La piccola morte

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  1. galoran
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    Entrò nella Taverna e fu silenzio.
    Innaturale e deciso come il suo passo.
    Ogni attività sospesa. Ogni gesto congelato.
    I boccali ancorati ai tavoli o a terra come se in quelle mani,
    fedeli compagne di vizio,
    ogni forza fosse improvvisamente venuta meno.
    La luce stessa, che fino ad un attimo prima filtrava vivace dalle finestre, sembrò attenuare la sua intensità
    ed un gelo primordiale regnò, padrone assoluto della scena.
    Mosse alcuni passi fino a giungere al centro della taverna
    e sembrò sostare pensierosa con quell’aria che parecchi di noi aveva imparato a conoscere… Splendida e terribile al tempo stesso.

    Ricordo bene il nostro primo incontro, quando i miei occhi si posarono sul suo viso e le mie dita impertinenti arrivarono quasi a carezzarlo,
    prima che svanìsse improvvisamente come ogni sogno al risveglio.
    Fu la prima cosa che mi apparve mano a mano che il velo pietoso dell’incoscienza si schiariva mostrandomi le rovine fumanti di quella che una volta era la mia dimora.
    Lei stava lì…a guardarmi immobile…attendendo chissachè…
    con quegli occhioni sgranati, quella tenebra così profonda e fredda,
    ma anche così calda e protettiva, da accogliermi in una quiete priva di emozioni ma piena della promessa di un caldo riparo dal dolore della vita.
    Abbandonai il freddo abbraccio del corpo di mia madre, scavalcai quello del mio fratellino ed in quel silenzio di grida, dolore e fuoco mi avvicinai a lei.
    Mi sorrise e mi venne incontro mentre un cavalliere stava per travolgermi, poi, inciampai, il cavallo mi passò a pochi centimetri
    e quando rialzai gli occhi lei non era più davanti a me, ma il suo volto era entrato nel mio cuore e mai più ne sarebbe uscito.
    Allora dovevamo avere la stessa età.

    Anni più tardi la rividi e cercai in ogni modo di raggiungerla.
    Ero al vallo e le orde selvagge di Mongon ci assediavano da sette mesi.
    Lei appariva in ogni scontro e molti guerrieri lasciavano il campo condotti dalla sua mano.
    Era bellissima. I suoi lunghi capelli neri ed il suo seno ancora immaturo mostravano lo scandire del tempo, ma i suoi occhi rimanevano gli stessi cristalli di tenebra che avevano rapito la mia infanzia. Voltandomi nella mischia la vedevo apparire e scomparire nella massa di carne, acciaio e sangue che mi contornava. Un giorno ci fu un momento in cui me la trovai difronte. Fermai il braccio indolenzito dal peso dell’acciaio e rimasi lì a guardarla. I miei occhi lacrimavano cercando di mostrarle tutto l’amore cresciuto con me; una mazza calò con forza sul mio elmo ed io crollai in ginocchio mentre un energumeno dall’alto stava per far calare il nero sipario su di me.
    Prima di perdere i sensi la vidi toccare quel gigante proprio mentre una lancia gli trafiggeva il cuore. Lei andò via con lui e mi abbandonò di nuovo.
    Fu in quel momento che capii, per la prima volta capii mentre l’incoscienza riprendeva il possesso di me e sprofondavo nel buio.
    Quando rinvenni la vidi avanzare silenziosa.
    Stavolta era sua madre a condurla per mano, avanzavano tra il gracchiare dei corvi ed il gemito degli uomini, in quel silenzio di cui sono sovrane.
    Nonostante i miei occhi non avessero ancora recuperato gran parte della luce le potevo distinguere nitidamente. Quella nebbia visiva cui ero ancora costretto non riusciva ad oscurare il loro manto d’ombra, ne ad ofuscare la sovrastante perfezione della grande mietitrice, che dall’alto della sua innaturale maestà mi osservava. Sul suo filo mai consunto non c’era brama ne presunzione, solo indifferenza; come indifferente appare l’aratro del contadino a confronto con la spada del guerriero.
    Incombeva ora su di me, ogni forza era svanita dal mio corpo ed il cuore rallentò il suo perpetuo trotto pronto a ricevere il suo battesimo …
    ma lei, ancora una volta, non volle portarmi via e trascinò sua madre lontano con forza ed insistenza come avrebbe fatto una qualsiasi ragazzina capricciosa.
    Passarono alcuni minuti che parvero durare in eterno.
    Poi mi alzai aiutandomi con la spada ancora lorda di sangue,
    volsi intorno il mio sguardo lungo tutto il campo,
    quella era stata la mia prima grande battaglia.
    Quel giorno persi definitivamente la mia giovinezza.

