Le Strade di Eliànor

Un romanzo fantasy....

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  1. CarDestroyer
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    Dato che non lo hai ancora revisionato, sarò blando (e sedativo ).
    Mi piace .
    Si fa leggere perché in ogni periodo c'è qualcosa di nuovo. Piacevoli le descrizioni, anche se tendi a "spiegarle":
    QUOTE
    Continuarono a scrutarsi per alcuni momenti ancora. I finimenti della cavalcatura riflettevano la luce di un sole ormai prossimo al tramonto, e la polvere e la schiuma alla bocca dell’animale erano testimoni di quanto il cavaliere avesse viaggiato per arrivare fino a lui. Weikath non poteva rifiutare di accogliere il Cavaliere. L’ospitalità è sacra, anche quando colui che la chiede non è per niente il benvenuto.

    potresti cambiarla in:
    QUOTE
    Continuarono a scrutarsi per alcuni momenti ancora. Il cavaliere ciondolava, i finimenti della cavalcatura riflettevano la luce di un sole ormai prossimo al tramonto, e la polvere e la schiuma coprivano la bocca dell’animale. Weikath non poteva rifiutarsi di accogliere il Cavaliere.

    Così come:
    QUOTE
    L’altro mangiò velocemente. Probabilmente non aveva avuto molte occasioni di rifocillarsi durante il viaggio che lo aveva portato fino a lì.

    Io lascerei solo la prima frase. Stai parlando di un cavaliere (la cui identità già intuiamo dal prologo): se mangia in fretta deve essere per forza agli sgoccioli !

    Personalmente proverei a diluire un po' la presentazione di Weikath, sfruttando il dialogo tra lui e Ered e l'agguato finale, così eviti di ripetere che è un mago per tutto il paragrafo, e il lettore si sente invogliato a scoprire di più, migliorando il già buon lavoro che hai fatto ammiccando al suo rinnegato passato di guerriero.

    Infine un appello: il ";", me lo stai straziando!
     
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  2. HellChild
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    Grazie Tsam e grazie Car per i consigli...sono cosciente del fatto che inserisco moltissime ripetizioni e del fatto di spiegare troppo le descrizioni, dato dal fatto che mi pace soffermarmi sui particolari...per "aiutare" il lettore a focalizzare bene la scena.
    Rileggendolo, mi sono accorto anche io che la parte iniziale è per così dire un po' "monotona"...mentre il finale si svolge molto più velocemente...ti dirò che anche un po' l'ho fatto apposta...per vedere se il lettore (ipotetico) può essre preso dal ritmo narrativo...mi sembra che funzioni, anche se le ripetizioni purtroppo abbondano....

    Bene, bene..cercherò di continuare con il terzo capitolo e poi vedrò se mettere a posto questi due o se aspettare un poco....
    Intanto grazie dell'interessamento (e dell'incoraggiamento)!!
     
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  3. HellChild
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    Lentamente lentamente anche il terzo capitolo sta prendendo forma...
    Ve lo dico in anteprima presenta altri due nuovi personaggi chwe saranno essenziali per lo svolgimento della storia...non so ancora bene come...ma sono due personaggi importanti, lo sento...
    Abbiate pazienza...
     
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  4. CarDestroyer
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    Tienici informati !
     
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  5. Tsam
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    CITAZIONE
    Lentamente lentamente anche il terzo capitolo sta prendendo forma...
    Ve lo dico in anteprima presenta altri due nuovi personaggi chwe saranno essenziali per lo svolgimento della storia...non so ancora bene come...ma sono due personaggi importanti, lo sento...
    Abbiate pazienza...


    Finalmente qualcosa torna a muoversi qua in dark tales....attendo con impazienza buone nuove e soprattutto il terzo capitolo....odio interrompere le letture a metà....ciao
    tsam
     
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  6. Nergal
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    Qui urge ripasso generale
     
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  7. HellChild
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    CITAZIONE (Nergal @ 13/5/2004, 23:41)
    Qui urge ripasso generale

    Anche per me che sono stato fermo parecchio....
     
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  8. HellChild
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    Preparatevi perchè oggi pom posto il terzo capitolo!
     
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  9. HellChild
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    Bene, ogni promessa è debito quindi..
    Ecco a voi il terzo capitolo:

    Pensate che vi chiarirà dei dubbi? Che scoprirete qualcosa dei personaggi?
    No, probabilmente resterete più confusi di prima...
    Però ho già cominciato la stesura del quarto...e li qualcsa in più rivelerò!


