la faccia con le zampe.
Data un’occhiata alla ciotola del cane, entrai in casa e mi chiusi dentro. Sapevo che Isabel era sotto alla poltrona e che aspettava la mia chiamata per uscire, quindi: “Isabel? Amore siamese? Vieni fuori…?” Quella fanatica uscì a passi felpati strofinandosi tra le mie gambe.
Accesi la radio, in attesa del programma di Renato, ed andai a prendere del latte per Isabel, ed anche per me. Pensavo a Monica; aveva letto finalmente una poesia, e le era piaciuta! Cos’altro potevo cercare, io poeta, da un mondo nel quale gli umani m’avevano ormai rinnegato? L’ostacolo delle nostre età parve essersi dissolto, e non volli pensare ad altro che a lei, accogliendo intanto Isabel sulle gambe a farmi le fusa, in attesa del programma di Renato.
A mezzanotte meno un quarto iniziò quanto aspettavo: un festival di schitarrate elettriche, percussioni violente, voci di urla, suoni di fonte ambigua, che indussero Isabel a rifugiarsi sotto al mio braccio. “Cara mia” le dissi “ti presento l’aspirante suocero!” E meno male che insegnava al catechismo!
Nei giorni che vennero tornai al mio usuale modo di trascorrere il tempo, e quell’entusiasmo per Monica svanì progressivamente come il buio all’alba, con la consapevolezza che il buio ritorna. Ricevetti per corriere i proventi della ristampa della mia ultima raccolta di poesie, che il mio editore mi recapitava ogni due mesi; da essi, e dal canone di locazione che mi giungeva per un appartamento che fittavo in città, sopravvivevo senza pretese, con i miei amici… domestici.
Fu al primo sabato di maggio che sentii il bisogno di passare un po’ di tempo con Monica, di far calare ancora quel buio che mi nascondeva la visione della realtà, regalandomi l’incanto di quella fanciulla. Attesi il suo ritorno da scuola (suo padre l’andava a prendere in auto dalla stazione, quando non era di turno al lavoro), e quando arrivò le feci un cenno. “Ciao, Walter!” mi disse “Ci s’era persi di vista negli ultimi giorni. Come va?” - “Bene” risposi, aprendo il cancello ed uscendo in strada seguito dallo scodinzolante Vakim “tu, piuttosto?” - “Sì, anch’io!” Intanto suo padre portava la macchina nel suo apposito capannone. “Pensavo” dissi “di fare una passeggiata insieme, un giorno di questi. Ti andrebbe?” - “E’ una buona idea” rispose senza sbilanciarsi “ma sai che ho gli esami vicini. Però… sì, domattina volentieri. Dovrebbe esserci anche Alessia, quell’amica che hai conosciuto alla festa. Non ti fa problemi, spero.” Sorrisi, aggiungendo: “Problemi? Piuttosto saremo pari, perché io avrei in ogni caso portato Vakim!”
Fu così deciso per il mattino dopo e, salutandola, le consegnai un biglietto con una nuova poesia per lei, dicendole a bassa voce: “A grande richiesta!” Mi sorrise con un impercettibile ammiccamento.
Il romanzo completo è leggibile e scaricabile gratuitamente cliccando qui, grazie.. -
Tsam.
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mm..direi molto bello.. 
..quando ho tempo ( stasera devo uscire..) finisco di guardarlo tutto....l'unico appunto è ke ci sono alcuni aggettivi ke x me ogni tanto stonano..
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ciao
tsam. -
HellChild.
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Scaricato....lo leggo con calma uno di questi giorni...e poi ti dirò le mie impressioni...anche io sono occupato in questo periodo con la stesura di un romanzo di ambientazione fantasy, scritto però a quattro mani con mio amico....
forse prima o poi deciderò di postare qualcosa di mio..... -
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QUOTE l'unico appunto è ke ci sono alcuni aggettivi ke x me ogni tanto stonano..
Se sei più esplicito credo sia meglio... Il linguaggio utilizzato nella prima persona è un po' "voluto"...QUOTE anche io sono occupato in questo periodo con la stesura di un romanzo di ambientazione fantasy, scritto però a quattro mani con mio amico
Interessante...
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CarDestroyer.
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Io l'ho letto qualche giorno fa, e devo dire che mi è piaciuto, anche se avrei fatto morire Vakim anziché Isabel, o meglio ancora i due canarini (Gattaro Inside) 
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Concordo con Tsam: ci sono un po' troppi aggettivi. Nella seconda parte (quella che manca da questo topic), ce ne sono meno, e la narrazione acquista velocità e scorre molto meglio, oltre ad ammantarsi di un pathos maggiore. In effetti Inizialmente ho creduto che fosse per la fretta di terminarlo. Invece, era proprio la prima parte troppo pomposa (spieghi tutto con dovizia di particolari).
