Rapporto del 4 ottobre 2018

Un racconto profetico...

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  1. Ray of Darkness
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    Edited by Ray of Darkness - 10/5/2005, 18:39
     
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  2. Ray of Darkness
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    Signori, ecco quello che nel mio piccolo considero un capolavoro di profezia!
    Giuro che la data di stesura è vera, il file potrebbe dimostrarlo. Non so che illuminazione mi abbia fatto vedere così lontano in un futuro assolutamente prossimo, sapete cosa è successo il giorno dopo.
    A volte mi stupisco di me stesso
     
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  3. Tsam
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    Letto anche questo....profetico senza dubbio..e dal grande impatto emotivo..snche se..nella lettura..qualcosa mi lasciava presagire che sarebbe stato più lungo....e mi è rimasta un po' di bavetta in bocca....lo stile è abbastanza essenziale mira direttamente alla situazione esistente..anche se fatico a vedere come giusto il ruolo dei martiri della "libertà"..(ad es l'11 settembre è stato "permesso".)..però mi ha coinvolto seriamente....ricomplimenti Ray..ciao
    tsam
     
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  4. Ray of Darkness
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    Era il prologo di un racconto più lungo infatti ecco il seguito mai terminato

    Mentre l’impero cadeva sotto il fuoco delle armate ribelli stavo attraversando la strada tra i boschi montuosi della regione in cui abitavo. Il sole era appena calato ed era ancora visibile una leggera luce crepuscolare che sfumava nei toni del blu profondo della notte. Io non potevo vederle, ma sono sicuro che allo zenit le prime stelle fossero già fulgide di un lieve bagliore, offuscato dal cielo ancora troppo chiaro per distinguerle chiaramente. Non pensavo a nulla, o meglio, nulla passava nella mia mente. Solo quella strada discontinua e sinuosa che si spiegava davanti a me, rischiarata man mano dai fari della mia auto. Era come se quella strada scorresse anche nella mia mente, ma nient’altro occupava i miei pensieri. Stavo semplicemente tornando a casa. Ed era un momento bellissimo, il silenzio del crepuscolo e delle montagne, i colori ottenebrati e resi misteriosi. Non c’era nulla su cui riflettere. Non sono un filosofo o un poeta. Non speculo sulla natura delle cose né devo in qualche modo estrapolarle dalla realtà per mutarle in parole trascendenti e in fondo prive di alcun significato. E mentre la notte calava sulle montagne io guidavo senza alcuna compagnia fuorché quella dei versi di alcuni uccelli notturni che non saprei identificare. Il bosco, l’auto e me.
    Nient’altro. Chi poteva immaginare che nel momento che a ragione ritengo il migliore di tutta la mia vita, il mondo stava cambiando.
    Un attacco imprevisto, fulmineo e distruttivo, come venni a sapere poche ore dopo. Pochi uomini ben armati avevano raso al suolo la capitali in meno di tre ore. Se fossero fantatici o pazzi io non posso saperlo. Sicuramente erano spinti da un odio feroce contro l’organizzazione che reggeva il mondo. D’accordo: non era il massimo che un uomo potesse auspicare come buon governo. Non era affatto buono per dirla tutta. Ma diavolo, io non credo che nessuno di voi preferirebbe la guerra civile, la morte, la distruzione ad una pace costosa ma pur sempre gradevole.
    Io personalmente non avrei mai partecipato a quell’azione criminale. Ma ho pensato: per noi è stato sicuramente qualcosa di disumano, ma dal loro punto di vista? Non li giustifico per questo, ne li comprendo. Però ammetto che possono esserci diversi punti di vista.
    Queste ovviamente sono ipotesi, perché nessuno saprai mai la verità. Che l’attacco al consiglio fosse stato un’avvisaglia, ora era evidente. Erano anche riusciti a catturare un terrorista. Aveva rilasciato la sua versione dei fatti. E aveva sicuramente firmato la sua condanna a morte. Eppure, per far comprendere come fossero uniti questi terroristi, durante un trasferimento un piccolo commando era riuscito a liberare quell’uomo. Inutile chiedersi come abbiano fatto. Se sia stata semplice negligenza della polizia o fortuna del commando. Dopotutto sono i risultati quelli che contano. E in questo caso l’unica possibile fonte di informazioni aveva preso il volo.
    Ora, chi si aspettava che l’organizzazione criminale fosse così potente? Nessuno, forse pochi e ottusi. Per questo alle vittime si aggiunsero vittime quella meravigliosa notte che io stavo passando trai boschi. Il mondo era cambiato proprio in quelle ore. Era caduto. E la mia vita stava cambiando con esso. Stavo viaggiando incontro al mio destino, alla mia nuova vita.
    Non vi parlerò di una vita legata a fatti grandi tanto da aver cambiato il mondo. Una semplice vita nell’inferno che è questa terra ora. Sono riuscito a fermarmi per qualche momento per narrarvela. So di non stare parlando ai miei contemporanei. Loro non potranno mai leggere queste pagine. Se voi le state leggendo, forse vuol dire che da questo scatolone di merda è fiorito qualche seme.
    Ad ogni modo spero che il vostro mondo sia migliore di quello che vivo io.