    Buona lettura:


    Capitolo Terzo


    La lama del pugnale di Glimdaris era unica. Non se ne fabbricavano di simili da centinaia di anni, o almeno così si diceva.
    Circa un’era prima della grande battaglia sull’Evil River, teatro di una delle battaglie più sanguinose dei Tempi Remoti, i grandi forgiatori degli elfi unirono la loro arte, dando vita a tre pugnali micidiali, i Tre Sterminatori. La leggenda vuole che trentasette fabbri riuscirono a compiere un’opera mai vista prima, fondendo il metallo pesante degli abissi del Lago Cristallo alla linfa vitale degli stessi elfi. Fu così che le lame presero vita propria e, durante la battaglia dell’Evil River la razza degli elfi fu salvata da una rovinosa fine. Le Tre Lame Gemelle aiutarono così gli uomini, i nani e gli elfi a portare la luce in un’era dominata da creature malvagie.
    Nessuno ha più saputo dove fossero custodite le Tre Lame Gemelle, e nelle taverne di tutta Elianor i viandanti formulavano le ipotesi più strane sulla fine dei tre pugnali. Chi diceva che fossero custodite nelle profondità delle foreste nelle Terre Incontaminate, custodite dalla razza che li aveva creati. Chi diceva che fossero sepolte nelle profondità della Fortezza del Nidit, baluardo degli uomini contro l’avanzata degli Elfi Neri durante le Guerre dei Tempi Antichi. Chi sosteneva che fossero andate perdute, e che sarebbe tornate alla luce solo per difendere nuovamente gli uomini e gli elfi se il pericolo fosse stato troppo grande.
    La realtà era molto più semplice. Le Tre Lame Gemelle, custodite una per ciascuna razza, andarono perdute negli anni di pace successivi alle Guerre dei Tempi Antichi.
    Quella custodita dagli elfi era veramente nascosta in un recondito antro delle foreste delle Terre Incontaminate, ma dopo tanto tempo nessuno, nemmeno il Re degli Elfi, sapeva con precisione dove si trovasse il nascondiglio della Lama. Quella donata agli uomini fu la prima a sparire, durante la battaglia sul Passo d’Argento, dove Belianor il Valoroso perse la vita per difendere il Passo dall’avanzata dei Goblin dalle foci dell’Evil River. La leggenda narra che Belianor, comandante delle Armate degli uomini, avesse sacrificato la propria vita per proteggere la ritirata alle proprie truppe. Rimasto solo con un manipolo di eroi a fronteggiare l’avanguardia dell’esercito venuto dal Nord, preferì gettare la propria Lama nel Grande Mare, piuttosto che farla cadere nelle mani del nemico. Si dice che Belianor, seppur avesse rinunciato a quell’arma di incredibile potenza, riuscì a fermare l’avanzata dei contingenti nemici.
    Grazie a quel sacrificio, l’Armata degli Uomini riuscì ad asserragliarsi a NorthSteel per preparasi alla più grande battaglia che avesse mai insanguinato le fertili terre di Eliànor.
    Il Pugnale dei nani era l’unico custodito ancora segretamente, in una rocca sulle montagne dei Nani la cui ubicazione solo il Re e il Gran Consigliere del popolo nano sapevano.

