Le Strade di Eliànor

Un romanzo fantasy....

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  1. CarDestroyer
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    E' vero, scusa, non ho riportato degli esempi.
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    Shirl Kinston si svegliò nel suo letto, a palazzo reale. Aprì gli occhi senza sapere il motivo per cui si era svegliata. Guardò la propria stanza illuminata dalla debole luce della luna, il baldacchino del proprio letto rifletteva la luce che entrava dalla finestra aperta e rimandava giochi di luci ed ombre in giro per tutta la stanza. Da piccola aveva paura dell’oscurità della propria camera; si ricordava ancora di quando, piangendo, chiamava la bambinaia dicendo di aver visto l’uomo nero nascosto nelle ombre più distanti dalla sicurezza del proprio letto.

    Ripeti continuamente "svegliare" e "letto", e comunque giri in tondo ai soliti punti: oscurità, ignoto, presentimento. Probabilmente, scrivendo, ti è sembrato di creare una forte sensazione onirica, ma il fatto è che ogni volta che fai una ripetizione, il lettore si blocca e torna indietro per cercare di capire dove l'aveva già letta, e se c'è un significato particolare. Non mi sembra sia quello che volevi ottenere, ma potrei sbagliarmi .
    QUOTE
    Palazzo Reale era situato al centro della città, e sorgeva sopra un colle circondato da un largo fiume. Queste però non erano le sue uniche difese, il Palazzo stesso era circondato da tre cinte murarie. La prima, cioè la più esterna, proteggeva al suo interno gli alloggi e le caserme dei soldati. La Quarta Armata del Nord veniva addestrata la, ed era riconosciuta come la più audace e valorosa di tutto l’esercito del Re. A quasi un miglio di distanza, salendo sul colle si arrivava alle porte della seconda cinta muraria; che aveva lo scopo di proteggere tutta la popolazione di Northsteel. In caso di guerra, e di attacco alla città, gli abitanti della città venivano fatti evacuare lì. Se le prime mura fossero cadute, i soldati sarebbero passati dietro la seconda e avrebbero resistito all’attacco da li. La terza cinta di mura difendeva il Palazzo Reale; a guardia di esse c’erano i soldati della Guardia Reale , quasi tutti veterani della Quarta Armata del Nord.
    Se fossero cadute tutte le mura, gli uomini di Northsteel avrebbero difeso il palazzo fino all’ultimo uomo e fino all’ultima goccia di sangue.
    Per entrare nella città c’erano quattro accessi, uno per ogni punto cardinale e nessuno poteva superare le Mura Esterne eludendo la rigida sorveglianza posta alle quattro porte.
    La capitale era quindi una vera e propria fortezza. In seicento anni di storia di Northsteel nessuno era mai riuscito a superare le Mura Esterne.


    Ho capito che le Mura sono invalicabili ! Dovresti compattare un po' le lodi delle Mura e della Quarta armata. So che sono tue creature, così come tutto il resto, ma rischi di "mostrarti" come un padre col figlio ("il mio è più bello del tuo!"). Per rendere più fluido e ugualmente glorioso tutto, potresti aggiungere dei "riferimenti storici" a grandi battaglie vinte. Battaglie che potresti riprendere e descrivere in profondità anche nel corso del romanzo.

    Nel seguito prendi il via, e le ripetizioni svaniscono o sono mascherate da un bel ritmo narrativo.
    Aspetto di leggere il resto .
     
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  2. Ray of Darkness
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    Car, analisi ineccepibile! Come vorrei trovare qualcosa da criticare anche nei tuoi racconti, ma non c'è
     
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  3. HellChild
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    Vero, però le critiche di Car le trovo sempre altamente costruttive...Ho notato anche io le ripetizione, dovute molte volte al fatto che quando mi metto a scrivere ho delle difficoltà a partire...poi potrei rimanere diesci ore al Computer!!!