    Da allora molte altre volte venne a sfiorarmi solo per raggiungere e prendere per mano il compagno che combatteva al mio fianco, o il nemico che avevo davanti.
    Divenni un suo fedele emissario e molte, e molte volte ancora mi fu concesso di restare in piedi a contemplare, nel silenzio squarciato qua e là dai lamenti dei feriti, la fine di un grande scontro quando la coscienza annullata dalla frenesia della battaglia e dall'esaltazione della vittoria, riprende possesso del tuo cuore, mostrando brutalmente l'evidenza del massacro.
    Mille volte l’ho maledetta per non avermi portato via,
    per avermi fatto sopravvivere alla morte di tanti miei cari.
    Sono arrivato perfino a sbeffeggiarla e molte volte a sfidarla…
    ma ogni volta che lei lasciava il suo regno,
    e dall’aldilà sorgeva per porsi difronte a me, fiera e compassionevole,
    non c’era spavalderia, né odio, né sprezzo nel mio animo…
    solo amore e gratitudine…per la vita che mi aveva concesso,
    per i figli che mi aveva donato.

    Nessuno pensò ad uno scherzo ed inciampando maldestramente le fecero ala stando attenti a non toccarla o a non incontrarne lo sguardo.
    Senza esitazioni si diresse al tavolo d’angolo dove, abbandonato su uno sgabello,il mio vecchio corpo consumato dalla vita l’attendeva ancora una volta.
    Il tempo si era fermato per lei…il suo corpo nudo emerse da sotto il mantello, era un insieme di cose morbide, cave e piene, lunghi capelli simili a fuoco nero e luce morbida che ricalava sopra una pelle talmente bianca da sembrare falsa.
    Mi porse la mano…stavolta era lì per me la mia piccola dolce morte.
     
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  2. AllFlowersInTime
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    complimenti scrivi molto bene (commento da profana cool.gif ), lascio i commenti tecnici ad altre persone... rolleyes.gif
     
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  3. galoran
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    grazie ogni tanto pare che qualcosa di buono lo tiro fuori anche io
    cmq a me la piccola morte è piaciuta da subito e non avrebbe molta importanza se ricevesse
    giudizzi negativi...in fondo ogni bimbo è bello a papà suo no?
     
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  4. CarDestroyer
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    Prima di cominciare, toglimi una curiosità: hai fatto copia e incolla dal notepad? Non capisco tutti quegli accapo.
    Dunque, un plauso per aver reso fluida e visiva una storia altrimenti banale (la morte femmina, bella e solo in apparenza indifferente wink.gif ).
    Questione incipit: traballa un po', con le prime due frasi che dovrebbero essere una unica divisa da semplice virgola, perché ci pensano le altre tre a spezzare e rendere l'idea della lentezza; tutto quello che viene dopo
    CITAZIONE
    La luce stessa, che fino ad un attimo prima filtrava vivace dalle finestre, sembrò attenuare la sua intensità
    ed un gelo primordiale regnò, padrone assoluto della scena.
    Mosse alcuni passi fino a giungere al centro della taverna
    e sembrò sostare pensierosa con quell’aria che parecchi di noi aveva imparato a conoscere… Splendida e terribile al tempo stesso.

