Vetro

4 righe in libertà...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. hatter in chains
        Like  
     
    .

    User deleted


    Vetro

    Parcheggiare lontano era stata una grossa stronzata.
    La pioggia colpì violenta, senza preavviso, mentre erano ancora a metà strada.
    “Parcheggiare lontano è stata una grossa stronzata”.
    Nessuna risposta.
    La musica del locale era appena udibile da quella distanza.
    Odiava la pioggia. Almeno quanto odiava l'aprire un cazzo di ombrello. Così, quando succedeva, l'unica alternativa era sperare nel cappuccio di qualche felpa indossata inconsciamente per l'occasione. Durante il periodo in cui aveva vissuto a Londra l'aveva tollerata, perfino rispettata, ma laggiù si poteva quasi dire avesse un senso; in questo paese, niente sembrava averlo.
    Mentre avanzavano, sagome indefinite iniziarono a plasmarsi rapidamente rivelando fumatori e braci di sigaretta in sosta davanti all’ingresso principale.
    “Parcheggiare lontano è stata una grossa stronz…”
    Dalla bocca del suo socio arrivò qualcosa a metà strada tra il “fanculo” e il “fottiti”, non avrebbe mai saputo dirlo con certezza: troppo era l'impegno per evitare di inciampare tra le macchine e per l'elaborazione della sua effimera filosofia esistenziale sul suo passato recente. La cosa aveva comunque perso di rilevanza: erano dentro.
    Se ne sarebbe preoccupato all’uscita, della pioggia.
    Inoltre la sbronza avrebbe reso le cose più facili.

    -

    Il locale non sembrava aver faticato molto in termini di fantasia per quella sera.
    Si limitava ad offrire un pallido e scontato spartito di un qualunque venerdì: tante inutili comparse diafane e patetiche, ossessive nel loro raccontare con parole e gesti la personale e accorata partecipazione al mondo reale durante la settimana appena bruciata dal calendario. Non erano tutte queste cazzate a irritarlo, non vi dava più peso da molto tempo, era il sapere che ne avrebbe comunque condiviso il destino durante le prossime ore, con birra e fumo a rimescolare e offuscare opportunamente le carte.
    L'ambiente era diviso esattamente in due, le norme antifumo sapevano come mascherare del razzismo sotto la cosiddetta bandiera della "legalità", esaltando presunte conquiste di un' immaginaria "società civile".
    Si diressero rapidamente verso le colonne di fumo sulla sinistra, il suo socio apparteneva al "club del ciuccio" e a lui piaceva farvi parte senza partecipare, per così dire, attivamente.
    La verità era che esisteva anche nella sua storia un torbido passato fatto di due pacchetti al giorno e a volte fa bene immergere di nuovo la testa in un comodo ambiente caldo e confortevole, sempre pronto ad accoglierti a braccia aperte…
    L'ordinazione venne presa e la cameriera sparì rapidamente dietro il bancone come prevedeva il copione.
    Gli parve di riconoscere qualche faccia, ma si limitò a dei neutrali cenni con il capo, non voleva attirare troppo l'attenzione, fosse stato anche solo per due miserabili chiacchiere a fare da contorno a prolungati silenzi imbarazzanti.
    La vera compagnia era altra.
    Soprattutto in serate come questa.
    La vera compagni gliela davano i suoi dadi, che continuava a maneggiare e rimescolare in tasca, per avere una rapida e sicura conferma della loro presenza e della loro solidità...li aveva trovati soltanto da pochi giorni, ma non riusciva più a separarsene...non riusciva davvero a pensare ad altro...a come quella coppia di numeri che usciva dal palmo di una mano potesse influire nelle più svariate situazioni che facevano della sua vita un campo di battaglia su cui cercare di sopravvivere ogni giorno...era tutta una follia...ormai lo faceva senza controllo...quando era solo, raccoglieva quei due piccoli talismani (erano davvero diventati tali per lui?), li mescolava e li lanciava, aspettando con ansia il loro risultato, senza aver ancora trovato con certezza il modo di interpretarlo, di dare
    una voce a quel rito, di scoprire cosa lo rendeva vibrante ed esaltante, il suo essere assolutamente indecifrabile...
    La cameriera tornò con le birre e spense l'incantesimo.
    Per quanto tempo era rimasto in quello stato?
    Non avrebbe saputo dirlo, doveva trattarsi in ogni caso soltanto di pochi minuti...
    Il suo socio era sparito, non era più di fronte a lui...pisciata improvvisa probabilmente.
    Mentre riordinava quegli ultimi istanti notò il tatuaggio sul collo della ragazza, una piccola farfalla dalle ali rosse, rosse come il colore della sua magica coppia...
    Avevano scelto un tavolo piuttosto angolato, sul fondo della stanza, dove non c’era molta luce. Pallide targhe di alluminio a rappresentare lontani paesi d’oltre oceano cercavano disperatamente di fornire una qualche identità all’ambiente, riuscendo soltanto a rendere meno nudi i muri sui quali prestavano servizio.
    La coppia seduta alla sua sinistra si stava alzando, il loro tavolo era stato sgomberato, avevano appena pagato il conto e sembravano piuttosto su di giri, si sorridevano di continuo.
    Adesso c’erano diversi posti vuoti intorno a lui, il bancone invece era preso d’assalto, la cameriera sembrava una scheggia impazzita tra le bottiglie che continuava a maneggiare e quelle che dominavano e luccicavano sopra la sua testa in un blasfemo mosaico di luci e riflessi vividi e pulsanti. La porta d’entrata non riusciva a rimanere chiusa, ma chi entrava preferiva fermarsi nelle prime file, a godersi quello spettacolo cangiante e ad entrare a farvi parte il più rapidamente possibile.
    I tavoli della sua zona per il momento rimanevano incontaminati, quasi ignorati da quella ieratica rappresentazione e dai suoi fedeli partecipanti.
    I dadi ora erano sul tavolo.
    Non sapeva neppure come vi erano finiti. Lì sopra.
    C’erano due occhi a fissarlo. Due occhi che lo facevano stare bene, e lo spaventavano a morte.
    Un doppio uno.
    Non era un tiro facile da realizzare, anzi era in realtà la combinazione che faceva più raramente in assoluto la sua comparsa, e forse proprio per questo era arrivato a dargli un valore estremo.
    Ma li aveva davvero lanciati?
    O li aveva semplicemente estratti e appoggiati?
    Qualcuno lo stava osservando?
    Alzò rapidamente lo sguardo, ispezionò con cura quello che aveva davanti e non vide niente di cui preoccuparsi, un tizio cercava disperatamente di saltare al di là del bancone per toccare la cameriera, lei si sottraeva e rideva divertita, la farfalla sul suo collo si muoveva di continuo, sembrava pronta a spiccare il volo attraverso la stanza…sarebbe riuscita a sopravvivere in questo mondo?
    Si sentiva preda della malinconia, sentiva quanto fosse inutile lottare contro il destino e questa era la pesante eredità che i dadi gli avevano consegnato...
    Un doppio uno.
    Forse era davvero un segno che qualcosa stava per cambiare.
    Raccolse con le mani tremanti i dadi, li mescolò rapidamente e li gettò davanti a sé.
    Gli occhi continuarono a fissarlo.
    Estrasse la pistola e si alzò in piedi.