    Cmq grazie dei consigli
     
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  4. Ray of Darkness
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    QUOTE (HellChild @ 14/12/2003, 12:06)
    Vero, però le critiche di Car le trovo sempre altamente costruttive...Ho notato anche io le ripetizione, dovute molte volte al fatto che quando mi metto a scrivere ho delle difficoltà a partire...poi potrei rimanere diesci ore al Computer!!!

    Cmq grazie dei consigli

    La crisi da pagina bianca è una cosa piuttosto comune se si scrive di getto, in quei casi il mio metodo consiste nello scrivere anche male le prime righe e partire come un treno, poi ricontrollo tutto in fondo!
    Mi sto rendendo conto in questi giorni che il fantasy richiede della pianificazione di pre stesura, altrimenti basta un dettaglio cambiato per riscrivere intere pagine...
     
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  5. HellChild
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    QUOTE (Ray of Darkness @ 14/12/2003, 12:10)

    La crisi da pagina bianca è una cosa piuttosto comune se si scrive di getto, in quei casi il mio metodo consiste nello scrivere anche male le prime righe e partire come un treno, poi ricontrollo tutto in fondo!

    Esatto, mio stesso metodo!!!
    Per quanto riguarda il mio romazo fantasy ho progettatto la cartina (con immensi spazi bianchi da riempire durante la stesura della storia) e pochissimi punti principali.....per il resto mi viene tutto mentre scrivo.....
    Ma tanto sono solo al terzo capitolo.....campa cavallo!!
     
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  6. CarDestroyer
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    QUOTE (Ray of Darkness @ 13/12/2003, 23:08)
    Car, analisi ineccepibile! Come vorrei trovare qualcosa da criticare anche nei tuoi racconti, ma non c'è

    Mi rendo conto che sto calcando un po' troppo la mano. Critico per natura e per lavori (esattore delle tasse e disegnatore meccanico, peggio di così ), finisco per criticare anche gli altri. Ho seguito per alcuni anni un corso di scrittura creativa, scoprendo che mi sarebbe piaciuto fare il revisore per le case editrici! Quindi "menatemi" pure se esagero (gradita la lapidazione con pneumatici 180/50 17" e 120/70 17" scaldati in pista ).
    Hell, quello che ti manca è proprio lo spunto per revisionare i tuoi lavori: finché si scrive per sé stessi, ogni parola ha un significato; quando si vuol "comunicare" con un'opera di fantasia, bisogna mettersi e mettere tutto in discussione. Un forum è il luogo migliore per farlo, perché (un po' come avviene nell'Open Source) ci sono un sacco di persone che visioneranno il tuo lavoro e ti diranno la loro idea, senza dover attendere che l'amico o la casa editrice trovi il tempo per esprimere il verdetto.
    Ray, tu scrivi da dio quando ti ci metti. Ti manca solo un po' d'azione. Fai muovere i tuoi personaggi, falli interagire come nella serie dei vampiri, e la "verbosità" sparirà d'incanto. Anche Stephen King è un mattone, ma per ogni capitolo di pura inerzia (altro che paragrafo!), ne mette un altro di azione, sfida, rivoluzione.

    Per quanto riguarda i miei lavori, be' sì è vero ... No no, scherzo! Sono ampiamente rivedibili. In effetti sono l'esatto opposto tuo Ray, non posso stare senza inserire a ruota continua nuove situazioni dinamiche e impreviste, senza dar tregua al lettore, e questa è proprio la critica maggiore che ricevo.
     
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  7. Ray of Darkness
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    QUOTE
    Ray, tu scrivi da dio quando ti ci metti. Ti manca solo un po' d'azione. Fai muovere i tuoi personaggi, falli interagire come nella serie dei vampiri, e la "verbosità" sparirà d'incanto.