    Glimdaris non sapeva per quale motivo fosse in possesso di quella straordinaria arma. Ma sapeva per certo che era uno dei Tre sterminatori. Ne era stato sicuro sin dal primo momento in cui l’aveva tenuto in mano. Da quando, anni prima, il vegliardo gliel’aveva regalata.
    Aveva undici anni quando quello strano vecchio arrivò a casa sua, in un villaggio delle Terre degli Elfi. Era un pomeriggio qualunque, che stava volgendo al tramonto. Glimdaris aveva ormai finito di lavorare nella bottega del padre e, instancabile come sempre, aveva cominciato l’allenamento che sarebbe proseguito fino a notte inoltrata.
    Glimdaris aveva un sogno: entrare nella Guardia Reale, per questo si allenava ogni giorno dopo il lavoro fino a cadere a terra esausto. Spada, arco, combattimento corpo a corpo; studiava con qualsiasi tipo di arma e qualsiasi tipo di arte da combattimento, da solo o con il suo Maestro d’Armi. Il tutto per raggiungere il suo sogno. Ad appena undici anni, già eccelleva nella lotta. Era dotato di tutto quello che un uomo può necessitare in battaglia Agilità, velocità, forza ma anche intelligenza e tenacia. Era cosciente del fatto che non tutte le battaglie si potevano vincere con la lotta, e teneva in allenamento sia il suo corpo sia la sua mente, cercando sempre nuove cose con cui mettersi alla prova.
    Il suo sogno fu coronato appena sette anni dopo, il più giovane membro della Guardia Reale mai nominato. Sette anni di lunghi ed intensi allenamenti, sotto il sole cocente o sotto la bufera di neve. Niente poteva impedire a Glimdaris di rincorrere il suo sogno. Solo tre anni dopo divenne Maestro d’Armi, ed ora, a ventidue anni, era già Capitano della Guardia Reale del regno degli Elfi.
    Quel giorno il vecchio arrivò trotterellando. Aveva l’aria malconcia, di chi non mangiava da parecchi giorni, e da altrettanti giorni non aveva un nessun contatto con l’acqua. Era vestito con una lunga tonaca rossa, stretta alla vita con un pezzo di cuoio; e ai piedi portava un paio di consunti sandali. La barba ispida ed incolta sul viso faceva si che non sembrasse avere tutte le rotelle al proprio posto.
    - Buona sera, giovane elfo - disse il mendicante - non hai qualcosa da mangiare per un povero viaggiatore? -
    Glimdaris si fermò, con il fiato corto. - Certo, vegliardo - rispose ansimando - aspettami qui, e mentre riposi un po’ all’ombra, cercherò di recuperare qualcosa da mangiare. -
    Camminò velocemente attraverso il cortile di casa e entrò in casa. Dopo pochi minuti ritornò con un pezzo di pane raffermo e un bicchiere di birra.
    - Ecco, vecchio. Questo è quello che sono riuscito a prendere in cucina….- disse Glimdaris, quasi con tono di scusa.
    - E’ già molto, giovane elfo…non preoccuparti, basterà per farmi riprendere un po’ le forze!-
    Glimdaris rimase fermo ad aspettare che il vagabondo finisse di mangiare in maniera famelica. Aveva proprio l’aria di uno molto male in arnese e sembrava, da come mangiava, che non toccasse cibo da molto tempo.
    Appena ebbe finito il vecchio alzò lo sguardo verso Glimdaris.
    - Ti sono molto grato per avermi aiutato, giovane elfo…non tutti accettano di aiutare chi è meno fortunato di loro…- disse piano il mendicante, parlando a fatica.
    - Che male può arrecare aiutare un vecchio mendicante? - chiese Glimadaris.
    - Tu sei ancora giovane, e non puoi capire…ma non sempre cioè vedi è quello che sembra, e molti ne hanno paura! - rispose il vecchio misteriosamente.
    E, in effetti, Glimdaris non capiva. I suoi genitori gli avevano insegnato ad aiutare chi si trovava in difficoltà, e gli era sembrato perfettamente normale aiutare quel vecchio che si presentava in cerca di un tozzo di pane.