    Devo essere sincero? Non so dove volessi andare a parare, ho scritto di getto, comunque un altro racconto incompiuto di Ray (a Tolkien però riuscivano meglio..)
     
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  5. HellChild
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    Lo leggo domani e ti faccio sapere le mie impressioni...
     
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  6. CarDestroyer
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    Confrontando il prologo e questi due brani si nota la maturazione avvenuta nella tua scrittura.
    Rimangono pesanti da leggere (verbosi). Un tantino petulante il "manifesto" del terrorista: si giustifica troppo.

    Eh, porti più sfortuna di me! Io avevo iniziato quello che doveva essere un grande romanzo antireligioso, solo che, per ogni cartella che scrivevo moriva qualcuno in famiglia, altri si ammalavano, oppure andava completamente storto qualcosa (di matematicamente sicuro) sul lavoro. Senza contare le storie de "Il motociclista", in cui al termine di ognuna mi ritrovavo a proavare sulla "pelle" le mirabolanti cadute ivi narrate.
    Inutile dire che ho accuratamente riposto e "dimenticato" entrambi.
    Ma duemila vittime in un colpo solo...
     
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  7. Ray of Darkness
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    QUOTE
    Confrontando il prologo e questi due brani si nota la maturazione avvenuta nella tua scrittura.
    Rimangono pesanti da leggere (verbosi). Un tantino petulante il "manifesto" del terrorista: si giustifica troppo.

    Questo appartiene alla fine del mio periodo "filosofico", apoteosi di elucubrazioni e masturbazioni mentali varie che hanno prodotto parecchi saggi, un trattatello di massime e questo racconto. Per darvi un giusto ordine cronologico il prologo di federazioni è del '98, questo del settembre 2001 e il primo racconto dei vampiri del novembre '01. La verbosità temo che mi caratterizzi: non mi piacciono i periodi a singhiozzo, spezzati da troppi punti e non articolati nel pensiero. A maggior ragione questo non è propriamente un racconto ma una speculazione filosofica sul male relativo (perciò ho scritto la postilla esplicativa). Ad ogni modo mi piacciono grandi discorsi e grandi descrizioni e questo si riflette sulla mia scrittura. Certamente credo di essere riuscito a renderla un pò più asciutta con il tempo.
    Non posto un altro commento sull'altro racconto, pecca di tutti i mali peggiori ma è stato scritto dal mio io quattordicenne che non ne sapeva nulla di coerenza e stile, voleva solo imitare il suo idolo letterario di allora e non posso rimproverarlo di questo. Tra me e lui si frappongono una ventina di scritti e centinaia di libri letti... oltre che cinque anni e passa di maturazione!

    QUOTE
    Ma duemila vittime in un colpo solo...

    Non facciamolo sapere in giro

    Edited by Ray of Darkness - 8/12/2003, 22:52
     
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  8. Tsam
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    Leggendo il prologo il tutto sinceramente mi "prende" di più..anche se forse come detto da Car è un po' troppo "fiorito" come lunghezza dei periodi..nn perchèp sia pesante..ma se dovessi vivere una cosa del genere forse sarei + essenziale....rimane però una cosa chiaramente soggettiva....mi spiace che nn hai continuato il tutto..ciao
    tsam

    Edited by Tsam - 9/12/2003, 09:39
     
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7 replies since 8/12/2003, 23:02   109 views
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