    I primi due capitoli sono pronti in questo posto qui
    Ci sarà molta azione al contrario di quanto avete letto fin'ora, infatti entrerò nel vivo del racconto per poi tornare con i fili in sospeso in flashback prima di riprendere la trama. Tutto questo non potevo farlo nei racconti dei vampiri perchè ricalcavano uno stile gotico-romantico con toni di riflessione e lentezza assolutamente voluti (in questo caso la Rice è la mia pietra di paragone). In Gea ci saranno rocambolesche fughe e combattimenti (in modello cappa e spada) ed epiche battaglie Stop! o anticipo troppe cose (si sono un grande bastardo vi è venuta la curiosità vero???)
    Mi scuso con Hell per aver occupato il suo spazio
     
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  8. HellChild
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    QUOTE (Ray of Darkness @ 14/12/2003, 15:04)

    Mi scuso con Hell per aver occupato il suo spazio

    Figurati non c'è nessun problema!!

    Si, caro Car hai proprio ragione...tra le varie cose che mi mancano c'è anche lo spunto per revisionare i miei "sproloqui" (non chiamiamoli lavori, qualcuno potrebbe aversene a male!!!)
    Il fatto è che raramente sono arrivato alla fine di qualche racconto o romanzo...una volta ho scritto i primi 5 capitoli di una storia fantasy, che però è andata perduta in un momento di Caos del mio PC.....per quanto rigurda i racconti, invece, un paio ne ho finiti anche se li avessi ancora (perduti nella suddetta formattazione!!!) li troverei troppo pietosi per farveli leggere....
    In questo momento nel mi computer ci sono diversi racconti "in progress" e appena ne finirò uno lo posterò...Una cosa mi raccomando soprattutto con Car, non cercare di essere morbido: se hai qualcosa da dire dilla!!! C'è sempre qualcosa da imparare!!!

    Quindi se vedi che ho scritto qualcosa che a tuo avviso è orripilante, per favore dillo!!!!

    Alla prossima!!
     
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  9. Ray of Darkness
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    Il tatto si impone ed è un atteggiamento corretto! In ogni caso io e Car penso che abbiamo reso tutti i problemi che sono contenuti nel tuo pezzo, che resta, a mio avviso, scritto giustamente con il cuore più che con la testa. L'unico mio consiglio sullo stile è questo: il fantasy ahimè richiede una paradossale coerenza. Mi spiego. Se io scrivo un racconto neo realista il mio impegno verte sul rendere una realtà presente e quindi su eventuali studi di pre-stesura. Un mondo fantasy invece è qualcosa che non esiste e che inventi tu (è un tu impersonale) di sana pianta (le ispirazioni e le fonti sono parte del processo e non esiste scrittore che si sia ispirato ad altri ad inizio carriera), questo comporta che il mondo che vai costruendo deve essere pianificato, seppur in linea generale, nel dettaglio. Più chiamaramente: non costruisci il mondo sulla trama, ma la trama sul mondo che crei. Di fronte a tutto ciò le alternative sono: 1) scrivere di getto tutto quello che ci viene in mente, fregandosene della coerenza (ma prima o poi i nodi vengono al pettine) 2)pianificare tutto primo e poi stendere il romanzo/racconto (può funzionare se sei Tolkien, ora vediamo il metodo secondo me migliore) 3)Inventarti il tuo mondo, gettare qualche base (tipo la mappa, le città, una vaga idea sulle sue origini, qualche idea sui personaggi e sulla trama) e iniziare a scrivere qualche pagina di prova; nel frattempo lo studio sul tuo mondo si arricchisce di elementi sempre più coerenti (religione, politica, popolazioni, magari anche lingue). Quindi è un lavoro circolare che passa dallo studio alla stesura e quindi di nuovo alla studio e alla ristesura. Se ti può aiutare posso segnalarti dei siti sul "world building" (è un vera e propria scienza da appassionate, che spesso non sfocia in scritti, ma magari in giochi di ruolo o immagini, chi lo sa!). Io ne ho un pò nella mia lista di preferiti e li ho trovati molto utili.
     