    - Vedo che ti stai allenando al combattimento giovane elfo, come mai? -
    - Diventerò un membro della Guardia Reale - rispose Glimdaris, con tutta la convinzione che solo un bambino può avere.
    - Vedo la determinazione nei tuoi occhi…Sono sicuro che ce la farai, giovane elfo. Sono sicuro che diventerai un grande guerriero. - disse lentamente. - Ma combattere non è mai bello, amico mio, te ne accorgerai. Devi combattere solo se ci sarai costretto. Un bravo guerriero deve sapere che non sempre combattere è la soluzione migliore! -
    Glimdaris ascoltava il vecchio a bocca aperta. Era stupefatto da quello che l’altro stava dicendo. Stava ascoltando un mendicante impartirgli lezioni di vita, come se avesse combattuto sul serio un tempo. Perché in effetti le parole erano le stesse che il suo precettore gli ripeteva spesso, e le ripeteva con la stessa intensità con cui il vecchio stava parlando ora.
    - Avete combattuto voi, vecchio? - chiese Glimdaris
    - Forse, in un tempo lontano…che nemmeno ricordo più. - rispose ansimando - Fatti più vicino, giovane elfo, devo mostrarti una cosa. -
    Glimdaris si avvicinò lentamente.
    Il vecchio stava cercando qualcosa nelle pieghe interne della sua tunica. Alla fine tirò fuori un piccolo fagotto di stracci, sporchi e stropicciati, e lo porse a Glimdaris.
    - Prendi giovane elfo, prendi questo dono da parte di un mendicante! -
    Glimdaris prese l’informe fagotto che l’altro gli porgeva, e lentamente scostò i lembi della stoffa che lo ricopriva.
    Ciò che vide lo lasciò senza parole. All’interno degli stracci c’era un pugnale di splendida fattura, la cui impugnatura recava dei caratteri runici che non aveva mai visto. La lama era affilata come se non fosse mai stata usata ed era assai leggero, non serviva un braccio forte per brandirlo. Gli sembrava di impugnare una di quelle piume che si usano per scrivere.
    - Che te ne pare? Un’ottima arma, non credi? Non ce ne sono molti di così…anzi per dire la verità ce ne sarebbero altri due, ma nessuno sa dove siano…quello è uno dei Tre Sterminatori, giovane elfo! Forse l’unico ancora integro dopo le ultime battaglia combattute mille anni fa! -
    Glimdaris non sapeva cosa dire. Le emozioni si ritorcevano dentro di lui, e non sapeva cosa dire o fare. Uno dei Tre Sterminatori! Forse quella dei Tre Sterminatori era solo una leggenda, come tante storie che si raccontano sui tempi antichi. Ma sicuramente quello che lui teneva in mano in quel momento non era un arma comune, lo sapeva per certo per ciò che gli trasmetteva.
    - Adesso mettilo via, giovane elfo. Non è salutare mostrare molto in giro quel gingillo. Uomini molto più potenti di te ucciderebbero senza pensarci per averlo. -
    - Non posso accettarlo. - disse Glimdaris riponendo il pugnale tra gli stracci.
    - Certo che puoi. Anzi, devi. Considerala una ricompensa per avermi aiutato. - lo rimproverò il vecchio. - Vedo in te tutte le qualità per diventare un grande guerriero. Tienilo tu, so per certo che un giorno ti servirà. Ma stai attento, fino a quel giorno non rivelare a nessuno che tu sei in possesso di quel pugnale! Non parlarne a nessuno, evita persino di guardarlo…Nessuno deve sapere che tu hai uno dei Tre Sterminatori! - il vecchio fece un’altra pausa. - Potrei avere un altro po’ di acqua prima di andarmene, giovane elfo?
    Non appena ebbe finito la frase Glimdaris stava già correndo verso casa, il coltello ben nascosto tra le pieghe della tunica, per prendere dell’acqua allo straniero che gli aveva fatto quel grande dono.
    Però quando ritornò fuori nel giardino il vecchio era scomparso.