Interessante il finale che diviene giustamente snello e rapido, in un crescendo spezzato dagli sviluppi emotivi del protagonista, che rende "obbligatorio" (nel senso buono) la lettura tutta d'un fiato.
Ho letto anche l'altro racconto (Agonie): la descrizione della "cenetta a lume di luce d'emergenza" mi ha convinto a saltare lo spuntino pomeridiano!
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Tsam.
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Ciao Gas..ribadendo ke mi è piaciuto molto ( l'ho finito adesso..)..il mio riferimento agli aggettivi era x esempio..così a ruota libera quello ke mi ricordo.."sale FINO"..."ABBONDANTE boquet"..ripeto..nn è ke nn hanno senso.ma ho avuto l'jmpressione ke fossero troppi..;come ha detto Car con il prosieguo della storia questa cosa si sente meno..cmq COMPLIMENTI!
ciao
tsam. -
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Ora me lo leggo
...tempo fa ho fatto un giretto per "Casa Usher" leggendo alcuni racconti (tuoi e non) e non erano niente male! complimenti!. -
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X CarDestroyer & Tsam: di solito, in un racconto tendo a minimizzare le descrizioni, anke x far "lavorare" la materia grigia del lettore ke, con la propria fantasia, in un certo senso, aggiunge i particolari mancanti ke, essendo "suoi", dovrebbero coinvolgerlo maggiormente (queste almeno le buone intenzioni...); in un romanzetto, invece, occorre diluire un po' le cose (succede anke nei fumetti molto spesso), ed evidentemente la storia ha risentito della discontinuità durante la sua stesura (ke è quella originale amanuense salvo piccole modifiche in fase di battitura al pc), ma se vogliamo era funzionale x un progressivo precipitare degli eventi, lieti e non... In quanto a Vakim,... beh, tengasi conto ke il terranova è il mio cane preferito.
Su "Agonie": veramente le intenzioni erano di convincere a non comprare cianfrusaglie ed a farsi qualke piano di scale a piedi
X DOOOOD_NERO: grazie! Mi spiace, visti i riscontri positivi sui miei racconti, x il progetto della sceneggiatura di una storia di Dampyr x i disegni di Guglie, ma Borden non ha mai risposto al mio msg
, quindi i 2 raccontini apocrifi restano nel cassetto 
[/QUOTE]
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CarDestroyer.
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QUOTE In quanto a Vakim,... beh, tengasi conto ke il terranova è il mio cane preferito.
Ognuno ha il suo animale totem.QUOTE Su "Agonie": veramente le intenzioni erano di convincere a non comprare cianfrusaglie ed a farsi qualke piano di scale a piedi.
Figurati, ho la casa su tre piani: per arrivare al letto, cioè in mansarda, devo salire due rampe di scale di cui una a chiocciola! QUOTE X DOOOOD_NERO: grazie! Mi spiace, visti i riscontri positivi sui miei racconti, x il progetto della sceneggiatura di una storia di Dampyr x i disegni di Guglie, ma Borden non ha mai risposto al mio msg , quindi i 2 raccontini apocrifi restano nel cassetto
E' un peccato. D'altronde Dampyr è ancora "giovane", ed è giusto che il suo creatore ne mantenga il controllo per evitare dispersioni confusionali, che possano influire in qualche modo sui lettori occasionali o meno assidui.. -
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QUOTE Figurati, ho la casa su tre piani: per arrivare al letto, cioè in mansarda, devo salire due rampe di scale di cui una a chiocciola!
diamine! se abitassi in una casa così mi troverebbero ai piedi delle scale una mattina si e un no...
Edited by DOOOOD_NERO - 3/10/2003, 14:26. -
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QUOTE Dampyr è ancora "giovane", ed è giusto che il suo creatore ne mantenga il controllo per evitare dispersioni confusionali, che possano influire in qualche modo sui lettori occasionali o meno assidui.
D'accordo, ma almeno la dignità di dirmelo esplicitamente
..., o no?
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AdrianLeverkühn.
User deleted
è difficile giudicare un romanzo dal suo incipit...
purtroppo attualmente sono impegnatissimo nei miei studi universitari...
dunque ho già scaricato il romanzo... e lo leggerò con calma appena potrò !!!
ti farò sapere comunque ^___*.
Quando scende il buioIl mio primo "romanzo" |