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  10. HellChild
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    QUOTE (Ray of Darkness @ 14/12/2003, 18:09)
    ) 3)Inventarti il tuo mondo, gettare qualche base (tipo la mappa, le città, una vaga idea sulle sue origini, qualche idea sui personaggi e sulla trama) e iniziare a scrivere qualche pagina di prova; nel frattempo lo studio sul tuo mondo si arricchisce di elementi sempre più coerenti (religione, politica, popolazioni, magari anche lingue). Quindi è un lavoro circolare che passa dallo studio alla stesura e quindi di nuovo alla studio e alla ristesura. Se ti può aiutare posso segnalarti dei siti sul "world building" (è un vera e propria scienza da appassionate, che spesso non sfocia in scritti, ma magari in giochi di ruolo o immagini, chi lo sa!). Io ne ho un pò nella mia lista di preferiti e li ho trovati molto utili.

    Forse mi sono spiegato male: questo quotato è il mio metodo!! Solo che non posso decidere tutto subito....per cui come tu stesso hai detto è un lavor circolare e per questo nel mio mondo ci ono molti buchi e molti spazi vuoti, come nella trama...
    Posso avere un'idea generale della trama...ma essa si svilupperà mano a mano che la mia idea del mondo si sviluppa...anche perchè solitamente ho la testa talmente piena di idee che quando cerco di scriverle me ne ricordo più o meno il 15%...Sono d'accordo sul fatto che la coerenza è la base del romanzo fantasy però sono altresì convinto che non tutto può essere pre-ideato!!

    Non ho capito però una cosa: da dove è saltato fuori il discorso sulla coerenza? Era un consiglio sulla maniera per scrivere un romanzo fantasy?

    Edited by HellChild - 14/12/2003, 18:29
     
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  11. Ray of Darkness
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    Ok siamo sulla stessa lunghezza d'onda
    Fatti un bel taccuino da portarti sempre dietro sul quale scrivere qualsiasi idea ti possa venire in mente! Io lo faccio da sempre ed è molto utile!

    I siti che ti consiglio:
    http://www.sfwa.org/writing/worldbuilding1.htm(completo assolutamente)
    http://www.hut.fi/~vesanto/link.networld/n.../networlds.html
    http://www.cix.co.uk/~morven/worldkit/index.html
    http://www.hut.fi/~vesanto/MagicHtmls/magic.html (creazione del sistema magico)
    http://www.zompist.com/ikit.html (per creare una lingua!)
    http://hiddenway.tripod.com/world/
    Di ognuno di consiglio di visitare anche i link!

    Edited by Ray of Darkness - 14/12/2003, 18:44
     
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  12. HellChild
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    QUOTE (Ray of Darkness @ 14/12/2003, 18:27)
    Ok siamo sulla stessa lunghezza d'onda
    Fatti un bel taccuino da portarti sempre dietro sul quale scrivere qualsiasi idea ti possa venire in mente! Io lo faccio da sempre ed è molto utile!

    Si, io ho un quadernetto con schizzi e brutte copie varie!!
     
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  13. HellChild
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    Vedo solo adesso i link che mi hai postato...Grazie Mille!!!

    Ecco invece il primo Capitolo, ovviamente non ancora toccato da nessun tipo di revisione....mi sono accorto solo ora di quanto orripilante sia...cmq leggetelo pure e poi distruggetemi...
    é la storia di come il tipo di cui si parla nel secondo capitolo venga portato al cospetto del re.