    Ora, disteso sul letto, intento a osservare i suoi occhi riflessi sulla lama del suo invincibile coltello, Glimdaris pensava per l’ennesima volta a quell’incontro. Mille volte aveva ripensato a quello che era accaduto. E quando finalmente aveva raggiunto l’età per capire, aveva capito che quel dono non gli era stato fatto a caso. Sapeva che quell’arma di immenso potere gli era stata donata per un qualche motivo. Ma chi era quel vegliardo? Perché era venuto proprio da lui? Perché se n’era andato senza una parola di commiato o di spiegazione? E soprattutto perché gli aveva fatto dono di una cosa così potente, e allo stesso tempo così pericolosa?
    Interrogativi che ancora adesso, a distanza di undici anni, quando ormai il suo sogno era realizzato continuavano ad assalirlo. Pochi erano a conoscenza del suo segreto, solo il Re degli Elfi, il Gran Consigliere e pochi altri. Nemmeno Kathreen, la sua Katie, sapeva di quale immenso potere lui fosse disposizione. In realtà nemmeno lui sapeva quanto potente fosse la lama in suo possesso. Non l’aveva mai provata, non si era mai trovato in circostanze da doverne fare uso. Tutto sommato ne era grato. Non sapeva se era degno di tale potere, e soprattutto non aveva la minima idea di come si potesse usare.
    Il solo pensiero di Katie lo distolse dalla pensiero della lama. La sua Katie, che lo stava aspettando a Sud, nelle Terre Incontaminate, regno assoluto degli elfi.
    Glimdaris era partito da hjfh più di due settimane prima, e solo due giorni prima era arrivato a NorthSteel, capitale del Regno degli Uomini, in seguito al messaggio ricevuto da parte di Sire Olafr. Messaggio alquanto strano per dire la verità, in esso non vi era contenuta nessuna indicazione sul motivo del messaggio. Recava il Sigillo Reale di NorthSteel e conteneva un messaggio scritto dal Re Olafr in persona: Il Re desiderava il desiderio di avere a corte di NorthSteel una persona di massima fiducia del Re degli Elfi, per discutere di una cosa di grande importanza per l’avvenire di tutta Eliànor.
    In realtà re Olafr aveva chiesto la presenza del Re degli Elfi in persona, ma il Re degli Elfi aveva altro a cui pensare al momento. Perciò era stato mandato Glimdaris a fare le veci del popolo elfo. La scelta non era stata fatta a caso, ovviamente. Il re degli Elfi riponeva la massima fiducia nel Capitano della Guardia Reale.
    Proprio in quel momento sentì bussare alla porta, e si alzò per aprire.
    Un giovane dall’aria dinoccolata lo attendeva all’esterno.
    - Buon giorno, Signore degli Elfi! - Disse il giovane, inchinandosi di fronte a Glimdaris, e guardandolo con un aria di curiosità frammista a paura. - Chiedo perdono per il disturbo Signore, ma Re Olafr intende vedervi al più presto, e vi prega di andare il prima possibile da lui. -
    Alla vista del ragazzo impaurito Glimdaris accennò un sorriso.
    - Tirati su in piedi, ragazzo - disse sorridendo l’elfo. - Non sono il Re degli Elfi e non intendo mangiarti, perciò puoi stai tranquillo e parlare normalmente. -
    A quelle parole il volto del ragazzo, che avrà avuto massimo quindici anni, si illuminò in un sorriso. - Certo Signore - disse felice - se permettete vi accompagnerò personalmente alla Sala che il Re ha predisposto per questo Grande Consiglio. -
    - Fammi strada, giovane messaggero. Io mi perderei dopo pochi passi abituato come sono a vivere nei Boschi… e non nei meandri oscuri di giganteschi palazzi del genere. -
    Ma il ragazzo non lo stava più ascoltando e, nella fretta di far vedere all’illustre ospite quanto fosse solerte, stava già incamminandosi con passo veloce verso uno degli innumerevoli corridoi del palazzo.
    Per una decina di minuti Glimdaris seguì la guida silenziosa e veloce, lungo un corridoio illuminato dalle torce appese alle pareti. Un’infinità di ritratti raffiguranti la storia della casata del Re e scene di battaglia dei Tempi Antichi lo accompagnarono per tutto il tragitto, e Glimdaris osservava rapito il susseguirsi di tante opere d’arte, raramente viste nel medesimo posto.
    Giunto in un salone, si fermò ad ammirarne uno in particolare. Il dipinto, che copriva almeno metà della parete della stanza, riprendeva un momento cruciale dei Tempi Antichi. Raffigurava il momento in cui Belianor il valoroso gettò in mare la Lama in suo possesso, e si preparava da solo ad affrontare l’avanguardia dell’Esercito del Nord. Nessuno seppe che fine fece quel pugnale. E Glimdaris non potè fare a meno di pensare se era lo stesso che teneva nascosto in quel momento. Era forse lo stesso pugnale? Lo stesso brandito da mani tanto valorose come quello di Belianor, più di mille anni prima? Una grossa responsabilità, pensò Glimdaris, avvertendo il calore della Lama sulla gamba, sebbene fosse all’interno della sua leggerissima custodia.
