ALBO 261 - OPERA MORTALE

Dicembre 2021

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    letta con grandissimo ritardo solo la scorsa settimana la storia ha in parte deluso le mie aspettative che peraltro erano elevate viste le premesse
    Mi ha fatto piacere il ritorno di Von Henzig, detto ciò la trama mi ha dato l'idea della riproposizione in un unico albo di tutte la strategia messa in piedi dal Maestro Von Henzig in passato per attentare alla vita di Harlan e soci, il tutto traslato nel mondo del Teatro (mentre prima era il Cinema) e avendo come obiettivi i personaggi comprimari della Serie (e ammetto che tutt'ora non sono riuscito a ricordare chi diavolo sia quel Jorge.....l'ho assolutamente cancellato dalla memoria). Von Henzig peraltro cosa ottiene da questa alleanza con Rubicante (che fa la brutta fine che merita)? un bagno di sangue (acido) di suoi non-morti falciati a ripetizione senza pietà e pure una bella ferita sulla spalla della quale appare addirittura contento. E' probabile che non avesse intenzione davvero di affondare il colpo ma solo di lanciare un avvertimento e mi auguro che torni presto e con motivazioni decisamente più solide e piani meglio congeniati, se non altro in maniera diversa dalle citazioni cinematografiche e teatrali. Disegni ottimi.
     
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    La storia non mi è dispiaciuta affatto, magari la lirica vi appare come colonna sonora e nulla più, senza approfondimenti, ma tant'è.
    Tra l'altro, mi ha fatto simpatia rivedere i boriosi cantanti lirici, i quali mi hanno nostalgicamente riportato con la mente al loro albo ed ad un tempo in cui in nostri tre eroi tromb***no in libertà assoluta.

    Riguardo alle osservazioni degli altri commenti:
    1. la fine Rubicante non mi ha amareggiato, perché se da una parte era un demonio ambiguamente interessante (ok, anche viscido), dal carcere è uscito un personaggio molto meno istrionico e più amareggiato. Nell'albo di esordio affettava bonarietà, qui ha un modo di fare quasi da zitello acido. Forse è per questo che Iblis l'ha fatto sopprimere: non lo sopportava più.
    2. Von Henzig è affascinante a modo suo: valida alternativa ai Maestri cattivoni Marsden (assetato di potere) o Rakosi (intricato e tormentato), il boemo con il viso di Cumberbatch è solo affetto da aristocratica noia ed alla ricerca di uno svago. La sua lettera finale lo mette in chiaro, così come la sua boria. E' una valida alternativa agli altri due, anche perché, notate, è uno dei pochi Maestri che non sono finiti a fare i gangster.

    3. Far morire un qualche alleato di Harlan? Boh, perché no, ma va scelto bene. Sono rimasto molto male per la dipartita di Vera (le sue digressioni storiche della Guerra erano sempre affascinanti), ma l'età lo richiedeva. Un po' meno per Victor, troppo parigino ed intellettuale (ed intellettuale parigino) per andarmi a genio, ma mi faceva tenerezza col suo malinconico amore per Araxe che ormai aveva trovato il nuovo toy-boy. Malissimo per Godwin, il quale per me sarebbe stato un portale verso avventure con digressioni storiche nell'Impero asburgico, ma tant'è.
     
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    Nel prologo del volume precedente mi aspettavo che saltasse fuori Henzig e non è successo, in questo non ci avevo pensato ed eccolo qua.

    Il volume è scorrevole ma mi è sembrato quasi solo un modo per togliere di mezzo Rubicante e ricordare ai lettori che Henzig è "sempre" in agguato (mi è piaciuta la lettera finale ad Harlan) con una storia ricalcata sul modello delle sue precedenti.

    Lui è un altro che ha avuto un trattamento strano, ha fatto 4 o 5 apparizioni nel giro di una ventina di volumi e poi è scomparso di botto senza giustificazioni narrative particolari (come succede, invece, per Mardsen). Ora vediamo quando e come tornerà, per capire se ha ancora un ruolo particolare da giocare o se d'ora in poi continuerà con questi attacchi sporadici in cui lui giochicchia un po' e le conseguenze sono nulle.
     
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