    Capitolo Primo

    Il sole cominciava a scendere lento dietro le montagne, e i suoi ormai deboli raggi cominciavano a non illuminare più gli angoli reconditi del bosco. Nell’aria si respirava quel profumo di fine estate, quel profumo misto di aghi di pino e funghi che sale dalla terra quando è appena cessato un tipico temporale estivo. Tutti si affrettavano a ritornare alle proprie case dopo il lavoro, e, finalmente liberi dagli impegni e dimentichi della stanchezza potevano passare la serata a casa con la famiglia, oppure in una locanda a cantare e a bere con gli amici.
    Loween non era propriamente una città, era un villaggio cresciuto un po’ più del necessario. Di certo non era paragonabile né per grandezza né per importanza a Fortreith o a Northsteel, la capitale del regno. Incastonato, come una perla, in una valletta di rara bellezza appena a sud-est dei Monti del Vento, Lowenn era un paesino situato appena sopra le prime ripide salite che portavano alla cima delle montagne ed oltre ad esse, verso il nord.
    Durante il giorno Loween, in questa stagione, era un viavai di gente dedita al commercio. I cacciatori scendevano dai monti e dal nord per vendere le pelli degli animali cacciati ed uccisi sulle cime durante la stagione estiva, perché ora, con l’avvicinarsi del freddo inverno, cacciare diventava pressoché impossibile. Il mercato di Loween era famoso in tutta Elianor, e in esso si diceva si poteva trovare qualsiasi cosa si avesse bisogno; purchè si fosse pronti a pagare. Le strade pullulavano di gente indaffarata che portava a termine le proprie mansioni, in attesa che arrivasse la sera a portare un po’ di quiete nelle strade e negli anni della gente che abitava a Loween.
    Al tramonto, quando gli ultimi raggi del sole la dipingevano di tenui colori ed i suoi abitanti passeggiavano per le strade, Lowenn era il regno della tranquillità.

    Era in questo regno che Weikath viveva, felice di non avere più a che fare con la vita caotica delle città e di coloro che le abitavano.
    Weikath viveva in una casetta di legno ai margini del bosco. In passato aveva visto città più grandi e aveva visto cose avrebbe preferito non aver visto mai; per questo ora era felice della sua dimora e della vita che conduceva e non sarebbe ritornato a combattere per niente e per nessuno.
    O perlomeno così credeva di poter fare. Fino a quel giorno.
    Quel giorno era seduto sui gradini della veranda di casa sua, respirando l’aria frizzante del giorno che si stava lentamente trasformando in notte. I lunghi capelli corvini si posavano sulle spalle e incorniciavano un volto fiero, con i lineamenti forti e gli occhi color nocciola sottilmente velati di malinconia. Portava un paio di pantaloni di cuoio nero e stivaletti da boscaiolo, mentre aveva tolto la giacca di pelle per godere un po’ della frescura della sera. Dava l’impressione di un uomo che aveva visto tanto. E che la maggior parte di quello che aveva visto non gli era piaciuto per niente.
    Stava intagliando una statuina di legno con il suo coltello da lavoro quando il messaggero del Re arrivò.
    Non arrivavano molti stranieri da quelle parti e udì il rumore del cavallo ancora prima di vederlo. Anzi, sapeva che stava arrivando appena aveva messo piede sul sentiero che attraversa il bosco per arrivare a casa sua. Aveva steso una rete di magia intorno a tutta la sua abitazione; poteva accorgersi che qualcuno arrivava grazie alla magia che egli stesso aveva creato. Anzi, poteva essere avvertito in anticipo se chi stava arrivato era animato da buone o da cattive intenzioni; così che niente poteva prenderlo di sorpresa. Quella era l’unica maniera in cui utilizzava ancora la propria magia, perché in passato aveva dovuto utilizzarla per combattere ed uccidere, e mai più voleva essere costretto a usarla in quel modo.
    Quando il nuovo arrivato non fu più celato alla sua vista dal bosco e lo vide dirigersi verso di lui, Weikath posò la piccola statua di legno su cui stava lavorando per prendere la spada appoggiata vicino a lui. Non che servisse a qualcosa. Se l’altro avesse avuto intenzioni malvagie Weikath lo avrebbe già capito grazie alle sue arti magiche. Serviva solo a far vedere al nuovo venuto che non aveva paura di lui.
    Il cavaliere si avvicinò, rallentando il cavallo. Il mantello calato sulle spalle dell’uomo ondeggiò lievemente al movimento; tanto da permettere a Weikath di vedere lo stemma che recava disegnato. Un drago che tra le spire stringeva una corona. Lo riconobbe immediatamente, era lo stemma del Re.
    - Salute a te, Sir Weikath. - lo salutò con calma il cavaliere.
    Weikath lo guardò con un misto di curiosità e diffidenza. Non rispose al saluto, e la spada non si abbassò di un centimetro. Non voleva avere niente a che fare con il messaggero, perché era questo che l’altro era; anzi non voleva avere niente a che fare con chi l’aveva mandato da lui. Non voleva e non poteva: ormai l’aveva giurato in un passato che sembrava eternamente lontano.
    - Salute a te Cavaliere. - rispose Weikath. Nella sua voce non c’era la minima nota di benvenuto.
    I due si fronteggiavano nella luce crepuscolare e sebbene, il cavaliere torreggiasse su Weikath dall’altezza del proprio cavallo, Weikath sembrava non avere alcun timore dello straniero. Continuarono a scrutarsi per alcuni momenti ancora. I finimenti della cavalcatura riflettevano la luce di un sole ormai prossimo al tramonto, e la polvere e la schiuma alla bocca dell’animale erano testimoni di quanto il cavaliere avesse viaggiato per arrivare fino a lui. Weikath non poteva rifiutare di accogliere il Cavaliere. L’ospitalità è sacra, anche quando colui che la chiede non è per niente il benvenuto.
    - Salute a te cavaliere venuto da lontano,- ripetè. - grande deve essere in questo momento la tua stanchezza, entra con me a ristorarti, la mia casa ora è tua. -