    - Signore…- disse la sua guida - dobbiamo proseguire verso la Sala del Consiglio! -
    - Hai ragione, amico mio. Andiamo ora, stavo osservando sbalordito le innumerevoli opere d’arte custodite nei corridoi di questo Palazzo. -
    Proprio mentre stavano per avviarsi nuovamente, dall’entrata del salone opposta alla loro sentirono un gran vociare, una voce terribilmente bassa parlava, o meglio urlava, a qualcun altro.
    Evidentemente doveva essere successo qualcosa di grave.
    Glimdaris si avviò verso l’entrata del salone, non sufficientemente illuminata dalle torce al suo interno. Man mano che attraversava la lunga stanza la voce cominciava ad essere più chiara, e Glimdaris cominciò ad intendere ciò che l’altro stava dicendo.
    - Non è possibile! Forse dovrei tagliarti in tante fettine per quello che hai detto…- stava dicendo la voce, anche se il tono non sembrava esattamente minaccioso.
    Glimdaris stava quasi correndo, per vedere cosa stava succedendo. E in pochi balzi colmò la distanza che lo separava dall’entrata. Subito entrò nel corridoio, e la scena che si presentò di fronte ai suoi occhi lo lasciò interdetto.
    Un nano, alto non più di un metro e mezzo e armato fino ai denti, stava prendendo per la barba un vecchio alto molto più di lui. Il vecchio cercava inutilmente di liberarsi, divincolandosi in tutte le maniere, ma la presa del nano non lasciava speranze.
    - Ti insegnerò io le buone maniere…- stava gridando il nano con il suo vocione. Mentre il vecchio blaterava qualcosa di incomprensibile in risposta.
    Glimdaris guardava la scena impietrito. Un nano alla corte di NorthSteel! Non avrebbe mai creduto che una cosa simile fosse possibile. Anzi, a pensarci bene non avrebbe mai creduto di poter trovare un nano fuori della Fortezza del Nidit.
    - Suvvia Messer Nano - stava dicendo intanto la giovane guida di Glimdaris - lasciate libero il vecchio Messar, che cosa vi ha fatto di tanto grave per scatenare la vostra furia?
    Il nano non lo degnò di uno sguardo, ma era chiaro che i due si conoscevano.
    - Sarebbe ora di insegnare al vostro Messar un po’ di buone maniere! - disse invece il nano irritato, sebbene avesse allentato la presa sul vecchio. - Non è possibile che io possa venir trattato così da un simile individuo! -
    - Ma io ho solo detto che eravamo in ritardo! - disse il vecchio dall’aria incartapecorita, trovando improvvisamente la voce.
    - Ecco, appunto! - sbottò il nano - Un nano non è mai in ritardo! Un nano arriva quando decide che è il momento di arrivare!
    Per poco Glimdaris non scoppiò a ridere, nell’ascoltare quell’assurda conversazione. Il nano stava per tagliare a pezzettini il vecchio solo perché gli aveva detto di essere in ritardo. I nani sono sempre stati famosi per essere molto permalosi, e questo, evidentemente, non faceva eccezione alla regola.
    - Avete ragione Messer Nano… - disse il giovane - Evidentemente il vecchio Messar voleva solo scherzare. -
    Il vecchio, infatti, si affrettò ad annuire con veemenza.
    Il nano, dal canto suo, lo squadrò e si limitò a mugugnare qualcosa riguardo all’impertinenza di certe persone, per poi continuare verso il corridoio che procedeva nella semi-oscurità.
    Solo in quel momento vide Glimdaris e, per un attimo, anche nei suoi occhi baluginò un barlume di sorpresa.
    - Un Elfo! - commentò divertito - Allora qualcuno di voi esce ancora dalle Terre Incontaminate! - disse, come se la cosa lo facesse divertire incredibilmente.
    - Lo stesso potrei dire di te, Messer Nano…E’ molto raro vedere un Nano al di là del Nidit. Di certo non avrei creduto di incontrarne uno a NorthSteel! - rispose Glimdaris.
    Il Nano lo guardò intensamente.
    - Abbiamo i nostri motivi per non uscire dal Nidit. - disse seccamente il nano.
    - E noi abbiamo i nostri! - rispose senza farsi intimidire Glimdaris.
    Di nuovo la loro giovane guida fu costretta ad intervenire per sedare gli animi.
    - Suvvia Signori, non è questo il momento di parlare di simili cose. Re Olafr sta aspettando nella Sala del Consiglio e se mi seguirete con solerzia avrete di modo di sentire le risposte ai vostri interrogativi!-
    I due continuarono a guardarsi per un momento, poi il Nano, sempre mugugnando tra sé e sé, si diresse verso il portone d’oro che si intravedeva alla fine del corridoio.
    E a Glimdaris, un po’ allarmato e un po’ divertito, non rimase altro da fare che seguirlo verso il proprio destino.