    -


    Il locale era deserto.
    Il fumo ancora nell’aria sembrava rallentare il tempo fino a farlo scorrere all’indietro.
    Una delle targhe che popolavano i muri era per terra, calpestata da impronte sconosciute, raffigurava un anonimo cactus in un anonimo deserto, l’America rimaneva intrappolata al suo interno.
    Lui era seduto vicino all’ingresso.
    Riusciva a cogliere distintamente il rumore delle gocce che cadevano sul pavimento; nel ripiano sopra il bancone ora rimanevano solo bottiglie infrante, plasmate in nuove e bizzarre forme che le pallottole avevano loro attribuito a seconda del loro umore.
    Nell’angolo dove aveva visto cadere la cameriera ora rimaneva soltanto una sottile linea di sangue sul pavimento, forse si era trascinata da qualche parte in cerca di riparo; lui però credeva di averla uccisa, di averla liberata.
    Aprì la porta dell’ingresso, guardò il cielo e vide le stelle. La farfalla forse sarebbe sopravvissuta in una notte come quella.
    Là fuori aveva smesso di piovere.
     
    .
  2. CarDestroyer
        Like  
     
    .

    User deleted


    Causa problemi & crisi varie, spero di leggerlo questo fine ;)
     
    .
  3. hatter in chains
        Like  
     
    .

    User deleted


    Vacci pure con la Mannaia Car...non formalizzarti... :D :flag_italy:
     
    .
  4. CarDestroyer
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi sa che la mannaia me la calo sul coppino io, sono parecchio depresso in questo inizio d'anno. Ho un sacco di roba arretrata, spero di rimettermi in pari.
     
    .
  5. Rosmini11
        Like  
     
    .

    User deleted


    A me è piaciuta molto, non so dirti di più dato che non mi permetto di fare commenti tecnici(non ne sono in grado) ma posso ribadirti che mi è piaciuta.
    Perchè non leggi un racconto di mio cugino in un post che ora ti suggerisco e mi fai sapere anche tu cosa ne pensi?
    https://dampyr.forumfree.it/?t=26920850
     
    .
  6. hatter in chains
        Like  
     
    .

    User deleted


    Grazie...mi stampo il tutto e me lo leggo nei prossimi giorni...
     
    .
  7. Rosmini11
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (hatter in chains @ 21/2/2010, 17:28)
    Grazie...mi stampo il tutto e me lo leggo nei prossimi giorni...

    Perfetto, poi fammi sapere
     
    .
6 replies since 20/1/2010, 18:54   124 views
  Share  
.