    Entrarono così insieme nell’ombra della casa. Dopo che ebbero percorso il piccolo corridoio dopo l’entrata Weikath condusse il cavaliere verso la piccola saletta da pranzo e lo fece accomodare su una panca. Sul tavolo da pranzo, posto di fronte alla panca, preparò un paio di forchette e un pezzo di pane che aveva comprato quella mattina al mercato. Finiti questi preparativi Weikath servì al Cavaliere senza nome un po’ di zuppa ancora calda dalla cena che lui stesso aveva consumato poco prima e un boccale di birra. L’altro mangiò velocemente. Probabilmente non aveva avuto molte occasioni di rifocillarsi durante il viaggio che lo aveva portato fino a lì. Nella tenue luce della stanza in cui si trovavano Weikath ebbe l’occasione di osservare meglio il nuovo venuto. I capelli erano tagliati corti, ed erano striati di bianco. Assai precocemente giudicò Weikath, perché quell uomo non doveva avere più di una trentina d’anni. La lunga barba incorniciava il volto fiero dell uomo, che incuteva rispetto e timore. Nonostante questo i suoi occhi non riflettevano nulla di malvagio, e Weikath pensò che quello che gli si trovava di fronte in quel momento doveva essere un uomo giusto e buono. Ma anche un uomo che non era preferibile avere come nemico.
    Appena ebbe finito il frugale pranzo guardò Weikath, ed entrambi rimasero una manciata di minuti senza parlare. Poi fu proprio lui a rompere il silenzio.
    - Grazie a te sir Weikath di NorthSteel, per avermi accolto tra le tue mura. - disse in tono amichevole.
    Weikath continuò a guardarlo in silenzio. Poi rispose: - Non si rifiuta a nessuno un pasto caldo tra mura amiche, soprattutto se colui che lo chiede porta il vessillo del Re.-
    - Un vessillo che anche tu portavi. E con molto onore, a quanto mi è stato detto. - rispose l’altro senza scomporsi. - Un vessillo che anche tu portavi e che ora hai rifiutato. -
    - No l’ho rifiutato ora, ma in un tempo lontano, e da molto tempo io non servo più il tuo Re. -
    - Il mio Re è anche il tuo. Mi sembra che dalla capitale egli sia il sovrano di tutte le terre di Elianor. Che tu lo voglia o no.- Continuò l’altro, non c’era ira nella sua voce. Era solo un’affermazione.
    - Io non sono soggetto alla sua autorità, non dopo quello è successo.- rispose seccamente Weikath. - comunque non vedo come queste cose possano interessarti. Non so nemmeno il tuo nome Cavaliere, non pretendere di giudicarmi per quello che ti hanno raccontato di me! -
    Il cavaliere rimase un attimo in silenzio. Weikath non era il tipo da innervosire, e poi la sua missione era di convincerlo a recarsi al Palazzo Reale a NorthSteel.
    E doveva portarcelo in qualsiasi modo e a tutti i costi. La posta in gioco era troppo alta. Ma Weikath non voleva avere niente a che fare con il re. Su questo non c’erano dubbi.
    - Il mio nome è Ered Luin, sir Weikath. Sono un Cavaliere di NorthSteel. Il motivo della mia presenza qui è semplice: il Re Olafr ti invita a corte. - disse allora.
    Weikath per poco non scoppiò a ridere. Certo non si poteva dire che Re Olafr mancasse di coraggio. Dopo tutto quello che era successo aveva ancora il coraggio di mandarlo a chiamare, dopo tanto tempo.
    - Troppo grave è il motivo per cui chiede di recarvi da lui, Sir Weikath. - continuò il Cavaliere. – Non potete rifiutarvi di andare. -
    - Va bene, cavaliere. - rispose Weikath - Adesso che mi hai portato il messaggio puoi tornare dal tuo Re. E riferirgli la mia risposta. Digli che non volevo più avere a che fare con lui allora e non ho intenzione di avere a che fare con lui nemmeno adesso! Digli che tutti i problemi che può avere non mi riguardano. -
    - Riguardano tutto il regno, non solo lui, sir Weikath! - disse l’altro alzando la voce.
    - Riguardano tutto il regno, ma non me. -
    - Le tenebre si stanno ammassando a nord. Fra poco bisognerà combattere. Forse è già troppo tardi per Elianor!-
    - A nord dici? I problemi di Elianor non mi riguardano. Andrò a sud, verso le Terre Incontaminate. Nessuno oserà attaccare gli Elfi nella propria terra. -
    - Questo è il modo in cui rispondete alla chiamata del vostro Re? Scappando? Ho l’ordine di portarvi a NorthSteel. E lo farò! -
    Weikath non rispose all’ultima affermazione del cavaliere, lo guardò in silenzio e poi si alzò in piedi.
    - Non abusare oltre della mia pazienza, cavaliere. - disse – E non pensare di fare cose di cui potresti non avere il tempo di pentirti. Forse non sai chi hai di fronte. -
    Detto ciò gli volse le spalle e fece per andarsene. Poi si fermò. – Ormai è tardi, cavaliere. – Nella sua voce era scomparsa l’alterazione che aveva provato poco prima. - Fermati a riposare per la notte e poi lascia la mia casa. Il tuo re dovrà cavarsela senza di me. – E, detto questo,se ne andò, lasciando il cavaliere solo nella sala da pranzo a pensare cosa fare per convincerlo a seguirlo.