    Aspetto commenti e critiche con ansia...anche dai nuovi utenti...
     
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  10. CarDestroyer
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    Mi sa che ci metterò un po' a leggerlo, comunque... vai così Mocio... ehm, Hell !
     
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  11. HellChild
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    Dovrebbe essere più o meno come gli altri di lunghezza...
    ehm..intorno ai 16.000 caratteri!
     
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  12. CarDestroyer
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    Ovviamente non ho messo tutti gli errori, anche perché sicuramente te ne accorgerai alla prossima rilettura. Potresti provare ad usare una narrazione più moderna, lasciando l'epica ai flash-back.
    Enjoy!

    Le Tre Lame Gemelle aiutarono --> non erano i Tre Sterminatori?
    ma non sempre cioè vedi è quello che sembra --> ce siamo 'ncaprettati?
    La lama era affilata come se non fosse mai stata usata ed era assai leggero, non serviva un braccio forte per brandirlo --> è un pugnale, mica una batteria al piombo
    Le emozioni si ritorcevano dentro di lui --> non mi piace "ritorcevano"
    Uno dei Tre Sterminatori! Forse quella dei Tre Sterminatori; l’età per capire, aveva capito --> repetita Juventus
    non era un arma comune --> un'arma
    scritto dal Re Olafr in persona: Il Re desiderava il desiderio --> no comment: Hell, avevi inalato qualcosa di strano, dì la verità
    Un giovane dall’aria dinoccolata lo attendeva all’esterno --> dinoccolato è un aggettivo fisico, quindi: aspetto dinoccolato
    alla Sala che il Re ha predisposto --> non lo so, ma credo che "predisposto" non sia adatto al ceto sociale del ragazzo

    Molte precisazioni ridondanti. Ad es.:
    CITAZIONE

    Perciò era stato mandato Glimdaris a fare le veci del popolo elfo. La scelta non era stata fatta a caso, ovviamente. Il re degli Elfi riponeva la massima fiducia nel Capitano della Guardia Reale.


    Bellino, bellino, però va continuato !
     
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  13. HellChild
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    Ehm...forse è il caso che lo metta a posto...
    Grazie Car...

    CITAZIONE
    scritto dal Re Olafr in persona: Il Re desiderava il desiderio


    Questa è la più bella...si vede che nn sono in forma ultimamente!
     
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  14. Tsam
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    Letto....e confermo le impressioni positive dei prmi due capitoli.e purtroppo anche parte dei difetti....imho..ci sono troppe ripetizioni..ma probabilmete perchè nn hai potuto rileggerlò con calma....nel complesso le scene raccontate e la qualità della storia mi garbano parecchio....e spero di leggere il quarto capitolo presto.complimenti Hell!....ciao
    tsam
     
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  15. HellChild
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    CITAZIONE (Tsam @ 12/10/2004, 17:19)
    Letto....e confermo le impressioni positive dei prmi due capitoli.e purtroppo anche parte dei difetti....imho..ci sono troppe ripetizioni..ma probabilmete perchè nn hai potuto rileggerlò con calma....nel complesso le scene raccontate e la qualità della storia mi garbano parecchio....e spero di leggere il quarto capitolo presto.complimenti Hell!....ciao
    tsam

    L'ho riletto.
    Fa schifo e bisogna metterlo a posto prima di passare al quarto, che è già in fase di stesura...

    Però ad esempio:

    CITAZIONE
    Molte precisazioni ridondanti. Ad es.:
    CITAZIONE  

    Perciò era stato mandato Glimdaris a fare le veci del popolo elfo. La scelta non era stata fatta a caso, ovviamente. Il re degli Elfi riponeva la massima fiducia nel Capitano della Guardia Reale.


    Non so perchè ma a me questo pezzo piace . Cioè, non lo trovo pesante o ridondante.
    Anzi la trovo una precisazione "obbligata", uno potrebbe dire: "E allora perchè cazz.. non ci è andato lui fino a la!?"
    O no?


    CITAZIONE
    Le Tre Lame Gemelle aiutarono --> non erano i Tre Sterminatori?

    Si, è vero ma questo l'avevo cambiato per nn ripetere sempre lo stesso nome...ma forse è meglio ritornare al nome iniziale...visto che di precisare il perchè nn se ne parla!

    Cmq per l'ennesima volta vi ringrazio dei consigli che mi ritornano sempre molto utili!!!

    THANKS!!!!
     
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50 replies since 9/11/2003, 23:40   764 views
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