    a mio modo di vedere, andrebbe tagliato o sostituito da un'altra frase breve in modo da lasciare al lettore il piacere di scoprire più in là l'identità della pulzella biggrin.gif .
    Il resto del racconto è molto superire all'incipit, ti soffermi solo su scene perfettamente in tema, le tratteggi degnamente, con un paio d'aggettivi di troppo che stonano con la cura che c'hai messo.
    CITAZIONE
    riprende possesso del tuo cuore

    Togli "tuo": ho dovuto rileggere tutto il passaggio per capire questo improvviso cambiamento di punto di vista.
    Piacevole, per un racconto breve, l'apertura e la chiusura che inglobano un "lungo" flash-back, e mi è piaciuto anche che l'uomo morente, alla fin fine, non era 'sto grande eroe, ma solo un soldato fortunato.

    Se non si fosse capito, m'è garbato parecchio smile.gif .

    Però non ho capito che c'entra la bambina blink.gif .
     
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  5. galoran
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    ciao cumpà

    Si ho fatto copia incolla dal notepad...beccato

    Ben accolgo le tue osservazioni soprattutto quelle grammaticale in effetti non sono mai stato un drago in questo campo. Anzi se l'Ordo Draconis grammaticus mi ha menzionato più volte come esempio da non seguire.

    Per quanto riguarda la bimba qui si apre un drammatico dubbio...perchè la bimba in realtà sarebbe la protagonista.
    In effetti la piccola morte non è la morte stessa ma una sua figlia che aiuta sua madre nel duro eterno lavoro.
    Qui si aprono varie interpretazioni:

    da un lato possiamo dire che il prottagonista da piccolo la vede come una bimba mentre sta per essere travolto da un cavallo ma per un caso egli non muore così lei scompare...con il passare degli anni la rivede adolescente...ed infine donna...in pratica la piccola morte assumerebbe l'immagine che il suo intelletto trasmette in quel dato momento della sua vita...

    ma per me si trattà in realtà di un incontro casuale...la piccola morte...è un po' come Dampyr particolarmente longeva così è stato un caso che ha legato i destini dei due in quel breve momento della loro infanzia così lei impedisce a sua madre di prenderlo nell'adolescenza e poi si presenterà lei stessa al momento giusto...

    o magari non è neanche così...chissà eh,eh

     
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  6. Jake_the_Angel
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    mo' mi salvo 'sto racconto e poi lo leggo con calma... ciauz!
     
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    Maestro della Notte

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    CITAZIONE (galoran @ 24/3/2006, 22:23)
    [...] la [...] piccola [...] morte.

    Mi avevi tratto in inganno.

    "Piccola morte" infatti è un modo tradizionale di definire gli attacchi epilettici.

    Edited by Ered Luin - 30/3/2006, 00:43
     
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  8. galoran
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    no in realtà titolo e brano nascono dalla suggestione ispirata da due albi di Dylan naturalmente Dog.
    "La regina delle tenebre" e "Scanner" nel primo dove appunto la morte madre sterile di tutta l'umanità riesce per un breve periodo ad avere una figlia, il secondo dove il progetto "Little death" da vita a Pearl la piccola morte.
     
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  9. galoran
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    wow 629 volte letta sara` merito del titolo ;)
     
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  10. vamp81
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    Bella, giudizi tecnici non li dò: è comunque opera d'arte (non sei scrittore professionista, per essere giudicato, secondo me).
     
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  11. CarDestroyer
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    Le cose belle attirano sempre ;)
     
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  12. vamp81
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    Questo è vero...
     
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  13. Nazaleuna
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    Questo racconto mi è piaciuto molto.
    Lirico.
     
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  14. galoran
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    grazie
     
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13 replies since 24/3/2006, 21:23   957 views
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