    Lasciato il cavaliere, Weikath non si diresse verso la camera da letto come voleva fargli credere; ma, passato per la porticina laterale della veranda, uscì all’esterno. Gli odori della notte lo colpirono con la loro fragranza, ed i rumori catturarono immediatamente la sua attenzione. Alzò gli occhi al cielo, guardando le stelle, e proseguì nel bosco; senza una destinazione precisa. Si fermò solo quando ebbe raggiunto una radura non lontana dalla sua abitazione. C’era qualcosa di strano che non riusciva a localizzare nella foresta intorno a lui. Qualcosa che gli diceva di stare attento ma non riusciva a capire cosa. “Non è niente” pensò “è solo che l’arrivo di quel cavaliere mi ha scosso più di quello che pensavo”. Si sedette su una banchina di legno posta sotto le fronde di un salice, ad ascoltare il rumore dell’ acqua del fiume che scorreva poco distante. Si fermò a riflettere su quello che era successo durante la giornata. Aveva sperato di aver fatto perdere le proprie tracce. Aveva sperato di non aver niente a che fare con il re, ed era proprio quello che aveva intenzione di fare, cioè non fare niente. Non poteva rompere il giuramento che aveva fatto anni prima. Non poteva e non voleva. “I problemi del re riguardano tutto il regno, non solo lui” gli aveva detto il cavaliere. E forse in un certo senso aveva anche ragione; comunque il re doveva cavarsela da solo. Non c’era altra soluzione. Ma quale era il problema in questione? Una nuova guerra? Si, probabilmente era quello; anche se ormai da anni a Elianor si viveva in pace. Dopo l’ultima guerra che era stata combattuta anni prima, non c’erano più stati conflitti. Dopo la guerra che aveva combattuto anche lui. La guerra che gli era costata così tanto. Al solo pensiero provò una fitta di dolore fortissima. No, ormai aveva deciso. Non avrebbe risposto alla chiamata del re, domani sarebbe partito, e avrebbe fatto perdere di nuovo ogni traccia di lui. E questa volta per sempre, non ci sarebbe più stato modo di rintracciarlo.
    Rimase così ancora per qualche tempo, ripensando al passato; a quello che aveva perduto e a quello che non aveva mai avuto. Rimase guardando le stelle e le ombre nella notte che cambiavano continuamente; e ascoltando i rumori che dal buio provenivano.
    Dopo un po’ si accorse di essersi appisolato. Si risvegliò allertato dai suoi sensi magici. C’era qualcosa che non andava nella foresta. La magia che ormai praticava così raramente glielo aveva rivelato. Ad un tratto capì cosa c’era che non andava. I rumori. I rumori non si sentivano più. Nemmeno un verso di animale proveniva ora dal bosco. “C’è qualcuno qui attorno!” pensò.
    Ebbe appena il tempo di finire di formulare il pensiero che sentì un dolore lancinante alla testa.
    Poi tutto diventò più buio della notte che lo circondava.


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    Evidentemente si...ha bisogno di molte correzzioni...ma d'altronde è solo una bozza scritta durante un po' di viaggi per l'università....
     
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  14. Tsam
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    QUOTE
    ha bisogno di molte correzzioni
    una sicuramente qui....ho appena finito di leggere tutto..e ti dirò brevemente il mio parere..;come l'altro capitolo anche in questo ci sono numerose ripertizioni..( e anche qui soprattutto all'inizio..)..;ripeti tantissimo "Lowenn" per illustrare le sue pecularietà..e l'altra più evidente è quando parli della protezione magica..;detto questo..il capitolo mi ha preso moltissimo....mi è piaciuto e mi ha portato a leggerlo tutto in un fiato..l'idea del cavaliere che rinnega tutto mi piace..(come il fatto che viene fregato....anche se nn me lo aspettavo..)..e lascia lo spazio a futuri possibili flashback....;sulla tecnica di stesura..anche io..nella mia breve "carriera" letteraria ho sempre cercato di pianificare il tutto..ma mi è stato sempe difficile..per assurdo penso sarei più portato ai fumetti che ai libri..(anche se adoro il fantasy...)..in quanto ti impongono uno "schema"da progettare e nn sono troppo lunghi..;cmq continua così..fra te e Ray è una curiosità unica....ciao
    tsam
     
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  15. CarDestroyer
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    User deleted


    Io preferisco creare mentalmente una trama molto ristretta, senza una fine, uno forse due personaggi, e scrivere. Via via che avanzo con la narrazione, segno su un altro file (tengo aperto il word processor a tre quarti di schermo, affiancato da un altro editor minimale) dove segno le incongruenze e tutte le ricerche necessarie. Mi rendo conto che per le opere fantasy non è il massimo, ma per la sci-fi può andare.
     
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50 replies since 9/11/2003, 23:40   764 views
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